Vedute mozzafiato, ambiente naturale d’eccezione, popolato da leoni marini, lontre, cervi, condor, in una successione perpetua di spiagge immacolate, scogliere frastagliate, calette deserte, cascate e tramonti da poster. Nella scelta dell’itinerario d’oltre oceano, quest’anno ho "snobbato" la vasta scelta di magnifici parchi nordamericani a favore della mitica Highway One (Hwy 1), la superba litoranea del Pacifico che serpeggia lungo la costa della California, considerata una tra le più belle e scenografiche dell’intero pianeta. E sulla via villaggi pittoreschi, attrazioni a non finire e città ricche di fascino, come San Francisco e Los Angeles. Progettata nel 1919, oggi la stretta e tortuosa Hwy 1 inizia a nord da Leggett e termina a Dana Point (70 km da San Diego), ovvero 1200 km percorsi in direzione sud, per restare dalla parte dell’oceano, che per noi diverranno 2800 dovendo riconsegnare il camper a San Leandro. A segmenti chiamata anche Pacific Coast, Cabrillo o Shoreline, la Hwy 1 è per ampi tratti piacevolmente semideserta, tuttavia, si raccomanda di procedere con estrema prudenza e, se guidate lentamente ipnotizzati dalle bellezze del paesaggio, eviterete di intralciare il traffico spostandovi nella miriade di slarghi panoramici situati ai margini della strada.

Highway One: The North Coast
A bordo del 4 Winds modello Chateau 2009 (su meccanica Ford E 350-V10) salgo con mio figlio Fabio (12 anni) e l’amica fotografa Sally Brennan, grazie alla quale ottengo dalla compagnia di noleggio Moturis duemila miglia gratis in cambio di alcune foto del viaggio. Lasciata la sede di San Leandro e superato il Richmond Bridge, piantonato dalla possente struttura del carcere di San Quintino, seguiamo la Hwy 101 verso nord per 310 km fino a Leggett, capolinea settentrionale della Hwy 1. Iniziamo a scendere la Hwy 1 e in breve, tra vigneti, parchi e riserve, ci troviamo nella prospera cittadina di Fort Bragg, affacciata all’oceano, base del glorioso Skunk Train a carbone che dal 1885 segue la vecchia ferrovia lungo la Redwood Route, tra foreste d’alberi altissimi. A sud dell’abitato scopriamo il pittoresco Noyo Harbour, noto palcoscenico di svariati film d’avventura, ma soprattutto per il whale-watching delle balene grigie, che migrano da novembre ad aprile, e per la pesca controllata degli “abalone”, grossi molluschi decisamente squisiti. Perlustriamo poi il parco statale attorno al faro di Point Cabrillo, datato 1909, prima di entrare nel leggendario Mendocino, delizioso agglomerato in stile New-England eretto sopra una penisola a scogliera bagnata su tre lati.

Buona parte dei duemila residenti appartiene alla serena comunità beatnik e hippy degli anni ‘60-’70, realizzatasi nei mestieri delle arti: atelier, gallery e organic store raccolti attorno al prestigioso Mendocino Art Center, associazione che dagli anni ’50 attrae artisti da tutto il mondo. Reputazione di “happy hippyland” che tuttora seduce frotte di giovani figli dei fiori, radunati sulla spiaggia attorno a mega falò come ai tempi di Kerouak. In una via del centro ci indicano l’elegante villa vittoriana del Blair House B&B, che nella serie televisiva Murder, She Wrote (La signora in giallo) fu la dimora di Jessica Fletcher a Cabot Cove. La magia del luogo c’incanta e decidiamo di attendere qui la festa dell’Indipendent Day, anche se la costa è coperta dalla classica nebbia estiva (foggy), fenomeno che verso sud tende a ridursi. Il 4 luglio, nel tripudio di bandiere a stelle e strisce, assistiamo a uno straordinario carosello di stravaganze, di gente gioiosa che balla per strada, inno all’amicizia, all’ironia, al piacere del vivere. Gr8888 feel! Dopo quattro notti di sosta nel vicino camping Pomo RV riprendiamo la strada, ma ben presto lasciamo il camper per raggiungere in kayak (US$ 50 a testa) gli scogli frequentati da leoni marini. Purtroppo una coppia di giovani indiane accidentalmente ci urta rovesciandoci in acqua, e una macchina fotografica è persa. Tra interminabili fiordi, baie, lagune e foreste vergini, dalla bella Muir Beach la strada costiera s’inoltra in un breve, ma sinuoso tratto che conduce alle house-boat di Sausalito e al Golden Gate Bridge, passaggio in cui l’Hwy 1 si fonde con la 101.

