Andai in Cappadocia per un workshop fotografico, sapendo che vi erano dei bellissimi scenari lunari e le città sotterranee, ma non rendendomi bene conto di quanto fosse effettivamente bella la Cappadocia. Ogni valle è completamente diversa dall’altra, la valle gialla, la valle rosa, la valle dei piccioni, i camini delle fate, sono una più bella dell’altra. Mi piacque talmente tanto che dopo una settimana di workshop decisi di tornarci per un mese durante l’estate.

Appena arrivata mi sono trovata davanti il così chiamato “Castello di Uçhisar” che non è un vero e proprio castello ma una fortezza scavata nella roccia, oggi piuttosto consumato ma incredibilmente affascinante. L’intero paesino è delizioso, le antiche abitazioni nelle parti vecchie dei paesi sono state scavate nella roccia con delle enormi arcate spesso a tutto sesto. Le case sono semplici ma arricchite dall’allegria dei turchi locali che a parte essere gentilissimi sono bravissimi a suonare la loro versione del mandolino, il “saz”. Sembra di tornare indietro nel tempo, ci sono pochissime macchine e le poche che ci sono, sono vecchie di almeno venti anni e ovunque si vedono carretti tirati da cavalli, asinelli o muli. La gente conduce una vita piuttosto rurale, ma il posto è così bello e tranquillo che non nascondo di aver avuto voglia di prendermi una casetta lì e di non tornare più.

Una mattina, mi sono alzata alle quattro per andare a fotografare le mongolfiere che partivano, poiché una delle maggiori attrazioni della Cappadocia è il volo in mongolfiera sopra alle tante valli. Non dovevo volare quella mattina, solo fare le foto e quindi mi ero organizzata con i proprietari di una delle compagnie di mongolfiere che mi sarebbero passati a prendere la mattina presto e mi avrebbero portato con loro fino al punto di partenza, dopo di che li avrei seguiti con il pickup che trainava il carrello per poi riportare la mongolfiera a casa.

Mentre si stava gonfiando la mongolfiera, il pilota che parlava solo inglese e turco mi chiese se volevo volare anch’io perché c’era una coppia d’italiani che non parlavano l’inglese e siccome lui era non vedente e il biglietto piuttosto oneroso, volevano che almeno qualcuno potesse tradurre per lui ciò che diceva il pilota. Ho accettato di buon grado ed è stato davvero emozionante.

Il volo di per sé è meraviglioso, sembra di galleggiare nell’aria e il cestino è abbastanza alto da potersi sporgere tranquillamente senza avere paura di cadere. Le mongolfiere seguono le correnti d’aria, ma si può decidere se farle salire o scendere a seconda della quantità d’aria calda che entra o che esce. Siamo saliti e scesi nelle varie valli, quasi potendo toccare i muri con le mani, vedendo la miriade di colori che si presentavano nei vari strati rocciosi. Tutto ciò che mi diceva il pilota e quello che vedevo lo descrivevo al signore cieco, e quando è finito il nostro volo, lui commosso, mi ha abbracciata e ringraziata dicendomi che grazie a me era riuscito a vedere con i miei occhi. E’ stato commovente e devo dire, una delle più belle giornate della mia vita.

Indubbiamente vedere le valli dall’alto ha il suo fascino ma per scoprire molte meraviglie nascoste, bisogna andarci a piedi. Passeggiando in una valle, a un tratto c’è un buco nella roccia, come ce ne sono altre migliaia, ma in questa in particolare, si entra e si resta a bocca aperta. C’è un’intera chiesa scavata nel tufo con tanto di colonne tutte di un pezzo. Chiaramente nelle valli bisogna andarci accompagnati dalle guide, altrimenti, non solo si rischia di smarrirsi ma anche di perdersi dei posti meravigliosi che non si troverebbero mai da soli. Ovunque ci sono chiesette rupestri nascoste, ma questa era in assoluto la più bella e la più grande.

Ogni valle ha la sua conformazione e i suoi colori, ma di particolare interesse sono quelle verso Çavusin, dove si trovano i cosiddetti camini delle fate. Si chiamano così per via della credenza popolare che la parte rocciosa più compatta fosse stata piazzata sopra una piramide di tufo più friabile dalle fate stesse.

Un’altra esperienza indimenticabile è passeggiare nelle valli a cavallo e fermarsi a raccogliere le albicocche che si trovano ovunque e sono le più dolci che io abbia mai mangiato, infatti, quand’è periodo si vedono essiccare sui tetti delle case. Nel dubbio di dove andare in vacanza proporrei una visita in questo posto magico, ma fa molto caldo d’estate e molto freddo d’inverno, quindi i periodi migliori sono la primavera e fine estate/inizio autunno, anche perché vale davvero la pena visitare quante più valli possibili, sono tutte diverse e tutte bellissime, ma si cammina parecchio!