Rombano i motori nella giungla: tutto pronto per il primo storico Gran Premio di Thailandia di MotoGP. Il 5-6-7 ottobre il nuovo circuito internazionale di Buriram sarà il teatro della 15a gara di stagione del Motomondiale, il primo, storico, Gran Premio di Thailandia PTT.

Dopo l’Argentina nel 2014 e l’Austria nel 2016, a distanza di altri due anni il calendario della MotoGP accoglie un nuovo circuito. La pista thailandese misura 4554 metri ed è stata costruita nel 2014 su progetto dell’“architetto dei circuiti”, Hermann Tilke. Il circuito ha ottenuto le licenze FIA Grado 1 e FIM Grado A ed è stato inaugurato ufficialmente nel 2015, quando ha ospitato la sua prima gara internazionale, il GP di Thailandia di Superbike.

Anche i piloti della MotoGP hanno già “assaggiato” la pista thailandese, nei test svolti a metà febbraio. Allora il pilota più veloce era stato Dani Pedrosa, che aveva fermato il cronometro in 1 minuto 29 secondi e 781 centesimi. Stando alle previsioni, il prossimo 7 ottobre (a proposito, per non perdersi il via gli appassionati dovranno puntare la sveglia alle 8 di mattina) nei 26 giri di gara ne vedremo delle belle.

Il circuito thailandese presenta una sezione iniziale veloce con due lunghi rettilinei, seguita da un settore centrale mosso, con diverse curve medie in successione prima del rettilineo che porta alla staccata finale. Secondo le informazioni tecniche fornite da Brembo Data, il circuito mette a dura prova i freni, con le sue 12 curve e 7 punti di frenata. I punti dove attendersi dei sorpassi sono la prima staccata, alla fine del rettilineo d'arrivo e la curva 3, che arriva al termine di un lungo rettilineo con una leggera semicurva a sinistra: qui le moto passano da una velocità di oltre 300 km/h a quella di circa 80 km/h con una spazio di frenata di 255 metri. Un altro punto interessante è la curva 12, l'ultima prima del rettilineo d'arrivo, in cui le moto raggiungono la velocità più lenta del giro, intorno ai 70 km/h.

Se gli occhi del pubblico mondiale saranno puntati sulla gara della classe regina, quelli dei tifosi thailandesi saranno tutti per l’eroe di casa, Nakarin Atiratphuvapat, ventiduenne alfiere dell’ Honda Team Asia di Moto 3.

La scelta della Dorna di allargare la geografia del Motomondiale nella regione del sud est asiatico ha tutto per potersi rivelare vincente. Il main sponsor del gran premio thailandese è la PTT, compagnia petrolifera di stato e nel corso dei test di febbraio i piloti sono stati ricevuti dal primo ministro, il generale Prayut Chan-o-cha. Il ministero dello Sport e del Turismo thailandese si attende 200 mila presenze nel weekend di gara nel solo circuito, ed ha garantito treni e voli speciali per raggiungere Buriram, situata 400 km a nord/est di Bangkok. L’aeroporto della città è stato ampliato appositamente per la gara, e l’edizione di quest’anno servirà anche come prova in vista della prossima: Dorna e il circuito thailandese hanno infatti firmato un contratto di due anni, con un’opzione per il terzo.

In Thailandia, come nelle vicine Malesia ed Indonesia, prossima probabile candidata ad entrare nel calendario del Motomondiale dopo il 2020, i campioni della MotoGP sono molto popolari e anche i costruttori guardano con interesse alla regione del sud est asiatico come nuovo mercato di vendita e promozione dei loro modelli. A Buriram, che in lingua locale, significa “città della felicità”, l’attesa è molto alta. La città non è la meta più popolare per i turisti che visitano il paese, ma negli ultimi anni si è guadagnata la palma di “capitale sportiva” della Thailandia: la squadra di calcio locale, il Buriram United FC, che gioca in uno stadio adiacente al circuito ed è sponsorizzata da Yamaha, è ai vertici del campionato thailandese, ed ha vinto 6 scudetti negli ultimi dieci anni. Per il weekend del gran premio gli alberghi hanno smesso di ricevere prenotazioni dallo scorso inverno ed i biglietti per le tribune speciali dedicate ai fan di Valentino Rossi e Marc Marquez sono andati esaurite ben due mesi prima della gara.