3 luglio 2020: con Affetto notte sono arrivata al centesimo racconto. Ieri ho pensato che merito una pausa.

Questa mattina sono andata al mare nonostante le previsioni del tempo fossero pessime: temporali, trombe d'aria, allarmi vari. Alle 9 c'era il sole e siamo partiti. La spiaggia era deserta. Con le nuvole all'orizzonte, ma ancora un sole caldo. Mi sono immersa in un'acqua calda e trasparente.

E così, sospesa tra terra e cielo, ho iniziato a nuotare.

Quando nuoto o quando vado in bicicletta lungo l'argine del fiume, insieme al corpo entra in azione anche la mente. Questa mattina seguendo il ritmo lento della bracciata, la mente ha descritto esattamente l'argomento della mia pausa. Devo raccogliere i messaggi che amiche e amici mi inviano dopo aver letto i miei racconti.

Ecco quello che ha suggerito la mente. Il tempo, come quando ero bambina sul ramo più alto dell'abete in contemplazione del mare, è volato via. Allora era mia madre che mi richiamava, questa mattina, invece, è arrivato il bagnino ad avvisarmi che c'era un vento pericoloso e aria di tempesta. Dovevo rientrare. Il bagnino ha poi aggiunto: "Per nuotare ha nuotato signora! Sono due ore esatte che è in acqua". E io: "Non me ne sono accorta. Scusi". Ogni tanto guardo le previsioni del tempo sul mio cellulare e compare un riquadro viola con fulmini e saette, ma adesso sono le 20 e il temporale deve ancora arrivare. Gira in tondo. Brontola, ma qui non arriva.

Nel frattempo, dopo la quarantena, non ho più voglia di trovarmi in mezzo ad altre persone. Sono un po' disorientata e al pomeriggio, fino a tarda sera, me ne sto volentieri in terrazzo a scrivere. Intanto ho messo a cucinare le cipolle per preparare una frittata. Ricordo quando, per la mietitura o per la vendemmia andavamo dai contadini a far festa. La contadina, la sola donna, sposa del fratello maggiore di sei fratelli, cucinava per noi cappelletti in brodo, poi secondi con carni lessate e arrosto, contorni e infine dolci. Per loro solo una frittata di cipolle; due uova e un'infinità di cipolle. Io avrei fatto cambio. Questa sera invece ho bruciato le cipolle. Non si può scrivere e contemporaneamente avere le cipolle sul fuoco. Abbiamo cenato con una semplice frittata in compagnia dell'insalata. Bell'accostamento di colori. Abbiamo bevuto un buon vino rosso d'Avola e mentre scrivo sono un po' su di giri. Così, su di giri, a tavola, ho detto a Manlio che non voglio più ritornare in ospedale, non voglio più subire l'umiliazione del mio corpo, che continuo a vivere come sacro, per improbabili o sicure guarigioni. Il passaggio ospedale - guarigione, mi è insopportabile e quindi voglio essere accompagnata in Svizzera, per una fine sicura priva di passaggi umilianti. Devo fare il testamento biologico. Lo faccio per pudore, per pigrizia, per non disturbare e per infinita stanchezza.

Lo scrivo qui perché di Manlio non mi fido. Per fortuna che c'è il mare.

Sono ritornata in terrazzo e ho ripreso a scrivere mentre ascolto la terza sinfonia di Gustav Mahler diretta da Zubin Mehta.

Mentre ascolto tanta bellezza, su nel cielo mi governa una Luna che gioca con le nuvole.

4 luglio 2020: è sabato di Luna piena. E come sempre, a Marina Romea, non so se andare nella valle a vedere il tramonto o rimanere al Bagno Mercurio in attesa che la Luna inizi il suo cammino di luce.

Sono rimasta qui, al Mercurio.

