L'edizione 2016 di una delle più belle classiche del nord di ciclismo, che ha impegnato i corridori su un percorso di ben 258 Km con ben 27 lunghi tratti in pavè, verrà ricordata per lo spettacolo altamente esplosivo che gli atleti hanno regalato agli appassionati dandosi battaglia senza risparmiarsi.

Per ragioni organizzative, da molti anni la corsa non parte più dalla capitale francese, ma da Compiègne, a 60 Km da Parigi. Sebbene il campo di gara sia completamente pianeggiante, le insidie sono moltissime e potenzialmente nascoste dietro ogni curva. Nessuna particolare difficoltà per i primi 100 Km, poi però le cose cambiano entrando nel cuore della competizione. I tratti lastricati sono tutti compresi negli ultimi 159 Km e tra i più duri e impegnativi si segnalano l'attraversamento della Foresta di Arenberg, a circa 100 Km dal traguardo, dove per chi resta indietro svanisce ogni speranza di recupero; il secondo tratto con difficoltà a cinque stelle lo si trova a 50 Km dall'arrivo, a Mons en Pévèle, poi l'ultimo troncone con difficoltà sempre a cinque stelle ai meno 20 Km da Roubaix, nel tratto del Carrefour de l'Arbre. L'entrata al velòdrome e il conseguente ultimo giro in uno scenario elettrizzant, consegnano il vincitore dell'edizione numero 114 alla storia del ciclismo. Alla regina delle classiche partecipano 199 corridori, tra cui 14 italiani e 25 Team pro.

Per i primi 100 Km non succede nulla di rilevante: ci sono diversi tentativi di allungo che però vengono sempre stoppati sul nascere e nessun corridore riesce mai a staccarsi e andare in fuga. Al primo tratto di pavé c'è un primo rallentamento nella pancia del gruppo a causa di una caduta, ma non sarà la sola della giornata. Il vento e il terreno reso insidioso dalla pioggia dei giorni precedenti mieteranno diverse vittime. Le prime due ore di gara scorrono molto veloci e affrontate dal gruppone a una media superiore ai 45 Km/h.

La caduta di Porsev, a 112 Km dall'arrivo in un punto particolarmente stretto della sede stradale, costringe il Campione del mondo Peter Sagan e Fabian Cancellara a fermarsi facendo perdere loro tempo prezioso. Si ha la conferma che non è giornata per Cancellara, autore di una gara generosa, a 49 Km dal traguardo, quando lo svizzero a causa del fango incappa in una scivolata che non procura conseguenze fisiche, ma che lo mette fuori gioco ai fini della classifica. Peter Sagan, vicinissimo a lui, compie un numero da circo con una prontezza di riflessi eccezionale impennando la bicicletta e saltando l'ostacolo improvviso, riuscendo a rimanere in piedi ma senza riuscire a riprendere il gruppetto in testa alla corsa. Giunti a Camphin en Pevel, i chilometri affrontati dai corridori hanno fatto selezione: il gruppo di cinque che si stacca dagli altri è composto da Boonen, Stannard, Boasson Hagen, Vanmarcke e Hayman, che proprio nel tratto di pietre a 19,5 km dall'arrivo sembrava essere il più stanco.

Gli ultimi chilometri sono stati i più spettacolari, tra attacchi e risposte dei cinque corridori esausti, ma in lizza per la vittoria. Al Velodròme entrano appaiati Boonen e il 37enne australiano Hayman, che al suono della campanella vengono raggiunti dai tre inseguitori. Il gruppetto dei cinque si ricompatta e nel giro finale si prepara alla volata: lo spunto vincente a pochi metri dal traguardo è quello di Hayman (Orica Green Edge) che chiude davanti a Tom Boonen (Etixx-quick steep), a Ian Stannard (Team Sky); 4° Vanmarcke; 5° è il campione di Norvegia Boasson Hagen a 3". Peter Sagan chiude 11° mentre Fabian Cancellara si piazza 40mo tra gli applausi degli sportivi al Velodròme. Da segnalare l'ennesimo, deprecabile, spiacevole incidente che ha visto protagonista Viviani, tamponato da una moto di corsa e finito all'ospedale per accertamenti.