In un regno molto lontano viveva un bellissimo principe. Aveva occhi blu come il mare, capelli neri come la notte e pelle dorata come il sole. Il suo palazzo era magnifico, e magnifiche erano anche le dame che arrossivano al suo passaggio. Ma il principe non era felice. Il re e la regina lo stressavano di continuo perché diventasse un erede perfetto, e lui si annoiava a starsene chiuso nel palazzo senza mai poter fare quello che voleva.

Così un po' per pigrizia, un po' per tristezza, un po' per dispetto, smise di lavarsi di pettinarsi e di cambiarsi i vestiti. Si metteva anche le dita nel naso davanti alla corte e lanciava in giro le caccole. Le voci riguardo i suoi capelli arruffati e la sua camicia macchiata si sparsero subito in tutto il regno, tramutandosi spesso in spaventose leggende. Ormai era conosciuto da tutti come "il principe sciatto". Il re combatteva con coraggio per preservare la buona reputazione della stirpe reale, ma il principe sciatto si dava alla pazza gioia ridicolizzandolo in ogni situazione.

Alla fine il re trovò un'unica soluzione valida: allontanare il figlio da palazzo. Lo mandò in un'enorme casa con un enorme giardino, perché era pur sempre un principe e tutte le sue cose dovevano essere enormi. Il principe sciatto era finalmente libero e voleva godersi la vita, ma poiché non sapeva da dove cominciare si sentiva irritato. "Come posso riuscire a farmi qualche amico? Sono così timidooo", si diceva, e arrossiva davanti allo specchio. Con i suoi gatti girava per casa in pigiama borbottando, sognando a occhi aperti e facendo malefici piani ridicoli. Comunque continuava a non lavarsi mai, e la sua casa assomigliava sempre di più a un enorme mondo caotico.

Un giorno aveva una gran voglia di salame piccante e si decise a uscire per comprarlo, ma in ciabatte, perché allacciarsi le scarpe era troppo faticoso. Arrivò in una strana salumeria e lesse "salame piccante" su di un'insegna. Subito indicò uno di quei bei salami. Il salumaio glielo incartò chiedendo una somma di denaro spropositata, ma al principe sciatto sembrava normale dover pagare tutto tanto e non s'insospettì affatto. Appena tornato a casa il principe afferrò con foga il salame, e stava per tagliarlo quando sentì un urlo acuto: "Aiuto! Fermati! Non puoi mangiarmi!". Il principe sciatto saltò in aria: "Tu... perché parli? Non dovresti essere solo un salame piccante?". "Ma che dici? Io sono un salame parlante, non hai letto l'insegna al negozio?". "L'ho letta, ma diceva 'salame piccante'". "No, diceva 'salame parlant'". "Dannazione! Avrò visto male perché sono miope e non ho mai voglia di andare dall'ottico a ritirare gli occhiali". "Non ti sei chiesto perché un semplice salame piccante costasse così tanto?". "Ma figurati, era il prezzo giusto per un salame da principe". "E va beh, comunque non puoi certo mangiarmi. Io sono fatto per pensare ed essere amico di grandi uomini. Tu sei colui con il quale vivrò d'ora in poi. Sono felice di aver finalmente trovato una casa e un amico!". Il principe sciatto non aveva molta voglia di tenersi un salame come amico, ma pensò che per iniziare poteva andare bene, così si sarebbe abituato ad essere meno timido.

Venne fuori che il salame parlante conosceva davvero molte cose: per giorni gli parlò di persone, magie, regni strani e lontani. Ad ascoltarlo gli occhi del principe sciatto diventavano tondi, umidi e carini. Il principe sciatto sognava di visitare quei luoghi e di incontrare quelle persone. Un giorno decise che aveva ascoltato abbastanza: era giunto il momento di agire. Ma era molto stanco, aveva molta fame e a casa non c'era più niente di buono da mangiare, aveva anche molta voglia di salame piccante. Non poteva uscire a comprare un salame con la pancia che gli brontolava in quel modo, perché si sentiva troppo privo di energie. C'era solo una cosa da fare: mangiare il salame parlante, che non sembrava poi così diverso da piccante. "Senti, io sto per morire di fame e tu scadrai tra poco", disse il principe sciatto, "non ti andrebbe di diventare parte di me prima di decomporti andando incontro a una morte indegna?". "Ma ho ancora un giorno di vita, e sarebbe bello passarlo insieme". "Però se ti mangio staremo insieme per sempre". Il salame piccante si fece coraggio e pensò a com'era stata breve ma bella la sua vita: pur senza averle viste aveva conosciuto un sacco di cose, e poi le aveva raccontate tutte al suo caro amico. "E va bene", rispose, "puoi mangiarmi, ma promettimi una cosa: viaggerai e visiterai i luoghi di cui ti ho parlato, così anch'io potrò vedere tutto attraverso i tuoi occhi".

Il principe sciatto improvvisamente si commosse: dopo tutto aveva davvero un animo nobile quel salame : "Prometto, poiché questi sono anche i miei desideri" dichiarò. Dopo aver mangiato il salame parlante con grande solennità, il principe sciatto si sentiva sfamato e appagato, ma era troppo pieno per uscire di casa e si sentiva anche un po' triste. A breve sarebbe cominciato il telefilm che gli piaceva tanto: "Posso benissimo partire dopo", borbottò, e si spaparanzò sul divano.