Ha preso il via nella giornata di sabato 22 agosto 2015 l'ultimo atto della stagione ciclistica che riguarda i grandi giri a tappe.

La kermesse si è aperta con la crono a squadre da Puerto Banus a Marbella, una tappa con un percorso ridottissimo: solo 7,4 Km ma molto veloce e senza difficoltà di sorta, senza tratti in salita e con poche curve davvero impegnative. Nel prologo si è imposta, cogliendo la vittoria, la squadra statunitense della BMC con un secondo di vantaggio sulla Tinkoff-Saxo e sull'Orica-Green Edge. Non sono mancati tuttavia i colpi di scena, in quanto gli organizzatori, nonostante una gara regolare, hanno scelto di azzerare tutti i distacchi cronometrici per via delle polemiche scatenate dalle squadre partecipanti in merito a tratti di percorso coperti dalla sabbia, con un oggettivo pericolo per l'incolumità degli atleti. La prima maglia “roja” simbolica, date le condizioni createsi, è andata a Peter Velits.

Anche la seconda tappa, partita domenica 23 agosto, non ha presentato particolari difficoltà. Il percorso tra Alhaurin de la Torre e Caminito del Rey misura 158,7 Km ma non è stato particolarmente impegnativo. Presentava infatti diversi saliscendi, con due gran premi della montagna: il primo, l'Alto de Ardales dopo 113 Km, mentre il secondo posizionato all'arrivo a Caminito del Rey.

La seconda tappa è stata conquistata dal colombiano Rubio e ha visto nel finale una caduta che ha coinvolto numerosi corridori, tra cui Vincenzo Nibali, che ha perso 1'30”. Visto l'azzeramento dei tempi del giorno prima, Rubio va a indossare anche la maglia rossa di leader nella classifica generale. Dopo l'arrivo della tappa, è stato mostrato un video dove si vede chiaramente Vincenzo Nibali che si aggrappa all'ammiraglia per diversi metri nel tentativo di rientrare in gruppo celermente dopo la caduta, ma non essendo una manovra consentita dal regolamento, il siciliano è stato squalificato dalla direzione di corsa. Successivamente “lo squalo dello stretto” si è scusato attraverso i social network accettando la punizione, ma il danno ormai è stato fatto e Nibali è dovuto uscire mestamente dalla Vuelta.

Lo slovacco Peter Sagan si è imposto nella terza tappa Mijas-Malaga. L'uomo della Tinkoff ha battuto in volata due specialisti, Nacer Bouhanni e Jhonn Dangenkolb, dopo una tappa di 158 Km adatta ai velocisti seppur con qualche gran premio della montagna lungo il tragitto, e dopo aver ricompattato il gruppo a 15 Km dall'arrivo e ripreso il gruppetto protagonista della fuga di giornata. Pressoché immutata la generale con il colombiano Rubio sempre in maglia rossa.

Quarta tappa: Estepona-Vejer de la Frontera, 213,6 Km anche questi favorevoli ai velocisti. I primi 200 Km erano tutti pianeggianti, ma il traguardo finale era in leggera salita che si prestava ancora una volta a una volata finale: e così è accaduto. La tappa si è incendiata nel finale, dove a prevalere è stato Alejandro Valverde, che si è imposto in volata su Peter Sagan e Dani Moreno; Chavez Rubio sempre in maglia rossa.

La quinta tappa, da Rota ad Alcala de Gudaira, 167,3 Km, si è susseguita senza scossoni; a 73 Km dall'arrivo ci sono stati tre corridori in fuga: Antoine Duchesne, Tsabu Gebremaryan e Iljo Kesse. Il gruppo, guidato dalla Giant-Alpecin, ha seguito con un'andatura a elastico; il margine è oscillato frequentemente tra i 4 e i 5 minuti. La tappa è proceduta senza emozioni fino al traguardo volante di Siviglia, dove Ilio Kesse con una grande progressione ha staccato i compagni di fuga e transitato per primo; è stato ripreso poi dal gruppo a 9 Km dal traguardo. Al cartello dei cinque Km si è accesa la battaglia per le posizioni di testa, e a 2 Km la Orica-Green Edge si è scatenata mettendo davanti gli uomini migliori, a meno di 500 metri; è partito con un'accelerazione fulminea Caleb Evans, che ha bruciato inesorabilmente Peter Sagan e Jhonn Degenkolb vincendo la tappa. Avvicendamento anche in testa alla generale, che ha portato la maglia rossa sulle spalle di Tom Dumoulin.