Premesso che non mi occupo di spettacoli televisivi per una mia personale scelta culturale, ultimamente sono stata coinvolta da mia figlia, appassionata di canto, a guardare Amici di Maria De Filippi. Questo poteva anche essere un modo per avvicinarmi al mondo degli adolescenti, ai loro gusti, alle loro continue insicurezze, alle loro rabbie e alle loro sconfitte. E alla loro dipendenza dal mondo delle immagini che, nella loro personalità ancora in fase di formazione, assume l’effetto di una sacrosanta verità.

Dopo lunghe ed estenuanti puntate quotidiane dove un gruppo di giovani talenti nel canto e nella danza, rinchiusi in una casetta, frequenta una scuola, si arriva allo spettacolo del sabato sera dove i giovani partecipano a una sfida a squadre.

La maggior parte di loro ha un talento reale, altri sono probabilmente entrati nella scuola grazie a conoscenze importanti.

La trasmissione è costruita in modo che ci sia sempre un continuo conflitto tra alcuni giovani e certi professori tanto da farli apparire quasi vittime oppure che si sveli la crisi o l’insicurezza dei vari membri del gruppo con lunghi piagnistei - tipici dei più giovani - che hanno l’effetto di rendere vivo lo spettacolo e di attrarre gli amanti del gossip.

Poi ci sono delle personalità come quelle di Giulia Stabile, timida e quasi incapace di parlare, che sale in cattedra solo quando danza, una ragazza davvero simpatica e umile su cui però si concentra troppo l’attenzione, spesso a scapito di altri giovani talenti come la ballerina Serena Marchese, elegante, tecnicamente dotata e anche lei molto timida e umile.

I cantanti che si trovano nella casetta hanno la possibilità di far produrre le loro “canzoni” da parte di case discografiche famose e di essere ascoltati dalle radio più importanti, tanto che tra i professori c’è anche Anna Pettinelli, la conduttrice radiofonica di RDS che ancora giovanissima ha accompagnato gli anni della nostra adolescenza o come Rodolfo Zerbi, detto Rudy, un critico musicale, conduttore radiofonico e produttore discografico che ha spesso il vizio di mettere in cattiva luce alcuni ragazzi sempre a favore dei suoi protetti e spesso a torto, visto che anche i suoi non sono infallibili.

La cosa che appare incredibile è che in una gara di canto non sia nemmeno importante saper cantare, come prova a sostenere la signora Pettinelli, anzi pare che “non saper cantare” sia la cosa più convincente come è stato evidenziato più volte sia da Zerbi che dai giudici della trasmissione, su cui è meglio stendere un velo pietoso. Naturalmente è chiaro che l’abilità canora senza quella interpretativa non sia necessariamente vincente, ma di certo è raro che uno scrittore appassionante non sappia per niente scrivere, può accadere in qualche caso straordinario ma non come regola, in genere ci vorrebbe un giusto mix tra i due talenti.

Insomma al serale del 1° maggio, la Pettinelli ha provato a proporre una sfida tra due giovani, Aka7even e Tancredi, chiedendo che cantassero a cappella l’Hallelujah di Leonard Cohen – sarebbe stata una bella prova di canto e interpretazione – ma la signora si è vista negare dai giudici la possibilità di questa sfida perché Tancredi ha rifiutato di mettersi in gioco in quanto non appartenente al suo percorso di “grande” scrittore di testi (ne cito un pezzo quale esempio:

Andiamo a Las Vegas
Negli hotel a cinque star
Senza money ma
Magari beviamo un po’
E ci sposiamo anche per sbaglio.

Visto che il giovane ritiene di scrivere testi talmente profondi da essere entrato nella trasmissione solo grazie a questo suo talento non gli pare necessario misurarsi su una cosa per lui “inutile” come il canto a cappella. Naturalmente lui può essere convinto di quello che più gli conviene, la regola vuole però che se non si esibisce il punto vada all’avversario. Invece questo non accade perché gli stessi giudici del serale non ritengono equa la sfida con Aka7even.

Alla fine, la Pettinelli è stata costretta a farli sfidare diversamente, ma mentre Aka7even ha cantato e interpretato con professionalità e coinvolgimento il brano scelto, il punto è andato a Tancredi che con una sua interpretazione ha massacrato un pezzo famoso. Ricordiamo che la settimana scorsa Tancredi ha letteralmente sbagliato un brano, interrompendosi e riiniziando da capo, ma gli è stato lo stesso assegnato il punto, anzi viene continuamente lodato da parte dei giudici rendendo il ragazzo ancora più superbo e arrogante di quanto già non sia. Anzi è stato pure capace, questo figlio di un celebre collaboratore di Armani, di mandare a casa in una delle scorse puntate, una giovane cantante, Enula Bareggi, tecnicamente molto brava, di una intensità interpretativa matura e autrice di bravi originalissimi e davvero diversi dalla solita “nenia” adolescenziale.