San Francisco (SF), straordinaria metropoli cosmopolita
Oltre il ponte, la via lungo la baia ci accompagna presto all’Embarcadero e al centro di San Francisco, la metropoli più romantica, cosmopolita e narcisista d’America, con le sue colline, le case vittoriane, i tram a cremagliera e la comunità cinese più estesa di tutto l’Occidente. Per visitare la downtown a piedi o con i tipici trasporti locali, proseguiamo lungo la 101 e parcheggiamo il camper al Candlestick RV Park, che gestisce un comodo servizio navicella di Shuttle Bus per la città. Nella prima di una serie di giornate intense, passate a zonzo per il centro e dintorni, dal capolinea del cable-car in Market/Powell Street saliamo a Union Square, l’area dei grandi Store, ed entriamo a Chinatown passando per il Chinese Gate (Grant Ave). Poi giù per Little Italy, dov’è nato il movimento beat, meta di intellettuali on the road, e Lombard St, nel suo tratto “crookedest” (serpentino), fino agli affollati Fisherman’s Wharf e Pier 39, coi traghetti per Alcatraz, prigione che ospitò Al Capone, gli enormi granchi bolliti per strada, l’Hard Rock Cafè, i leoni marini e i musicisti di jazz e blues un po’ dappertutto. Per tornare a Market St si sale su un vecchio tram importato da Milano che riporta la scritta “vietato sputare”.

E’ stata una piacevole scarpinata, che ci ha permesso di prendere le misure con la città, giudicata facile da girare anche in camper. Nei giorni che seguono, esploriamo col “nostro” mezzo la baia e i vari quartieri, ciascuno con peculiarità proprie, come quello vibrante di Castro, roccaforte dagli anni ‘60 del Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender Community Centre, indicato da un enorme sventolio di bandiere arcobaleno. Confinante, il rione hippy di Haight-Ashbury, incrocio famoso per avere ispirato svariate band durante la Summer of Love del 1967; non perdetevi la casa dei mitici Grateful Dead, al 710 di Ashbury St. Visitiamo poi l’imponente Palace of Fine Arts, il Golden Gate Park e pure la casa di Robin Williams, grazie a un amico pittore che fu suo autista per dieci anni e, infine, partecipiamo al free happening di Mission Dolores Park e alla trascinante atmosfera dello stadio, in due partite di baseball vinte dai Giants.

Highway One: The Central Coast
Da SF prendiamo la 280 verso sud e usciamo nel paese di Pacifica, nuovamente sulla litoranea Hwy 1 che ora segue bassa la costa. Paesaggio arido, alternato da colline coltivate a cavolini di Bruxelles, e numerose spiagge che si susseguono, ciascuna valida per una nuotata nell’oceano. Sosta d’obbligo al Pigeon Point Lighthouse, il faro più fotografato del litorale, prima di terminare la giornata a Santa Cruz, surf-city e icona della California per il suo Beach Boardwalk, un grande parco divertimenti creato sulla promenade del lungomare. Notte trascorsa nel piazzale di un ristorantino messicano, nei pressi del centro, e giornata al lunapark: vivamente consigliato l’otto-volante interamente in legno. Nella baia di Monterey l’Hwy 1 diventa una superstrada trafficata, che taglia vaste distese di fragole raccolte da schiere di contadini messicani. Passiamo San Andreas, epicentro della temuta falda causa di devastanti terremoti, area vergine e a buon mercato, che nessuno vuole abitare. Entriamo nell’affascinante Monterey Bay Aquarium, attratti dal mondo sommerso fino a sera: eccezionale il settore dedicato alla vita segreta dei cavallucci marini.

