La famosa Sorrento è conosciuta in tutto il mondo e soprattutto nel cuore dell’estate italiana è frequentata da innumerevoli turisti provenienti da ogni dove, che in un clima sempre vacanziero si ritrovano per le strade o sulle spiagge del luogo per ammirare le bellezze della natura e assaporare le prelibatezze locali, e per fotografare qualunque cosa attiri la loro attenzione.

Un luogo abbandonato potrebbe essere un danno di immagine in ogni altra località turistica, ma non a Sorrento dove diventa un'attrazione, diventa uno dei luoghi abbandonati più fotografati in assoluto, ispirazione per molti artisti che lo hanno dipinto, fotografato, immortalato in ogni modo e da ogni angolazione: il Vallone dei Mulini, situato alle spalle di Piazza Tasso, da secoli domina il centro della città di Sorrento, anche se non ne é l’attrazione maggiormente conosciuta. Offre uno spettacolo particolare creato nei decenni dalla natura riappropriatasi di spazio e di ambiente sottratto precedentemente dall’uomo: un vecchio mulino è all’origine del nome della zona, utilizzato nei tempi antichi per la macinazione del grano la cui attività cessò all’inizio del Novecento. Una segheria che era alimentata dalle acque sorgive e un lavatoio pubblico insieme al mulino facevano parte di una unica zona produttiva dell’antica città. Lo stesso luogo era inoltre utilizzato per l’estrazione del tufo, ottima pietra da costruzione prima dell’avvento del cemento, quindi si possono trovare tutto intorno delle caverne di estrazione del tufo e grotte artificiali. Era dunque un vero e proprio punto di ritrovo per la popolazione locale sia a livello lavorativo che sociale, fatto dimostrato dalle numerose stampe del passato, poi in seguito alla realizzazione di Piazza Tasso e del cambio di usi, costumi e mezzi, fu gradualmente abbandonato.

Osservandolo dall’alto dalla ringhiera di Via Fioritura a Sorrento, il vallone appare come una piccola gola che attraversa la montagna: un sistema di 5 valloni, che anticamente percorreva la penisola sorrentina indicando i confini tra i vari paesi, sono la macrostruttura a cui esso appartiene. Realizzando la piazza il vallone è rimasto isolato in quanto tutte le vie di comunicazione possibili per raggiungerlo sono state chiuse. Data la quasi totale chiusura dell’area, al suo interno l’umidità rimane costante e gli eventi atmosferici non intaccano minimamente la struttura in pietra. Godendo di un microclima umido permanente vi crescono specie arboree particolari che hanno ricoperto il mulino offrendo scorci particolarmente suggestivi: tra la vegetazione spicca la Phillitis Vulgaris, uno splendido e raro esemplare appartenente alla famiglia delle felci.

Di tutte le precedenti vie per raggiungere il Vallone dei Mulini, non rimane altro che un cancelletto visibile dalla strada che collega Piazza Sant’Antonio con il porto e un piccolo ponte ancora presente tra la vegetazione, ma purtroppo non è possibile oltrepassare il cancelletto che consentirebbe l’accesso al fondo della valle, perché la zona del Vallone dei Mulini è proprietà privata e non è aperta ai visitatori, quindi può essere solamente ammirata a distanza. La presenza dei valloni intorno a Sorrento può essere considerato come un qualcosa di veramente importante per quel che riguarda il paesaggio locale e segna una svolta dal punto di vista storico e addirittura linguistico. Secondo alcuni studiosi, infatti, l’antico significato del nome di Sorrento non avrebbe alcun collegamento con il mito delle Sirene ma deriverebbe dal greco “surreo” che vuol dire “scorro insieme”.

Ciò che per secoli ha reso splendida la penisola sorrentina sono stati i suoi territori, l’utilizzo dal punto di vista agrario dei terreni, i tipi di insediamento umano e le caratteristiche socio-culturali della popolazione. Il tutto ha dato vita a un ambiente del tutto originale e tale da colpire chiunque lo visiti, e cosi è stato da molto tempo, vista l’enorme frequentazione dei luoghi documentata dalle innumerevoli opere d’arte sia italiane che straniere che li ritraggono. In parte, ancora oggi, la natura dei suoi terreni è costituita da un'altalena di rocce tufacee e calcaree, che hanno dato luogo a un tipo di terreno particolarmente adatto alle colture arboree. L'utilizzo di queste terre vede vigneti e uliveti battersi duramente con gli agrumeti (aranceti e, soprattutto, limoneti), in uno scontro amichevole di colori, che si contrappongono, soprattutto in estate, tra il giallo, l’arancio e il verde-argenteo, e lo spettacolo è creato dalla mano dell’uomo unita al lavoro incessante della natura; da questa simbiosi e da questa ambientazione nasce la capacità e la possibilità che un luogo abbandonato da un secolo e oltre possa diventare un'attrazione che in qualunque altro posto sarebbe stata dimenticata e nascosta.

Queste terre hanno dato vita anche a tradizioni che si tramandano da generazioni. E tra queste, una delle più importanti è sicuramente un'antica ricetta dalla quale si ricava un liquore chiamato Limoncello, prodotto assolutamente naturale ottenuto dall'infusione delle bucce di limone in alcool purissimo, per la quale realizzazione vengono impiegati limoni coltivati e raccolti in queste zone. Quindi in una caldissima estate sorrentina, ma anche in qualsiasi altro periodo dell’anno, in cui sicuramente il tempo e la temperatura saranno miti, consiglio vivamente di fare una visita a Sorrento, per ammirare tra le altre cose, il Vallone dei Mulini, e sorseggiando un bicchierino di Limoncello, dall’alto di Piazza Tasso, certamente con la fantasia potrete tornare indietro nel tempo e come gli artisti del secolo scorso osservare e condividere la vivacità del popolo e la bellezza dei luoghi.