Manlio voleva rientrare e così, dopo aver mangiato un piatto di squisiti scottadito (sardine grigliate) ho chiesto a Filo degli spiedini. Ottimi anche questi e li ho mangiati al rallentatore. Nel frattempo, il cielo ha iniziato la sua metamorfosi; da azzurro ad un rosa pallido poi sempre più intenso mentre il mare acquistava i toni dell'argento. Intorno silenzio. Le persone che prima chiacchieravano hanno avvertito che qualche cosa di miracoloso stava per compiersi e hanno tirato fuori i cellulari. Ed ecco apparire la luce della Luna che tutto illumina. Ma lì, all'inizio della sua impresa ci è apparsa fragile, delicata, di un tono più chiaro del cielo ormai quasi viola. Ora è notte fonda. Sono nel terrazzo e mentre scrivo illumina le mie parole. Noi due siamo parenti strette.

Mi sono persa, ma solo apparentemente perché in realtà, in questi due giorni, non ho fatto altro che comporre e organizzare la mia festa dei cento racconti. E per farlo ho scelto strade sghembe.

Ora devo trascrivere ciò che i pensieri mi hanno suggerito. Sono le 21.28. La mente mi prende per mano e mi riconduce alla ragione per la quale mi sono seduta qui a scrivere.

Una pausa. Un intermezzo.

Un intermezzo dove ancora una volta tento di dimostrare cosa accade quando una cosa ci colpisce e noi regolarmente tentiamo di darle una risposta. Sempre dialogo e crescita.

Ecco quello che accade con i miei racconti. Le amiche e gli amici a volte "rispondono" con una intensità che supera di gran lunga la mia scrittura. Nella ricerca della risposta spesso nasce una terza entità, nuova. E così prende corpo una particolare "moltiplicazione dei pesci". È Il miracolo delle relazioni.

Ora devo organizzare le testimonianze, devo scegliere. Inserirei tutti i messaggi perché sono dimostrazione di partecipazione e del fatto, anche questo miracoloso, che ancora si legge. Ma per me è cosa complicatissima. Mi faccio aiutare da Federico, il mio caro "ragazzo. adulto". Decidiamo di riportare alcuni messaggi recenti perché nella ricerca mi perderei di nuovo.

Angelo, dopo aver letto, Resurrezione o fine?:

Mariella carissima,
molte cose dolorose sono vissute in silenzio, sotto un cielo carico di luce e bellezza con un azzurro mai visto così da queste parti, in questi drammatici giorni. Ma i miei occhi hanno visto anche Il candore di un prugno fiorito e le margheritine ruffiane a corteggiarlo, sorelle dell’erba come le stelle del cielo. Pensiero di necessità e di poesia incontrarsi con i tuoi compagni di viaggio, lassù nel tuo studio. Che intensità nella chiusura tua e la citazione della sorella Santa. Molto efficaci anche le immagini di Vittorio Nava.
Con l’affetto e la stima di sempre.

Angelo di pianura

Stefania dopo aver letto Affetto notte:

Mariella questa mattina mi sono svegliata discretamente tranquilla e lentamente sono scesa per fare colazione antinfiammatoria e ho pensato che questo fosse il momento giusto, tempo/spazio per leggere il tuo ultimo post. Man mano che lo leggevo con interesse elasticavano pensieri, ricordi, sensazioni, affetti. Sotterraneamente orgogliosa di conoscere già questa storia l’ho letta con il gusto della confidenza… l’ho letta immaginandomela nei luoghi e nelle persone. Che gioia conoscerti quella sera al Mama's che improvvisa scoperta di conoscerci come ritrovarci. Tu che dici “ci assomigliamo pure”… Ci facciamo le foto… Ci riconosciamo... Ma la assomiglianza ritrovata sta nell’essenza. Tu hai giocato il ruolo di Aracne a rovescio con me. Dall’esterno hai tessuto dei fili che hanno riportato al mio centro persone, pensieri, parole poetiche, essenze, verso me. Una ragnatela a rovescio dall’esterno verso l’interno, verso il mio centro. Un filo sei tu, un filo Valeria e Gigi, un filo la musica, un filo Marcello, un filo è Nino, un filo Ravenna in bicicletta, un filo il pensiero poetico, un filo la notte, un filo il mare, un filo proiezioni dei tuoi pensieri che si sovrappongono ai miei. Il video è bellissimo. Mi viene voglia di tornare a Ravenna.

Abbracci.

