Les jeux sont faits, direbbero i francesi. Si è tenuta alle luci dell’alba (italiana) di lunedì 3 marzo la cerimonia di premiazione degli Academy Awards 2014, che ha visto premiati i grandi nomi del cinema contemporaneo, tutti più o meno previsti e predetti dai Golden Globes e altri Awards di qualche settimana prima.

L’Italia, 15 anni dopo il «Roberto!» annunciato da Sofia Loren per la vittoria di Benigni, si porta a casa il meritato premio come Miglior Film Straniero per La Grande Bellezza, tra panoramiche di una città eterna non da copertina e di una società ricca, in vista e potente (apparentemente) fatta di fallimenti e filosofie, immaginazione e corruzione, incoronando Paolo Sorrentino tra i grandi della storia dopo De Sica e Fellini. 12 anni schiavo di Steve McQueen si aggiudica la statuetta più ambita, quella di miglior film, raccontando la vera odissea di Solomon Northup, un uomo di colore rapito e venduto come schiavo, nella violenza visiva e nei silenzi tipici del cinema del regista, questa volta più votato al tradizionale rispetto ai precedenti Hunger e Shame.

Se poi i premi tecnici (colonna sonora, montaggio, fotografia, sonoro, effetti) sono stati riconosciuti al capolavoro Gravity di Alfonso Cuarón (anche Miglior Regista), in un’ora e mezza di perla cinematografica, dallo spazio alla psicologia con effetti speciali assoluti e un sonoro ansiogeno, sono stati due gli Oscar di Dallas Buyers Club, che al pari dei Golden Globe ha premiato come Miglior Attore non Protagonista l’ottimo Jared Leto e come Miglior Attore McConaughey, entrambi di bianco vestiti, rispettivamente il travestito vizioso e delizioso e lo scorbutico protagonista della pellicola di Jean-Marc Vallée, per la quale i due hanno dato prove d’attore spaziando dall’interpretazione alla fisicità, e provando entrambi quel talento in passato visto, ma mai meritatamente glorificato.

A mani vuote, come da previsione, anche il sempre dimenticato dall’Academy Leonardo DiCaprio e il suo regista culto Martin Scorsese, con il brillante The Wolf of Wall Street che non riesce a strappare un premio, come Chiwetel Ejiofor, eccellente protagonista di McQueen al fianco di Michael Fassbender, che cedono il premio alla compagna di set Lupita Nyong’o come Miglior Attrice Non Protagonista, mentre l’eterna Cate Blanchett vince la statuetta di Miglior Attrice dopo quella non protagonista per The Aviator nel 2005, questa volta per Blue Jasmine di Woody Allen.

Il geniale Spike Jonze si accaparra la Miglior Sceneggiatura Originale per il delicatissimo e dolceamaro Her, mentre Let It Go del film Frozen strappa agli U2 con Ordinary love per Mandela: Long Walk to Freedom la Miglior Canzone Originale, e il Miglior Film d’Animazione all’ultimo capolavoro annunciato di Hayao Miyazaki, The Wind Rises (non senza polemiche - ndr). Batte la concorrenza nella sezione documentari 20 Feet From Stardom di Morgan Neville, raccontando i backstage delle carriere e delle vite di 20 coriste di fama internazionale, e Helium di Anders Walter stravince tra i cortometraggi.

Stelle blasonate, trionfanti, commoventi, più vicine ed emozionanti nei ringraziamenti a «Fellini, Talking Heads e Maradona» come fonti d’ispirazione per Sorrentino, nei «thank you» e nell’ondeggiare davanti al microfono di McConaughey, nell’abbraccio a mamma e fratello (compagno di band nei 30 Seconds to Mars) di Leto, nell’emozionatissima con abito turchino Lupita e nell’allegra banda di 12 anni schiavo capeggiata da Brad Pitt e dal regista McQueen tra lacrime e sussulti.

E con la live performance degli U2 e la memoria a Philip Seymour Hoffman scomparso poco più di un mese fa, si spengono i riflettori e si pensa già alle prossime pellicole da presentare nelle kermesse cinematografiche come Cannes, Toronto e Venezia.

Academy Awards 2014: i premi
Miglior Film - 12 anni schiavo
Miglior Attore - Matthew McConaughey - Dallas Buyer’s Club
Miglior Attrice - Cate Blanchett - Blue Jasmine
Miglior Regista - Alfonso Cuarón - Gravity
Migliore Sceneggiatura - Spike Jonze - Her
Migliore Sceneggiatura non originale - John Ridley - 12 anni schiavo
Migliore Canzone Originale - Let It Go - Frozen (di Robert Lopez e Kristen Anderson-Lopez)
Migliore Colonna Sonora - Steven Price - Gravity
Migliori Scenografie - Catherine Martin, Beverley Dunn - The Great Gatsby
Miglior Montaggio - Alfonso Cuarón, Mark Sanger - Gravity
Migliore Fotografia - Emmanuel Lubezki - Gravity
Miglior Attrice non Protagonista - Lupita Nyong’o - 12 anni schiavo
Miglior Montaggio Sonoro - Glen Freemantle - Gravity
Miglior Sonoro - Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead, Chris Munro - Gravity
Miglior Film Straniero - La Grande Bellezza
Miglior Documentario - 20 Feet From Stardom
Miglior Corto Documentario - The Lady in Number 6: Music Saved My Life
Miglior Cortometraggio - Helium
Migliori Effetti Speciali - Tim Webber, Chris Lawrence, Dave Shirk, Neil Corbould - Gravity
Miglior Film d’Animazione - Frozen
Miglior Corto d’Animazione - Mr. Hublot
Miglior Trucco e Parrucco - Dallas Buyers Club
Migliori Costumi - Catherine Martin - The Great Gatsby
Miglior Attore non Protagonista - Jared Leto - Dallas Buyer’s Club