Mariella cosa fai a Capodanno? Era la domanda che i miei amici mi facevano, in prossimità del fatidico giorno. Non sapevo cosa rispondere, non avevo in mente niente di particolare. Il 26 dicembre un’illuminazione: vado a vedere le cascate dell’Iguazù, poi Salta e i suoi dintorni. Telefonate agli amici, per vedere se qualcuno era disposto a venire con me. Naturalmente non ho trovato alcuno che potesse impegnarsi a intraprendere un viaggio impegnativo, così su due piedi e, per una meta così lontana.

Il 31 dicembre sono partita da Milano e ho trascorso il Capodanno in aereo. Certamente è stato un Capodanno ad alti livelli! Ma la vera festa è stata nei giorni successivi in Argentina… Arrivata a Buenos Aires, che avevo già visitato in un mio precedente viaggio, ho preso un aereo per Port Iguazù, che al mio arrivo mi è apparsa subito una cittadina vivace e non stravolta dal turismo. La città si trova a 18 km dalle celebri cascate dell’Iguazù che, situate nel omonimo parco nazionale, sono un punto di confluenza di 3 stati: Brasile, Argentina e Paraguay; ma solo dal Brasile e dall’Argentina è possibile arrivarci. Non ho indugiato e, nei due giorni successivi, ho visitato le cascate, prima dal versante brasiliano - prendendo anche un elicottero per vederle nel loro insieme - e poi dal versante argentino.

Patrimonio dell'Unesco, le cascate dell'Iguazú mi hanno colpito per la loro grandiosità: sono un sistema di 275 cascate con altezze fino a 70 metri che si sviluppa per oltre 2,7 chilometri lungo il fiume Iguazù. Come pure mi hanno affascinato l'immensità dei parchi che lambiscono il lungo tratto che compone il sistema delle cascate e gli animali lì esistenti: scimmie (una dispettosa mi ha strappato di mano l’empanada, un fagottino di pasta ripieno di carne, tipico dell'America Latina, che stavo gustando), iguane e tapiri.

Sul versante argentino si trova la Garganta del diablo (la Gola del diavolo), la più imponente fra tutte: forma una U profonda 150 metri e lunga 700. Le imponenti masse d'acqua, che cadono rovinosamente, creano immense nubi di vapore e d’acqua, che lambiscono quando si passa sulle passerelle costruite per ammirare più da vicino questo spettacolo naturale.

Con questo straordinario spettacolo naturale negli occhi, ho preso un aereo e sono arrivata a Salta, città situata a nord ovest dell’Argentina, ai piedi della Cordigliera delle Ande. Salta, città coloniale, con i suoi edifici imponenti, come la cattedrale del XVIII secolo, il Cabildo, il parco cittadino Plaza 9 de Julio e i magnifici paesaggi che la circondano, è ritenuta una delle più belle città argentine ed è, infatti, soprannominata Salta La Linda (Salta La Bella). Da Salta, nei giorni successivi, lasciati alle spalle la foresta subtropicale e i campi coltivati anche a tabacco, ho raggiunto in macchina, aggregandomi a dei giovani turisti argentini, mete ricche di spettacolari paesaggi, strette valli, circondate da vertiginose mura di roccia colorata, verdi praterie, aride distese costellate di cactus, resti salini e villaggi immutati nel tempo.

Con i miei nuovi compagni argentini, gentili e un po’ meravigliati che girassi da sola, ho percorso la Quebrada de Humahuaca, canyon dai mille colori protetto dall’Unesco e visitato i suoi graziosi pueblos Purmamarca a piedi della montagna di sette colori e Humahuaca, dove la vita sembra essersi fermata. Ho camminato su la Salinas Grandes, resti salini di antichi laghi. Ho visitato San Antonio de los Cobres, cittadina posta a un'altitudine di 3375 metri sul livello del mare, nella Quebrada del Toro, capoluogo del dipartimento Los Andes, e Cachi, che è un centro turistico dell'alta Valle Calchaqui, dominato dall'imponente massiccio innevato di Cachi con le sue otto cime.

In questo mio muovermi, ho ammirato le inaspettate formazioni glaciali nel deserto d'alta quota, le miniere di zolfo e di rame dai colori psichedelici, le scenografiche formazioni del deserto rosso, i siti archeologici Incas, il parco los Cardones (una foresta di cactus) i piccoli e colorati pueblos. Non sono riuscita, invece, a prendere, perché in manutenzione, il Tren de las Nubes (treno delle nuvole). E’ così chiamato perché in alcuni tratti sale a oltre 4000 metri sul livello del mare e spesso si possono vedere nuvole sotto i suoi viadotti; parte da Salta, percorre la Quebrada del Toro, raggiunge e supera questa notevole quota, e, attraversando la Cordigliera delle Ande, arriva in Cile.

Un motivo in più per ritornare. Il Viaggiare ti lascia sempre il gusto di cose viste e cose da vedere.