Ho appena scritto a Donatella in merito alla mia salute. Il sonno è tornato congruo, ho ridotto sigarette e caffè. La radio non mi lascia il tempo di sedermi alla scrivania, il deejay parla dell’importanza d’un ciclo circadiano equilibrato. Ormai siamo tutti pazzi. Ho un vantaggio sul sistema di meno di un minuto, devo sfruttarlo per produrre qualcosa d’avveniristico e innovativo.

Inventare era più semplice prima dell’avvento dell’intelligenza artificiale.

Quando tornai lì, alla scuola del seminario
C’era una persona lì
Che sosteneva con convinzione
Che tu puoi chiedere al Signore, per ottenere qualcosa, con la preghiera
Implorare il Signore con la preghiera
Implorare il Signore con la preghiera
Non si può chiedere per ottenere dal Signore con la preghiera!

Puoi indicarmi un santuario
Devo trovare un posto dove nascondermi
Un luogo per me solo, dove mi possa nascondere

Trovami un comodo frenocomio
Sto per mollare
L’Uomo è ormai alla porta.

D’estate, supino su un muretto di città annuso le percussioni e cado in trance. Un fagiolo luminoso sospeso nel cielo stellato in perpendicolo al mio petto, monoposto. Avverto distintamente le emozioni trascendere nervi, muscoli e ossa per incidere la memoria elettronica del velivolo. Segue la coscienza di ciò che potrei essere e di ciò che so con certezza.

Proprio nel momento in cui si accende la speranza che il corpo segua l’anima e che altre forme di vita, esseri umani provenienti dal futuro o almeno forze speciali statunitensi mi trascinino via con loro, squilla il telefono.

V. piange ubriaca a centocinquanta chilometri dalla Festa della Musica. Lascio Vallecrosia.

Lugubre allucinazione imperversa
Sulla tragica atmosfera adamantina
Alla scrivania digita occlusivi fonemi
Biascico e concludo specchietti e giochi.

Nell'imbuto di cartone un'altra bugia verso
Trascrivo poesia senza dita e ne spremo sudore
Terrore assale il controllore doppiogiochista
Rintocca il bianco legno d'una bussata ferina.

La morte s'apre il cammino in camice bianco
Stanco le fisso il grugno ossuto e grigio
Sta per chiedermi la mano ma il polso brama
Altra trama conclusa dall'ossidata cinghia.

Le palpebre interpretano un volo di ragno
Le sue, le mie più avvezze alla recita del vero
Ordina alla flotta l'ammiraglio rotta identica
All'arsa pista seguita dallo sposo delle streghe.

Un giorno lo stato italiano fallirà e non ci saranno più farmaci. Sarò povero a sufficienza da non potermeli procurare al mercato nero. Quindi finalmente sarò costretto a disintossicarmi e piuttosto in fretta.

La coscienza sfolgorante dei vent’anni s’affaccerà ancora, armata dell’esperienza macinata. Sarò ancora giovane e spavaldo ma non avventato. Esaudirò alcuni desideri impronunciabili della signora dalla mente che riluce. Saranno morti tutti coloro a cui importa qualcosa ch’io sia fesso o felice. Vivrò in pace. Riposerò fra le rovine del vizio e degli eccessi.

Dov’è il rituale?
E dimmi dove, dove il gusto?
Dov’è il sacrificio?
E dimmi dove, dov’è la fede?
Un giorno inventerà una cura per il dolore
Sarà quello il giorno in cui lascerò precipitare le mie droghe.

Non mi sono ucciso. Fra centovent’anni saremo tutti morti comunque. Non mi sono ucciso, nonostante fossi morto. Non c’era un confine fra la notte e il mattino e non mi sono ucciso. Non mi sono ucciso perché potevo dormire. Sonno dolce fratello della morte. Perché l’amore torna sempre a farti a pezzi se non l’aspetti ansiosamente. Arriva come lo stimolo di defecare o uno degli altri. Altera la fisiologia. Nonostante tutto amavo la mia condizione biologica per quanto precaria e fastidiosa, non mi sono ucciso.

Procurarsi la morfina è un inferno e non approvo altri sistemi. Sono avverso ai cambiamenti e sputo in faccia alla cagna che mi strapperà ai suoi capelli rossi e non mi sono ucciso.

Ho trovato il cadavere dell’ispirazione nel cortiletto di casa mia, ho visto quello di diversi vecchi. Non ricordo d’aver versato lacrime. Sono tutti risorti nei luoghi in cui ci scambiavamo banalità e sorrisi, negli spazi sacri della trasmissione della tradizione. All’ombra dei pini e degli ulivi dove ho ricevuto i valori attraverso proverbi stucchevoli e comici aneddoti, gonfiano il petto di gratitudine. Non mi sono ucciso.