La mattina seguente, poco a sud troviamo l’ingresso al cosiddetto 17-Miles Drive (US$ 10), un percorso nell’idilliaca penisola privata di Pebble Beach, che si alterna tra foreste di pini e la leggendaria costa di sabbia e roccia, dove in passato affondarono tantissime navi. Curiosa la presenza di cervi che girano indisturbati sui green più famosi del mondo, e non perdetevi The Lone Cypress, che da 250 anni si affaccia sull’oceano, simbolo di tenacia e fonte d’ispirazione per scrittori, poeti, pittori. Prima di diventare una fra le località turistiche più mondane degli States, la Contea di Monterey fu, fino agli anni Settanta, l’illuminata dimora di numerosi guru della beat generation, tra cui Ginsberg, Corso, Ferlinghetti, Burroughs, Bukosky. Al termine del giro peninsulare si entra nella bianca spiaggia di Carmel, paese sede delle esclusive aste di Christie’s, di cui fu sindaco Clint Eastwood. Traccia del famoso attore pure all’Hog’s Breath Inn, ristorante-pub situato nell’Eastwood Building, mentre appena fuori dall’abitato, seguendo il tunnel d’alberi gobbi e ricurvi di Dolores Street, che ispirò Biancaneve e i 7 nani a Walt Disney, arriviamo al suo Mission Ranch, storica fattoria del 1850 trasformata in un prestigioso albergo a prezzi accessibili (doppia da US$ 120). Mi presento alla reception e quando chiedono “is Clint around?” per farmelo conoscere mi emoziono. Eastwood acquistò la proprietà nel 1986 per evitare che fosse trasformata in un misero condominio. A un paio di chilometri dal ranch trovate la Carmel Mission (1771), chiesa-gioiello che dona il nome al paese.

La Hwy 1 riprende a donarci panorami da favola e la durata del viaggio è soggettiva: ogni tratto può durare alcune ore come un giorno intero. Le vedute più spettacolari le abbiamo avute dallo spiazzo del Bixby Creek Bridge e dai Vista Point subito appresso: tra le pietre miliari 58-59 e 55-56, mentre il faro di Point Sur è al miglio 54. Poi la strada s’inoltra per Big Sur e dopo aver cenato nel belvedere del Nepenthe Cafè, disegnato dagli alunni di Frank Lloyd Wright, passiamo la notte nel suo accogliente parcheggio. Purtroppo l’Henry Miller Memorial Library, la casa in cui visse il celebre scrittore, è al momento chiuso. La strada prosegue tortuosa e imperterrita tra visioni di maestosa bellezza. Anziché salire all’Hearst Castle, preferiamo scendere alla spiaggia di San Simeon, affollata d’elefanti marini; dal campeggio si segue il passaggio sotto il ponte. Molti camper, e docce libere, anche nei tre chilometri di sabbia e dune a Morro Bay, protetto dal mega scoglio residuo di un antico vulcano.

Los Angeles (LA), metropoli dai mille volti
Da San Luis Obispo la Hwy 1 si perde nelle Purisma Hills, si mescola alla 101 e riappare sulla costa alle porte di Goleta, residenza di Ronald Reagan, e Santa Barbara, dove visitiamo la gloriosa missione francescana del 1786. Dal Thornhill Broome Camping, una lunga fila di camper sulla spiaggia che sventolano il teschio della pirateria, giocosamente chiamato Jolly Roger, la “nostra” strada, nuovamente stretta tra rocce e oceano, diviene il gate rivierasco di Los Angeles, indiscussa capitale dell’industria del cinema, giovane metropoli dai mille volti, sviluppatasi soltanto dal 1849 grazie alla “corsa all’oro”. Dopo le palafitte di Malibu, sul lato opposto vediamo il Getty Museum e l’inizio del Sunset Boulevard, poi i baywatch di Santa Monica e l’antico molo piantonato dalla giostra del Carosel, famosa per le scene del film The Sting (La stangata) con Paul Newman e Robert Redford. Appresso c’è la fantasiosa Venice, regno di stravaganze, e in breve la Hwy 1 passa davanti alla Loyola Marymount University, dove lavora mio cugino Tony, che ci farà da cicerone per cinque giorni. Siamo nei pressi dell’aeroporto e del Dockweiler RV Park, l’unico camping nell’area metropolitana direttamente sulla spiaggia.

