Si rinnova la sfida Italia-Svezia. Dopo lo spareggio per accedere al Mondiale di Russia 2018, che ha visto prevalere gli scandinavi, lo sport azzurro vuole prendersi la rivincita. La “partita” riguarda l’assegnazione dei Giochi Olimpici Invernali del 2026, per cui, dopo il ritiro della città canadese di Calgary, sono rimaste in lizza solo due candidature: quella italiana, con il tandem Milano-Cortina e, appunto, quella svedese, con la capitale Stoccolma.

Da parte italiana, dopo la prima presentazione ufficiale della candidatura a Tokyo, filtra un certo ottimismo, suffragato anche dalle parole spese dal presidente del CIO Bach, in visita a Roma il 7 novembre: "La candidatura di Milano e Cortina ha ottime chance. Dovranno lavorare duro, ma comunque fin qui è una candidatura molto promettente. È ancora una bella competizione: l'Italia con la passione per lo sport e le sue abilità di organizzare con successo grandi eventi, ha ottime possibilità di vincere".

Preso atto della forza di Milano-Cortina, andiamo a conoscere meglio la proposta della città scandinava, che aveva già abbozzato una candidatura per i Giochi Invernali del 2022, ma si era poi ritirata dalla corsa che aveva visto vincente Pechino.

La candidatura di Stoccolma, come quella di Milano e Cortina si articola su più sedi di gara: la capitale svedese ospiterà le cerimonie di apertura e chiusura nella Friends Arena, ma anche le gare di pattinaggio di figura, curling, hockey, short track e per finire due competizione sulla neve, il Big Air e lo Slalom Parallelo di sci, già organizzato con successo negli ultimi anni come tappa della Coppa del Mondo di Sci Alpino. Ad Are, sede dei Mondiali di Sci Alpino del 2019, andranno in scena le gare di sci e snowboard, a Falun, altra località abituale nel calendario degli sport invernali, le gare di Sci Nordico mentre per Bob e Skeleton verrà utilizzata la pista di Sigulda, in Lettonia.

Una candidatura in linea con le raccomandazioni dell’Agenda 2020 del CIO, che punta all’utilizzo di impianti già esistenti. Dal punto di vista economico, il budget svedese, come dichiarato sul sito ufficiale, non contiene fondi pubblici: il budget totale è di 1,28 miliardi di euro, con un contributo del CIO di 800 milioni di euro. La maggiore criticità riguarda l’appoggio politico alla candidatura: a Tokyo non c’era nessun membro del governo svedese presente, perché, un po' come accade in Italia, il paese scandinavo è ancora in attesa di un accordo sulla formazione dell’esecutivo, in sospeso dalle elezioni di settembre.

Forse anche per questo motive gli svedesi citano una curiosità scaramantica, su cui sembrano fare parecchio affidamento: con le sue 158 medaglie vinte ai Giochi Olimpici Invernali (57 ori, 46 argenti e 55 bronzi) la Svezia è la settima nazione più titolata in assoluto e la più vincente tra quelle che non hanno mai ospitato le Olimpiadi della neve e del ghiaccio. L’unico precedente a cinque cerchi risale a più di un secolo fa, quando Stoccolma ospitò le V Olimpiadi Estive.

L’Italia invece ha già ospitato due edizioni delle Olimpiadi Invernali, a Cortina d’Ampezzo nel 1956 e a Torino nel 2006, oltre all’edizione estiva di Roma 1960. A partire da gennaio i membri della commissione esecutiva del CIO inizieranno il loro lavoro a tappe forzate per ispezionare le due città, studiare le candidature ed elaborare il rapporto definitivo che verrà presentato a fine maggio. La vincitrice di questa nuova sfida Italia-Svezia verrà annunciata il 23 giugno 2019 a Losanna.