C'è un mondo e una storia dietro la passione di volare, è un bisogno primitivo insito nella natura umana. Andare a volare un aquilone, come è corretto dire nel gergo degli esperti, è senz'altro un’esperienza piacevole a tutte le età. Adulti e bambini vivono la preparazione del volo e la soddisfazione quando si stacca da terra, per gli adulti è anche un modo di disconnettersi e rilassarsi dando spazio a qualcosa di intimo mentre contemplano l'aquilone col capo all'insù, avvolti dal solo fruscio delle vele.

Vediamo insieme cos'è l'aquilone e come nasce: è un oggetto più pesante dell'aria vincolato a terra da un filo che può volare sfruttando la forza di portanza generata dal vento. Il vento può anche essere virtuale, cioè prodotto dal movimento del pilota. Questa tecnica ne consente l'utilizzo anche in assenza di vento e conseguentemente anche in interni. Sebbene non ci siano prove storiche inconfutabili, è oramai accettato da tutti gli esperti che gli aquiloni furono inventati in Cina 2800 anni fa, paese dove erano disponibili i materiali più adatti alla loro costruzione.

Fonti medievali cinesi riportano l'uso degli aquiloni per la misura delle distanze, per la verifica della velocità del vento, per il sollevamento umano, per le segnalazioni e le comunicazioni durante le operazioni militari. Gli aquiloni erano dipinti con scene mitologiche e a volte erano dotati di arpe eoliche o fischietti per produrre suoni una volta in volo. Dopo la sua introduzione in India, l'aquilone si trasformò in aquilone combattente e prese il nome di patang, una tradizione che si perpetua tuttora ogni anno in India. In Europa, oltre ai romani che usavano stendardi gonfiati dal vento e documenti risalenti a Marco Polo, gli aquiloni furono usati durante la ricerca e lo sviluppo dai fratelli Wright per la costruzione del primo aeroplano alla fine dell'Ottocento. Durante la Seconda guerra mondiale vi fu un utilizzo marginale per usi militari, ma da allora gli aquiloni sono usati principalmente per scopi ricreativi.

In Italia gli appassionati di aquiloni si riuniscono anche quest'anno a Cervia, in provincia di Ravenna, dal 20 aprile al 1 maggio 2019, in occasione del Festival Internazionale degli Aquiloni, giunto alla sua trentanovesima edizione. Nato nel lontano 1981 da una felice intuizione del pittore Claudio Capelli che, fin dal suo esordio, riveste il compito di organizzatore e direttore artistico, il Festival è oggi uno dei più importanti a livello internazionale nel suo genere.

Oltre ad aprire una finestra sul colorato mondo dell’aquilonismo mondiale, con i suoi originali personaggi e le sue affascinanti creature volanti, è l'occasione per imparare l’arte della costruzione e del volo dell’aquilone direttamente dai grandi campioni mondiali dell’aquilonismo. Saranno 200 gli artisti che si esibiranno in rappresentanza di 38 Paesi e si potranno ammirare tutte le pratiche connesse alla cultura dell’aquilone nel mondo: arte, etnico, combattente, gigante acrobatico e da trazione, utilizzato per sollevare apparecchiature fotografiche, lanciare messaggi di pace o produrre energia eolica, di ogni forma, dimensione e colore nel cielo. Quest'anno il Festival sarà dedicato a Ray Bethell, la leggenda mondiale del Multiple Kite Flying, scomparso a dicembre all'età di 90 anni. Questa disciplina spettacolare che lo ha portato ai vertici della carriera iniziata all'età di 52 anni consiste nel fare “danzare” in sincrono a ritmo di musica tre aquiloni acrobatici, uno per ogni mano e il terzo legato ai fianchi. Tra gli appuntamenti da non perdere segnaliamo: Bussa al Cielo e ascolta il Suono, un volo notturno; La Notte dei Miracoli, una suggestiva performance collettiva di luci e suoni in riva al mare, quest’ultima in programma sabato 27 Aprile alle ore 21,30.

Il Festival ha il patrocinio, tra gli altri, della Regione Emilia Romagna-Destinazione Turismo Romagna, del Comune di Cervia, del Comune di San Mauro Pascoli, della Filatelia Poste Italiane e sarà organizzato come sempre da Artevento.