Nei giorni che seguono procediamo a zig-zag per vedere alcuni dei luoghi turistici più rinomati: Beverly Hills, le boutique firmate di Rodeo Dr e Main Rd, strada degli artisti benestanti, il Page Museum, che ospita la più importante collezione di fossili d’era glaciale, l’Observatory sulla collina del Griffith Park, col belvedere sulla città e il busto di James Dean. Passiamo poi accanto al St John Hospital, dove molti attori hanno scelto di finire i loro giorni, e arriviamo all’Hollywood Boulevard perennemente affollato di turisti. Di lato al Chinese Theatre, noto per le impronte degli attori più famosi, troviamo una grande ressa di televisioni e di fan che lasciano fiori, foto e biglietti in un apposito spazio dedicato a Mickael Jackson, appena scomparso. A pochi passi, sul Walk-of-Fame tappezzato di stelle, c’è il Kodak Theatre o “duomo del cinema”, dove ogni anno si consegnano gli Oscar. Per contro, Hollywood è anche un quartiere malfamato e insicuro la sera, per spaccio e prostituzione. L’ultimo giorno a LA lo dedichiamo interamene a Disneyland (US$ 69; 3-9-anni US$ 59), fino a mezzanotte per non perdere il superbo show dei fuochi pirotecnici. Stupefacente il giro sotterraneo nei Pirati dei Caraibi e il film in 5D. Sulla via del sud, prima di giungere a Dana Point, capolinea della Highway One, ed entrare nella Hwy 5 per SF, la nostra fermata d’obbligo si chiama Huntington Beach, surf-city per eccellenza, per pranzare nel dinamico chiosco di Ruby’s in fondo al molo.

Notizie utili
Uffici turistici degli Stati Uniti
Documenti - passaporto a lettura ottica, sufficiente anche per guida e noleggio. Prefisso internazionale - dall’Italia è 001; per informazioni premere “0” (Operator) da qualsiasi telefono.
Emergenza - polizia, ambulanza, tel. 911.
Assicurazione - l’assistenza medica negli USA è costosissima, noi ci siamo assicurati con Europe Assistence (tel. 800443322) per un massimale pari a euro 70.000 spendendo 42 euro a testa. L’assicurazione in camper è compresa nel noleggio.
Soccorso stradale dell’AAA - tel. 1-800.AAA.HELP, oppure 1-800.222.4357 (www.aaa.com). GPS molto utile nelle aree metropolitane, soprattutto a Los Angeles.
Consolati d’Italia - San Francisco, tel. 415-9314924 - www.conssanfrancisco.esteri.it
Los Angeles, tel. 310-8200622

Noleggio Camper
Tutti i tipi di camper, caravan, luoghi e materiali attinenti, sono indicati con la sigla “RV” (pron. ar-vi = Recreational Vehicle).
Moturis RV, 420 San Leandro Blvd - tel. 1-866.668.8772; www.moturis.com
San Leandro si trova d est della baia di SF e dell’Oakland Int’l Airport. Per il noleggio occorre la carta di credito, non pre-pagata. Al momento della prenotazione bisogna versare US$ 200 di deposito tramite Internet, più altri 800 sul posto alla partenza col camper. Attenzione a non confondersi: i camper della Moturis sono tutti a benzina “plus” a 89 ottani. L’anno scorso abbiamo noleggiato il camper alla Cruise America (www.cruiseamerica.com) e quest’anno alla Moturis: entrambe molto valide! Nei mesi estivi non è concesso riconsegnare il camper in sedi diverse da quella iniziale.

Sosta
Al momento del noleggio chiedete le riviste Camp California e KAO Directory, con la mappa dei campeggi. Tuttavia camping RV ce ne sono dovunque, basta chiedere. La categoria varia da 1 a 5 “W” (Welcome), riferite a servizi “F” (Facilities) e svaghi “R” (Recreation). Informazioni dettagliate e prenotazioni online nel sito campcalifornia.com (tel. 1-888.782.9287). Nei centri abitati abbiamo sempre parcheggiato in normali spazi per auto, sufficientemente ampi. Vedrete molti camper raccolti sulle spiagge: campeggio libero tollerato. Per le acque nere chiedete della “dump station”.