La passione per i viaggi esperienziali e per la bellezza del mondo, oltre che la curiosità intellettuale, possono essere sani e fortunati elementi di un percorso di vita che porta a incrociare luoghi e destini, luoghi che hanno i loro destini spesso unici e memorabili.

Il cosmo è come una città, un grande villaggio colorato, un immenso bosco verdeggiante o una distesa marina azzurra e trasparente, e il percorso attraverso questi splendidi elementi lo si può rendere anche meravigliosamente interiore. Passo dopo passo.

Ecco perché, in un momento particolare come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da isolamento, distanziamento, e turismo di prossimità, abbiamo voluto provare a realizzare questo percorso più intimo con un giovane influencer, attivo nel settore del cosiddetto luxury travel, un globetrotter che oggi si ferma e riflette con noi.

Andrea Vetrano, classe 1990, siciliano, il cui profilo Instagram conta ormai oltre 220.000 followers, è molto vicino, anagraficamente (ma non solo), alla generazione Z (i nati fra il 1995 e il 2005, i cosiddetti nativi digitali), caratterizzata, secondo un recente studio di McKinsey, da un forte atteggiamento etico e maggiormente orientata al “noi”, a differenza dei “millennials” (la generazione Y, nati tra il 1980 e il 1994), un po' più orientata all’“io”.

Dialogo, verità, realismo, proattività, super-comunicazione e grande interrelazione, scambio, diversa percezione e definizione del consumo (dal possesso all’accesso, singolarità, ossia un consumo che sia una definizione di identità individuale anche nella sua eticità e consapevolezza di rispetto di valori ambientali e sociali condivisi), questi alcuni degli elementi che accumunano le giovani generazioni Z e Andrea, con cui abbiamo dialogato.

Ne è scaturito un viaggio diverso. Ci siamo divertiti (e reinventati) a realizzare questa nuova esplorazione. Alcuni riferimenti classici ci hanno accompagnato, non per puro spirito intellettuale, ma per il ruolo di guida che da sempre hanno. Ci siete? Andiamo allora…

Intimità

Si cercano un luogo di ritiro, campagne, lidi marini e monti; e anche tu sei solito desiderare fortemente un simile isolamento. Ma tutto questo è proprio di chi non ha la minima istruzione filosofica, visto che è possibile, in qualunque momento lo desideri, ritirarti in te stesso; perché un uomo non può ritirarsi in un luogo più quieto o indisturbato della propria anima, soprattutto chi ha, dentro, principî tali che gli basta affondarvi lo sguardo per raggiungere sùbito il pieno benessere: e per benessere non intendo altro che il giusto ordine interiore. Quindi concediti continuamente questo ritiro e rinnova te stesso; e siano brevi ed elementari i principî che, appena incontrati, basteranno a purgarti da ogni nausea e a congedarti senza che tu provi fastidio per le cose a cui ritorni. Che cosa, infatti, ti infastidisce? La cattiveria degli uomini? Considerati i termini del problema – e cioè che gli esseri razionali esistono gli uni per gli altri; che la tolleranza è parte della giustizia; che sbagliano senza volerlo – e considerato quanti già, dopo aver nutrito inimicizia, sospetto, odio, giacciono trafitti, ridotti in cenere, smettila, infine! O forse il tuo fastidio è anche per la sorte che, nell’ordine universale, ti viene assegnata? Ritorna col pensiero all’alternativa: «O provvidenza o atomi», e a tutti gli argomenti con cui fu dimostrato che il cosmo è come una città. O forse ti sentirai toccato dalle cose del corpo? Torna ancora a pensare che la mente non si immischia con i movimenti dolci o aspri del soffio vitale, una volta che abbia isolato sé stessa e preso cognizione del proprio potere; e poi pensa a tutto quello che hai ascoltato intorno al dolore e al piacere, e su cui hai espresso il tuo assenso. O sarà forse la preoccupazione di una misera fama a fuorviarti? Guarda la rapidità dell’oblio che investe tutto, l’abisso dell’eternità che si estende infinita in entrambe le direzioni, la vacuità della rinomanza, la volubilità e la sconsideratezza di chi sembra tributare elogi, e l’angustia del luogo in cui la fama è circoscritta. Perché tutta la terra è un punto: e quale minuscolo cantuccio della terra è questa dimora? E, qui, quanti e quali sono gli uomini che ti elogeranno? Ricorda, allora, che puoi ritirarti in questo tuo campicello, e soprattutto non agitarti e non darti troppa pena, ma sii libero e guarda la realtà da uomo, da essere umano, da cittadino, da essere mortale. E tra i principî che più dovranno stare a portata di mano quando ti ripiegherai su di essi, vi siano i due seguenti. Il primo: le cose non toccano l’anima, ma stanno immobili all’esterno, mentre i turbamenti vengono soltanto dall’opinione che si forma all’interno. Il secondo: tutto quanto vedi, tra un istante si trasformerà e non sarà più; e pensa continuamente alla trasformazione di quante cose hai assistito di persona. Il cosmo è mutamento, la vita è opinione.

