Diario di bordo. Anno zero. Giorno nove.

Il mondo moderno usa la forma dei ‘test’, quelli delle riviste un po’ psico-casalinga di Voghera, non per descrivere caratteri, pregi e difetti dei lettori assettati della nuova conoscenza del Sé, bensì per altri oggetti (a noi?) ignoti della mente. Come lo è la pagina in cui sono incappata io, ed altri lettori di lettere, si intende.

Siamo persuasi – anche tanti altri lo affermano perché non ci credono – che per capire la mente quello che serve di meno è la nostra mente. Addirittura rappresenta spesso una sorta di spettacolo pietoso e magari anche costoso in termini di ‘risultati’ di vita. Tra le intenzioni di chi la usa, ma che poi resta usata, e i risultati concretamente possibili, che sono quelli del ‘mezzo’ (logicamente?!) – e tanto più esclusivamente del mezzo, quanto di meglio che funziona.

In realtà i pensieri si fanno attrezzi e strumenti ai quali sempre non si ricorre come tali, e meno ancora si usano. Uno di questi fondamentali e trascurati attrezzi è l’analisi.

Ma come si fa, e cosa si fa, per ‘l’analisi’ o ‘auto-test’ di un oggetto astratto chiamato Pensiero? Già esso conterrebbe al suo interno quello che si chiama Analisi, che del primo è un tipo. Non è facile rispondere: non ci sono esperienze realmente condivisibili, a meno che non ci sembri logico auto-assegnarci la smania della semplificazione attraverso la Lanterna Taumaturgica dello schema di un altro.

Provo a compiere un’analisi, partendo da un’ingenua origine delle cose. Mi sembra che l’analisi sia principio dell’oggetto mente fin dai più antichi e, sempre per questo motivo, è assegnato all’immaginario umano come processo fai da te, non on-demand insomma, rovesciandone il senso. E, nel corso della storia, si vedranno altre cose di importanza trascurata, ad esempio, che il più delle volte il discorso sulla mente è metonimico, ovvero se ne parla discorrendo di qualcos’altro, quasi sempre del mezzo, o causa esterna che lo produce.

Ora, potrete continuare a seguirmi in questa analisi, che, vi parrà, di analisi logica non ce n’è parvenza, ma, non me ne vogliate, se vorrei parlare del nuovissimo test, quello della Lanterna Fantasmagorica. Sì, sì, se ne parla da secoli, ma parlando del suo mezzo, Lanterna Taumaturgica, Magica, di Aladino, di egual tempo si parla del suo prodotto, e fin qui retorica dove siamo. Ma il nuovo test salirà così di livello più della vostra sublime reticenza dell’analisi del prodotto del prodotto, vale a dire della Mente in cui l’Uomo, normale e qualunque, si è incarnato – e ‘pensa’ ritrovato’ come un accessorio subalterno al mezzo dell’Analisi (di altri).

Lanterna Magica! Dicci la grande verità, dacci un parere tecnico, un consiglio paterno! Siamo pronti ad imparare che vi è la moltiplicazione più grande che traduce un esemplare chiamato ‘Tipo’ in molte copie.

Sempre considerato che l’Uomo lo intendiamo come orfano di un amorevole analisi, qui, nel nostro contemporaneo, che gli fu sempre odiosa matrigna fingendosi madre e come figlio adottivo la zona test prende una forma quasi epistolare ossessiva, spinta al limite della maschera, da mettere con l’altro.

La lanterna taumaturgica. L’auto-test

Elencate in ordine alfabetico i nomi inventariati che si usano o si sono usati per definire i disturbi psicologici, a loro volta suddivisi in una quindicina di ‘categorie’: somatoformi, sessuali, psicotici, fittizi, dissociativi, personalità, dell’umore, dell’infanzia/adolescenza, dell’adattamento, del sonno, del controllo dell’impulso, del comportamento alimentare, d’ansia, cognitivi, patologici. Eccoli qua, e sono solo i meno ignoti:

-delirio di Capgras
-sindrome di Fregoli
-delirio di Cotard (che non ha nulla a che fare con codardo)
-paramnesia reduplicativa
-sindrome della mano aliena
-micropsia
-sindrome di Gerusalemme
-sindrome di Parigi
-fuga dissociativa
-sindrome dell’accento straniero
-sindrome di Stoccolma
-sindrome di Lima
-sindrome di Stendhal
-sindrome di Diogene
-sindrome di Münchhausen.

I miei preferiti:

-delirio di Alice nel Paese delle Meraviglie
-apotemnofilia
-sindrome di Hikikomori

…quello che non riesco a capire è come una nave tutta costruita di ferro, piena di cannoni di ferro, come quella, possa stare a galla. È una nuova conquista del Governo?

(Anonimo intervenuto dopo la proiezione della “Corazzata Potemkin” di Eisenstein)

Cara Lanterna,
tu che hai il potere di operare miracoli, forse ti sarai chiesta la ragione della mia analisi in questa epoca agnostica che la sa lunga,
che la sa tutta,
per farci ‘vedere’ quale sia l’origine e il mistero – svelato - della luce taumaturgica, affinché si possa comprendere meglio la giusta ragione, ritenendo, essa, di compiere il prodigio di massa, sollevandola dall’onere, all’ubbidienza. Al test.

Brano consigliato: Turisti della democrazia di Stato Sociale.