Nell’immaginario popolare Ludwig van Beethoven impersona l'idea del genio creativo che si batte contro le convenzioni e le limitazioni fisiche, riuscendo a trascendere i confini della sua arte. Riconosciuto come uno dei più grandi e influenti compositori della tradizione classica occidentale, ha lottato contro la comparsa della sordità dall'età di ventotto anni, arrivando a produrre oltre settecento lavori, tra cui le celebri nove sinfonie, oltre a sonate per pianoforte, quartetti d'archi, musica sacra, un’opera (Fidelio) e altro ancora, formando un ponte tra il periodo classico e quello romantico.

Beethoven si affermò inizialmente come un giovane virtuoso del pianoforte, che, come tutti i pianisti della fine del XVIII secolo, era cresciuto con le sonate e gli insegnamenti di Carl Philipp Emanuel Bach, il principale esponente dello stile empfindsamer (“espressivo”) in un'epoca in cui la musica era considerata l'arte dei suoni amabili.

In verità, Beethoven aveva imparato molto soprattutto dallo studio delle opere di Bach padre, oltre ad essersi formato anche sullo stile classico di Mozart e Haydn. E dunque, se il filosofo medievale Bernardo di Chartres diceva che noi siamo come nani sulle spalle dei giganti, è anche più vero che Beethoven era egli stesso un gigante che si eleva non per la maggiore intelligenza creativa, ma proprio perché siede più in alto grazie ai giganti che l’hanno preceduto.

Tuttavia, sebbene le influenze musicali che ha assorbito fossero di enorme valenza, questo per certi versi è solo l'aspetto più conosciuto della creatività beethoveniana. Piuttosto, per le sue riflessioni, per i sentimenti e per l’ideologia che si sforzava di tradurre in forme musicali, Beethoven fu non solo il primo dei grandi compositori, ma anche tra i primi grandi intellettuali romantici, insieme ad artisti, scrittori, poeti, politici, filosofi e altri grandi pensatori dell'epoca. Più di ogni altro compositore, la musica di Beethoven viene identificata con concetti che trascendono il fatto meramente musicale, come la lotta contro strutture sociali arcaiche, lo spirito libertario e l’idea stessa del sublime. Gli ideali di libertà ed emancipazione dalla tirannia permeano la sua unica opera lirica, il singspiel Fidelio, come anche la Nona Sinfonia, che si possono inquadrare nel panorama culturale e politico dell'Europa dell'inizio del XIX secolo.

Il periodo tra il 1789 e il 1815, cioè dalla Rivoluzione francese all’ascesa e caduta della stella napoleonica costituisce uno snodo epocale nella vita di Beethoven. La prima esecuzione della Terza Sinfonia (la cosiddetta Eroica) avvenne nell'aprile 1805, sei mesi prima che Vienna cadesse una prima volta per mano di Napoleone. E dunque il Fidelio ebbe la sua prima rappresentazione il 20 novembre 1805 davanti a un pubblico composto principalmente dai militari francesi occupanti. Il successivo assedio di Vienna del 1809, tuttavia, fece sì che la sua ammirazione per Napoleone cedesse il passo al disprezzo.

A Beethoven fu infine riconosciuto uno status artistico tale che la sua musica fu suonata al concerto di gala a cui parteciparono molti capi di Stato europei durante il Congresso di Vienna. Al momento della sua morte nel 1827, Beethoven fu celebrato in tutta Europa, il suo corteo funebre a Vienna attirò molte migliaia di persone.

La musica di Beethoven ha esercitato una forte influenza sulle generazioni successive di compositori, da Berlioz, Wagner e Mahler a Shostakovich, ma anche in letteratura e nelle altre arti, fino alla cultura popolare. La sua musica fa da sfondo a film famosi, (ad esempio, Arancia meccanica, Il discorso del re), in spot televisivi, nei fumetti, e perfino nei videogiochi: egli stesso dunque è un gigante sulle cui spalle altri continuano a salire.