Un sabato mattina di Settembre mi svegliai alla buon’ora e decisi di fare qualcosa di nuovo. Era un po’ che non prendevo in mano la macchina fotografica ed era una vita che mi ripromettevo di fare una gita al paese abbandonato di Monterano. Un tempo, in questo luogo sorgeva un borgo magico e affascinante. Una volta borgo commercialmente importante, Monterano ha anche una chiesa progettata dal Bernini.

A seguito di un saccheggio, prima, e di un’epidemia di malaria, dopo, Monterano fu abbandonato, marcando per sempre il suo declino. La strada per raggiungere l’antica Monterano dal paese di Canale Monterano è una piacevolissima stradina di campagna immersa nei boschi. Non si può raggiungere a piedi perché è troppo lontana dal centro del paese, ma una volta raggiunta la prossimità del sito, si è obbligati a proseguire a piedi.

Non solo il paese era stato abbandonato a suo tempo, ma lo è tutt'oggi, non c’era nessuno. L’unico rumore che sentivo era lo scorrere del Mignone e il cinguettio degli uccelli. Il cielo era di un blu quasi elettrico, il verde intenso e, dove la vegetazione era più fitta, sembrava che anche l’aria fosse tinta di verde.

Il borgo si erge sulle pendici di una rocca tufacea dove si possono scorgere delle tombe etrusche scavate nella roccia. A un certo punto ho visto delle tombe, e avvicinandomi, ho scorto una scalinata e un’arcata che conducevano all’interno del borgo. Sono rimasta esterrefatta quando ho capito che c’era un’intera città ancora da esplorare!

Sapevo che era spesso stato usato come location per film tra cui Ben Hur e Il marchese del Grillo, e avevo sentito dire che il luogo era molto suggestivo, ma non mi rendevo conto che avrei trovato un intero villaggio con tanto di castello. Ero solo a conoscenza della chiesa e del convento, quelli della scena in cui Don Bastiano si trova in campagna nella vecchia chiesa all’ombra del fico. Il fico c’è ancora oggi. A ogni vicolo e a ogni curva che percorrevo, rimanevo sempre più meravigliata da quel che vedevo. C’era un castello che a suo tempo deve esser stato davvero imponente, con le sue torri laterali; un’altra chiesa, un campanile e delle altre costruzioni che non ho identificato.

A un tratto, uscendo da un vicolo, una radura si è aperta di fronte a me e la visione del convento si è manifestata in tutta la sua bellezza. Una visita nella chiesa non poteva mancare, con il suo fico secolare che cresce all’interno. Il tetto non c’è più, ma si possono ammirare le nicchie e i muri ancora intatti. Ritornando dal giro dietro il convento, pensavo che la mia giornata non potesse diventare migliore di così, quel posto mi regalava tale pace e serenità, nonostante la sua triste fine.

Invece, proprio mentre facevo questo pensiero, ho trovato una distesa di quadrifogli. Erano così numerosi che dopo averne presi una discreta manciata non li ho neanche colti tutti. Finito di cogliere quadrifogli, ho girato l’angolo e tornando nel piazzale dove di fronte alla chiesa si trova una splendida fontana ottagonale, ho trovato quattro cavalli liberi che brucavano l’erba e si abbeveravano alla fontana. Adoro i cavalli e vederli in questo posto, così liberi, era quasi una magia.

Mentre ripercorrevo felice la strada del ritorno, scorsi un cartello che indicava una cascata. Effettivamente era tutto il giorno che sentivo il rumore dell’acqua e così decisi di seguire il sentiero che portava verso valle. Il sentiero era ripido e stretto, ma piuttosto ben tenuto. A circa metà strada si trova una via cava etrusca. Proseguendo il percorso, finalmente si giunge in una valle, dove si presenta un paesaggio lunare: enormi pietre tappezzano una parte della valle vicino al fiume, dando un cenno alla sua potenza. Il fiume Mignone quel giorno scorreva come se fosse un ruscello, ma durante la stagione delle piogge diventa un fiume piuttosto importante.

Passeggiando tra le grandi pietre che si trovano a ridosso della riva del fiume, mi sono meravigliata di vedere che il letto era rosso ruggine, quasi un arancione scuro. Immagino sia dovuto al ferro dell’acqua, ma questo colore rendeva ancora più surreale l’atmosfera. Un delizioso ponticello congiunge le rive del fiumiciattolo portando verso il bosco. Poco più avanti del ponticello si trova una splendida grotta con lunghi canali che purtroppo sono chiusi con delle grate. Sarebbe stato divertente entrare.

Per completare la cornice di questa splendida e surreale valle non poteva di certo mancare una sorgente naturale d’acqua sulfurea che zampilla ribollendo. Monterano è un posto magico che trasmette un’energia unica; è stata davvero una giornata memorabile, una di quelle che fanno bene allo spirito.