Il povero Aka7even, un ragazzo napoletano figlio di nessuno, che da anni si dedica alla musica, studiando, componendo brani, magari non sempre della “profondità” di quelli di Tancredi (ma certo molto ben costruiti, ottimamente cantati, interpretati con coinvolgimento e talvolta con qualche spunto di profondità che non viene colto) non porta quasi mai a segno il punto, pur essendo spesso superiore agli altri partecipanti al gioco, gli vengono sempre messi in luce i punti di debolezza, cosa che capita più raramente per altri. Naturalmente il giovane ogni tanto si demoralizza perché sente di non valere abbastanza. Nonostante tutto vince il Disco d’oro per il brano Mi Manchi e riesce anche ad arrivare al cuore del pubblico giungendo primo - la scorsa settimana - in una gara con il suo brano inedito Loca, orecchiabile, estivo e pieno di ritmo. Eppure, non si può nemmeno permettere di festeggiare perché un altro giovane di 18 anni, Sangiovanni (un ragazzo ritenuto geniale che compone canzoni con estrema facilità, molto apprezzate dalla giuria e dal pubblico, non sempre a ragione) rimane deluso perché gli è stato sfilato quel primo posto che sembra appartenergli per diritto acquisito e diventa anche lui arrogante e superbo.

Insomma, questi sono solo alcuni dettagli di tutte le assurdità che ho potuto osservare, addirittura nella sfida tra il bravissimo ballerino Alessandro e Tancredi, è il ballerino ad avere la peggio, Tancredi pare non possa perdere, anzi sembra anche inutile sfidarlo perché si potrebbe avere la peggio, naturalmente per la sua “imbattibile” bravura.

Vorrei pertanto dire a Luca Marzano, detto Aka7even, che non si scoraggi e continui a credere in se stesso perché prima o poi, quando servirà una persona seria che conosce davvero il canto e la musica, gli altri saranno facilmente spazzati via dopo il successo del momento, chi invece avrà davvero tutti gli strumenti giusti potrà perseverare nel percorso della musica. Lo prego di non farsi abbattere e di continuare a investire sulla propria creatività nella scrittura delle cosiddette “barre” perché quelle cantate nella sfida con Sangiovanni riguardo la sua autostima erano di certo meno banali delle solite storielle d’amore da uomini vissuti dei suoi compagni, nonostante il ritornello mutuato da qualche altro brano noto, come hanno fatto tutti i cantanti di Amici, del resto, che sembrano cantare, in serie, allo stesso modo e le stesse cose, è la musica del momento!

Gli suggerisco di suffragare il suo talento anche con letture di alto livello culturale e studi mirati, come hanno fatto i veri musicisti e cantautori di un tempo.

Dico poi alla Petti7even di non scoraggiarsi per la visione miope della giuria, bisogna rendersi conto che non si tratta di persone competenti in materia, ma solo esperti del mondo dello spettacolo in generale. Sarebbe auspicabile che nella semifinale e nella finale ci fosse un maggior rigore nel giudizio e una pluralità di interventi compreso quello del giudice più importante, il pubblico, che per ora acclama Giulia e Sangiovanni, ma comincia anche a riconoscere il valore di Aka. Sono certa che al ragazzo non andrà la vittoria, ma sono convinta che Aka sia il più completo di tutti e soprattutto il più umile, dote non secondaria. Forse dovrebbe rinunciare alla sua cresta bionda, non ne ha bisogno, sono le sue note che danno il colore, ma i giovani, si sa, spesso sono convinti di non avere le giuste tinte.

Questo programma sembra essere lo specchio della nostra Italia, la stessa Maria De Filippi perde di credibilità se consente che avvengano certe disparità nella sua trasmissione. È chiaro, naturalmente, che un cantante che viene sempre accusato di non saper scrivere le “barre”, che perde ogni punto anche facendo molto bene, sia alla fine sconfortato rispetto a uno che vince sempre, che scrive sempre cose “geniali” e che non può essere contraddetto. Rammentiamo che la tendenza “dell’uomo ad una dimensione” di cui parlava Marcuse è sempre quella di rivolgersi laddove un oggetto, una persona o un gruppo rappresentano la moda. E la moda la creano quelli che pubblicizzano tale oggetto, tale personaggio, tale “modus operandi”! E i giovani sono trascinati dai pareri dei personaggi più influenti o resi influenti dal potere decisionale che viene loro attribuito.

Stiamo creando dei piccoli narcisisti e qualche bravo artista un po' incompreso, mentre secondo me dovrebbe vincere il migliore non solo a scrivere eventuali barre “geniali”, ma che sia maturo in tutte le doti che occorrono a un bravo cantante. E che in certi casi abbia rispetto per il brano che sta cantando e non sia necessariamente condotto a scrivere le sue “barre” quasi che egli possa essere più bravo di chi ha composto il brano originale finendo spesso per peccare di umiltà. Naturalmente il canto e il ballo sono delle bellissime scelte, ma uno spessore culturale dietro un bravo cantante o danzatore possono consentire un percorso più saggio, non bisogna avere troppa fretta di bruciare le tappe…

Dimenticavo: Fabrizio De André, Lucio Dalla, Francesco De Gregori e altri importanti cantautori scrivevano testi e musiche non solo molto più profonde di quelle create in fretta e furia da questi “genietti”, ma sapevano anche cantare… Se mi sente Rudy si arrabbia! E magari anche le loro case discografiche!