Cristina, dopo aver letto Angelus Novus e Resurrezione o fine?:

Hai messo insieme un capolavoro assoluto!!! Me lo sono bevuto come il vaccino che tutti aspettano!! Non io che essendo fatalista mi abbevero piuttosto di respiri come quelli che mi hai mandato. Anche io sono sola e non ho mai lavorato così tanto!!! Grazie Mariella! Te lo dico con l'anima!!

Carissima!!! Ho letto d'un fiato questo tuo scritto!! Fra i più belli forse il più bello da te scritto!!! Sei carne incandescente!!! Un bacio!!!

Tua Cristina.

Eleonora, dopo aver letto Angelus Novus:

Ciao amica sublime, mi hai profondamente toccata con Angelus Novus, più di sempre. Ti penso come Inanna, dea sumera che dal grande alto pose orecchio e volse lo sguardo al grande basso più e più volte finché non diventò la grande impiccata degli inferi o il segno della Vergine.
Grazie, ti voglio bene.

Anche Inanna aveva l'orrore del domicilio come noi. Ma forse ho confuso il pianeta Venere col segno della Vergine. La memoria mi abbandona sempre più.

Marcello, dopo aver letto Affetto notte:

Grazie sempre dei tuoi quadri, dipingi anche quando scrivi. Scriverai di Aracne e dell'ingiusta Atena. Non so se razionalità si applica a lei. I greci antichi avevano due parole per "mente" e, credo, distinguevano tra Hermes, il pensiero lucido, l'intelligenza acuta e Atena a cui sono d'accordo di ascriverle "ragione", meno sicuro rappresenti la razionalità.

Lilli, dopo aver letto Affetto notte:

Rileggo con calma. Per conoscere il tuo amico Marcello, il suo ragno, la gatta e i mirabili effetti ottici. La tessitura e i suoi miti e le sue storie antiche come il mondo. Bello poter raccontare della propria creatività ed essere capiti al volo. Forse un po’ di autocompatimento. Disegno fiori e motivi per il punto ombra, leggo di chi ricama e parlo con donne che chiuse nelle case passano il tempo a creare piccoli, sconosciuti, mirabili capolavori destinati solo al chiuso dei cassetti, opere d’arte il cui unico scopo è dare tempo e sollievo a chi li fa.
Io, nel rileggerti, in bilico tra la rinnovata ansia per il Covid e la voglia di racconti come i tuoi. Sarà la mia salute “complicata”, sarà che mi è tornato il fuoco di Sant’Antonio (forma leggera per fortuna), saranno le notizie sui nuovi focolai...
Un abbraccio e non dimenticare di inviarmi, sempre, i tuoi racconti.

Vittorio, dopo aver letto Angelus Novus:

Bello il tuo articolo Mariella.
Mi è piaciuto molto, così disperatamente dubbioso ribelle e “ricercatore”, perché si capisce che eri, sei, e sarai sempre alla ricerca di qualcosa, mi viene da dire: nella buona e nella cattiva sorte, pensando ad angeli e sacramenti, non necessariamente matrimoniali, ma di conoscenza.
Un’altra cosa su cui mi ha fatto ragionare riguarda la critica di Benjamin all’Angelus... una critica e una interpretazione ricca e bellissima, citata anche da Mancuso in una sua prefazione ad un meraviglioso libro di un sociologo che vi dirò... stavo dicendo interpretazione bellissima ma libera nella sua creazione. Cioè... Benjamin ha creato arte guardando arte, non mi azzardo neanche a dire se ciò che scrisse era vero o no, non mi interessa, mi interessa invece che sia partito dall’arte per arrivare all’arte in una sognante e possibile interpretazione. Quindi siamo sempre lì, seminando arte si raccoglie bellezza... tu Mariella avrai sempre questo compito, ma fortunatamente l’abbiamo anche noi, pur un po’ bastardi, per il lavoro che facciamo, e per estensione ce l’hanno tutti... guardare il bello, divorarlo e trasmetterlo.

Claudia, dopo aver letto Le tartarughe:

In questa notte insonne arriva il tuo racconto a farmi sorridere, che delizia, regalo inaspettato... hai capito tutto e riesci a farmi ridere anche se naturalmente ci sarebbe da piangere...
Sei grande… bacino della buona notte.

Mirta, dopo aver letto Affetto notte:

Capisco solo per frammenti.