(Marco Aurelio, Ricordi)

Un viaggio all’interno di noi, perché quella (ri)scoperta intima ci riporti a vedere l’esterno con occhi diversi. Oggi il viaggio è sicuramente diverso dal passato, lo sarà per molto tempo; richiede maggiore intimità ed empatia. Nuovi valori. Riflettiamo su questi concetti per elaborare un nostro percorso. Se Marco Aurelio era un grande coach, come si direbbe oggi, con Andrea abbiamo condiviso che questo nuovo viaggio più intimo è anch’esso tale. Ossia diventa lui stesso coach. Viaggiare può insegnarti più di qualsiasi corso o master universitario, ci dice questo eclettico influencer. Circondarsi di culture diverse, persone diverse e diverse visioni della vita cambia un po’ tutti noi. Questa è una delle cose più belle del viaggio nel suo insieme, tradizioni culinarie incluse. Ci si ritrova su una curva di apprendimento costante mentre ci si avventura dall'Europa agli Stati Uniti, fino all’Asia. A volte può essere difficile, soprattutto se non si capisce la lingua del Paese che ci ospita. Alla fine, tuttavia, viaggiare sarà la cosa migliore che si è mai fatta per sé stessi. Questo perché il viaggio allarga le nostre menti e si espande sulla nostra saggezza mondana. Si è costretti a lasciare la propria zona di comfort, perché ci si ritrova immersi in un nuovo Paese con una nuova cultura e diverse abitudini. Si lasciano alle spalle, se pure per riprenderli dopo, amici, cibi e linguaggi familiari. Ma entrare in un nuovo territorio è sempre molto esaltante. I nuovi orizzonti e le nuove infinite storie che si portano a casa faranno parte di noi e dell’io rinnovato e mutato. La nostra esposizione al diverso, che ne presuppongono apertura e accoglienza, alimenteranno quella felicità dell’individuo che è rappresentata dall’essenziale, quello stesso essenziale che si rispecchia nel bagaglio leggero che si porta con sé, perché, per imparare a viaggiare, bastiamo noi, la nostra intimità e la voglia di un incontro. In questo Andrea ammette di avere iniziato ad apprezzare a viaggiare da solo. I viaggi da soli danno la possibilità di ascoltare il tuo istinto e controllare la direzione in cui vuoi andare. Consentono di riflettere sulle proprie decisioni e scoprire di più su chi si sia veramente. Trascorrere anche un tempo minimo in solitudine permetterà di intraprendere un viaggio interiore alla scoperta di sé stessi. Probabilmente la lezione più importante che dà il viaggiare, è quella di riscoprirsi più potenti di quanto si pensasse.

L’importanza del cammino…

La sopravvivenza di una città non dipende dalla rettitudine degli uomini che vi risiedono, ma dai boschi e dalle paludi che la circondano.

Dovremmo compiere anche la più breve camminata in un spirito di immortale avventura, non tornare mai più, pronti a disfarci dei nostri cuori atrofizzati come con delle reliquie dai nostri desolati regni.

