In Vinile: Beirut, “The Flying Club Cup”; Blues Magoos, “Psychedelic Lollipop”; Captain Beefheart, “My Decals Off, Baby”; The Electric Prunes, “The Electric Prunes”.

In cd: The Beatles, “A Hard Day’s Night”, “Rubber Soul”, “Abbey Road”, “Let it Be”, “Help!”; Paul Mc Cartney, “Band On the Run”; George Harrison, “All Things Must Pass”; Genesis, “Selling England By The Pound”; Ron Sexsmith, “Time Being”; Black Mountain, “In The Future”; Sleepy Sun, “Fever”; V.V.A.A., “Harrison Covered” (Mojo), “The Route To Quadrophenia” (Mojo); Karate, “Karate”; Adam Green, “Adam Green”.

Anticipo la prevedibile domanda: sì, ho un periodo Beatles. Non so perché, anche se suppongo che la settimana passata a Londra a settembre, camminando per le stazioni del tube in mezzo a giganteschi poster di George Harrison che spunta da una piscina blu, pubblicizzando il recente film di Scorsese su di lui, abbia qualcosa a che vedere con il massiccio riassortimento della mia discografia rimasterizzata dei Fab Four. Potrebbe aver contribuito anche lo splendido articolone letto sul numero di novembre di Mojo, sempre dedicato a “the quiet one”.

In realtà avevo vagato per le bancarelle della mostra mercato di Prato (insieme ad altri miei simili, povere anime disposte a pagare un biglietto per entrare in un posto in cui si comprano dischi) con l’intenzione di portare via solo “All things must pass”, “Band on rhe run” e “Abbey Road”, tre titoli che non avevo. Alla fine, però, quando li ho visti tutti in fila a un prezzo che (nel lasso di tempo tra l’acquisto e la verifica su Amazon) mi sembrava buonissimo, non ho resistito. L’unica regola che mi sono dato è stata non ri-ricomprare quelli che avevo già sia in vinile che in cd. Solo un maniaco potrebbe considerare questo un valido compromesso con se stesso, ma le vie dell’autoassoluzione sono infinite, quindi evito di sentirmi in colpa per la spesa fatta.

Il vinile dei Beirut, che mi sto godendo alla grande e che se la gioca con il recente “The Rip Tide”, l’ho preso in un bellissimo negozio relativamente nuovo di Firenze, il Marquee Moon, che vale la pena di visitare al più presto sia per il fascino del fondo, una vecchia farmacia, sia per l’ottimo assortimento di Lp, alcuni dei quali a prezzi meno immorali di quelli che provano a spillarti in qualche centro commerciale, nel reparto babbei. Sarebbe da aprire una parentesi su questo: recentemente ho visto in una libreria otulet (?) alcuni orrendi discacci, su cui non si capiva se erano i solchi a interrompere i graffi o viceversa, gentilmente offerti a una ventina di euro. Capisco voler sfruttare il ritorno di fiamma per il vinile, ma porsi un limite non sarebbe male, onde non rendersi troppo ridicoli di fronte a chi certi oggettucoli li compra veramente.

Sempre da Prato, dallo stand dei miei amici Loriano e Valeria, che una volta gestivano a Montecatini “Raf Dischi”, il mio negozio del cuore, arrivano due 33 giri psichedelici, i Blues Magoos e gli Electric Prunes, come pure la genialata rumorosa del Capitano Cuoredibue. Stessa origine per due band che ripercorrono i sentieri acidi strabattuti nei 60s: i Black Mountain, non male, e gli Sleepy Sun, che ai primi ascolti non mi fanno impazzire. Anche il capolavoro dei Genesis era alla fiera, in bella vista su un triste tavolinetto: mi pareva brutto lasciarcelo.

I Karate, suggerimento recente, li conoscevo in modo vago e presto allargherò la mia dotazione ad altri lavori. Ron Sexsmith lo avevo da poco ascoltato in una fantastica cover harrisoniana sul cd di Mojo, e mi era stato (giustamente) caldeggiato per la categoria “Ripescati”. Questo cd è pieno di canzoni che viene voglia di riascoltare di continuo, e non ci trovo momenti deboli.

Cito un altro negozio, il Semm, di Bologna (dove mi trovavo per il concerto dei Fleet Foxes), che coniuga un catalogo non vastissimo con un livello qualitativo (leggi: corrispondenza con i miei gusti) sorprendente. Voglio dire: ma in quale altro shop italiano, compresi sedicenti megastore, si trovano ben tre titoli di Adam Green? Ok, in quale luogo al mondo, escludendo casa mia e casa Green.