Ai nastri di partenza “ImCalabrese”, un progetto ambizioso che riguarda una terra bellissima quanto oltraggiata come la Calabria. Dalla classica piattaforma web, essenziale per poter condividere informazioni e scambiarsi esperienze, i fondatori sono Ottavio Crivaro, ingegnere atipico con una forte passione per la sua terra di origine ma che vive a Milano, Stefania Emmanuele e Domenico Boi, operatori culturali e turistici con dei curriculum che evidenziano significativi traguardi anche al di fuori dei confini regionali. Tutti insieme cercheranno di rendere tangibile il progetto anche sul territorio mediante la realizzazione di luoghi fisici e servizi volti a facilitare l’incontro, lo scambio, le relazioni e le esperienze, in una prospettiva di vera e propria “economia condivisa” o di “economia della condivisione”.

ImCalabrese - ribadisce Crivaro - è un progetto di orgoglio e voglia di far conoscere i valori di una terra ricca di cultura, tradizione, bellezza. Con ImCalabrese vogliamo permettere a tutti di "vestirsi" dei valori di questa terra e di sentirsi parte di una comunità e testimone di essa. Puntiamo a facilitare il contatto diretto con questa terra e le sue persone per coloro che la conoscono poco; ma vogliamo anche offrire ai calabresi stessi la possibilità di mettersi a disposizione e fare qualcosa di utile per la propria terra.

Come procederà il suo sviluppo step by step?

Ottavio Crivaro: Pensiamo a una piattaforma che dia visibilità a chi ha esperienze da raccontare e che offra servizi e contenuti a chi ha voglia di conoscere meglio questa terra. Subito dopo cercheremo di rendere tangibile il progetto anche sul territorio con dei luoghi fisici in cui sia possibile incontrare persone e vivere esperienze, oltre ad organizzare eventi. Vorremmo avvicinare sempre di più le persone ai meravigliosi borghi in cui vivono tradizioni e persone e che rischiano di esser dimenticate. Altro passaggio fondamentale sarà la costruzione di una sorta di "alumni dei calabresi", questo al fine di permettere ai tanti calabresi che sentono un forte legame e senso di riconoscenza verso la propria terra di "donare" qualcosa di se stessi, condividendo esempi positivi e di ispirazione per lo sviluppo della Calabria. Infine, ma non ultimo, ImCalabrese è anche un progetto di turismo esperienziale. Vogliamo offrire, a tutti coloro che passano dalla Calabria, di conoscere e vivere persone ed esperienze uniche. Attraverso il coinvolgimento di strutture che fanno dell'ospitalità un valore distintivo nel creare percorsi personalizzati.

Qual è la filosofia alla base del cosiddetto “Turismo di comunità” che ha rappresentato una delle vostre ispirazioni?

Domenico Boi: È il coinvolgimento dei residenti nell’offerta turistica che viene presentata in termini di “esperienza” e interazione dei turisti con la comunità locale, lo stile di vita e i valori autentici del territorio. In tal senso, il turismo di comunità è un “turismo responsabile” e si rivolge ai turisti attratti dall’autenticità dei luoghi, dalla genuinità dei rapporti umani, dalla specificità della cultura e delle tradizioni locali che ricercano un rapporto più stretto con il territorio che desiderano visitare, con le persone che vi abitano.

Cosa permette a un territorio di calibrare la sua vocazione all'accoglienza?

DB: Se un territorio già possiede delle attrattive culturali e/o naturalistiche che generano una discreta affluenza turistica, queste attrattive nel tempo possono calibrare spontaneamente la sua vocazione all’accoglienza, stimolando iniziative imprenditoriali in tal senso. Se, al contrario, il territorio è “addormentato” e non riconosce il valore del suo patrimonio, sarà necessaria un’azione amministrativa strategica o anche solo ad opera di un’associazione (come nel caso di Matera) che sensibilizzi alla valorizzazione delle sue risorse, attraverso progetti e azioni di animazione sociale che rendano partecipe la comunità locale nel processo di sviluppo.

Chi è il tipo viaggiatore che accogliete mediamente nelle vostre zone di residenza e cosa si aspetta di trovare in una nicchia pregiata che resta fuori dal turismo di massa? Di quanto è sua la permanenza media?

Stefania Emmanuele: Il viaggiatore – appunto – e non il turista. Nel senso che il primo ha uno spiccato senso di adattamento, è predisposto alla “scoperta” e all’immersione nella cultura del luogo, al rispetto per le sue tradizioni con cui vuole entrare in relazione e farne esperienza. È su questo profilo che l’industria turistica sta ripensando la sua offerta. Per ImCalabrese rappresenta il target ideale di utenza. Ma in realtà non c’è un piano strategico in questo, solo la consapevolezza, da calabresi “giramondo” che siamo, che la Calabria endemicamente ha la capacità, poco sfruttata, di offrire esperienze singolari, senza doversi inventare nulla, ma semplicemente “dando voce” alla sua comunità - soprattutto quella dei paesi interni - che conserva emblematicamente la sua identità, nel modo di vivere e in quello che fa, dando la sensazione che il tempo si sia fermato. Il viaggiatore che si trova dalle nostre parti è nella maggior parte dei casi proveniente dal nord Europa, americano o australiano, ma ultimamente può arrivare da ogni parte del mondo grazie a booking o ad airbnb e la sua vacanza si distribuisce in un arco di 3 settimane che decide di spendere in diverse tappe del sud Italia di almeno 4-5 giorni ciascuna. Di certo non arriva a in luogo come Civita intenzionalmente, sostanzialmente perché Civita si trova in una posizione intermedia tra destinazioni turistiche vere e proprie, come la Sicilia e la Costiera Amalfitana. Una volta giunto qui scopre un mondo di rara bellezza che non avrà mai i servizi di Taormina o Positano, ma il calore della comunità, la bellezza selvaggia dei luoghi, occhi profondi che ti guardano, il silenzio e la bontà dei cibi; valori che apprezzeranno più di ogni altra cosa.

Si potrebbe azzardare che la vostra sfida potrebbe essere quella di trasformare il turista in un ambasciatore?

SE: ImCalabrese si rivolge a quelle persone che hanno voglia di vivere un luogo, comprenderlo. Quelle persone che quando viaggiano sentono innanzitutto il bisogno di conoscere le persone che incontrano, le loro storie. E naturalmente potranno poi essere loro stessi i primi testimoni e quindi "divulgatori" delle cose belle che la nostra terra è in grado di offrire. È già così per chiunque nel viaggiare faccia esperienze positive, che lasciano emozioni. Non a caso oggi nel costruire un viaggio – facciamo riferimento alle tante informazioni sul web veicolate da chi ha già visitato il posto che noi vogliamo raggiungere. Informazioni che contribuiscono ad aumentare o a diminuire l’appeal di un territorio. Ecco, noi vogliamo dare a questi viaggiatori – calabresi e non - la possibilità manifesta di farsi “ambasciatori” dei nostri valori e del nostro “stile ospitale”, contribuendo come si può e come si desidera alla crescita del nostro progetto, ma soprattutto della Calabria che ha bisogno di essere “raccontata” e “vissuta” con uno sguardo diverso da come è stato fatto fino ad oggi, forse dai calabresi stessi.