(Henry David Thoreau)

Personalmente io adoro camminare, mi confessa Andrea, soprattutto se immerso nella natura. Da qualche anno pratica il “forest bathing”, che si ispira alla pratica giapponese (shinrin-yoku). Bellissimo punto in comune, ne abbiamo parlato in passato. Sappiamo tutti quanto la natura possa farci stare bene, lo sappiamo da secoli. I suoni della foresta, il profumo degli alberi, la luce del sole che gioca attraverso le foglie, l'aria fresca e pulita, tutte queste cose ci danno un immenso senso di conforto e di serenità. Allevia lo stress e le preoccupazioni, ci aiuta a rilassarci e a pensare in modo più chiaro. Essere nella natura può ripristinare il nostro umore, restituirci energia, pace e vitalità, rinfrescarci e ringiovanirci.

Il tutto, sfruttando la pazienza “energica” quella di Gandhi, attiva e mirata, quella stessa pazienza che è anche attesa fiduciosa che tanto abbiamo appreso in quest’ultimo periodo. Ad Andrea abbiamo anche chiesto come usare questa pazienza, proprio a lui che oggi non può ancora riprendere a viaggiare. Ci ha risposto, semplicemente, che in un’epoca, come quella odierna, contraddistinta dalla velocità e dalla frenesia, dove sembra non vi sia più alcun posto per la lentezza, spesso dipinta come negativa, lui crede che la vita sia una questione di equilibrio, dove non vi è un reale bilanciamento tra velocità e lentezza. Senza quest’ultima non si può coltivare una dote che tante antiche culture associano da sempre alle persone in pace con sé stesse: la pazienza, appunto. Imparare a essere pazienti serve a eliminare lo stress e ad avere una vita più serena, ma è anche fondamentale per trovare le proprie coordinate della felicità. Sempre facendo tesoro dell’enérgeia, ovvero della forza in azione, della forza dinamica dello spirito che si manifesta come capacità di agire. Quella forza che ora dobbiamo ritrovare e riscoprire e che, anche per Andrea, significa ascoltarsi, rileggersi, ripensarsi, perché il viaggio stesso permette di creare quel circolo di energia che ci fa sentire parte di qualcosa di grande e in armonia con l’universo.

Nel percorrere il mondo, e quello del lusso che da tempo Andrea frequenta come influencer, ormai contattato dalle più grandi catene mondiali, il nostro viaggiatore presta sempre maggior attenzione all’equilibrio con il pianeta. Elemento che, peraltro, non sfugge al mondo del turismo di alto profilo. Ci siamo chiesti, allora, come, in questi contesti, si possa fare upcycling, un concetto che ci piace, un’operazione di reinvenzione a partire da parti di oggetti scartati, dove tutto può trasformarsi in qualcosa di nuovo, utile e originale (mentre il recyling prevede il riutilizzo del materiale dopo un passaggio - fusione, frantumazione -che riporta il materiale allo stato di materia prima, l’upcycling prevede la creazione di un prodotto nuovo riutilizzando l’oggetto stesso, tutto o in parte, attraverso modalità creative, per uno scopo che può essere uguale o anche molto diverso da quello per cui era stato fabbricato). Come fare questo nel viaggio? Andrea ci riflette e applica subito l’idea al suo viaggio. Per fare upcycling, mi dice, ci vogliono sicuramente oggetti o materiali, in prima battuta, ma anche e soprattutto la capacità di ripensare un pezzo di mondo, il proprio o quello degli altri, per scoprire che non esistono cose brutte o superate, ma solo cose che meritano una seconda opportunità. L’utilizzo di materiali sostenibili ha un notevole gradimento da parte dei clienti nel settore del turismo. Quindi anche uno sforzo in più è ben ripagato e darà il valore aggiunto di contribuire al benessere del pianeta.

La “terza intelligenza”

La cura per l'ambiente non è un movimento o un'ideologia è il nostro prossimo gradino evolutivo (…) Perché l'uomo è un animale con una nicchia ecologica particolare da salvaguardare: l'intero pianeta Terra.

(Daniel Goleman)

Dopo Intelligenza emotiva e Intelligenza sociale, Daniel Goleman lancia un altro forte messaggio alla collettività internazionale: c’è un’intelligenza ecologica che fa parte del nostro bagaglio potenziale innato, un’intelligenza che sa che siamo parte della vita e che funzioniamo con le sue stesse leggi. In un sistema vivente, ogni evento innesca una serie di ripercussioni a catena generando effetti a volte anche lontani dal punto di partenza ma determinanti sul funzionamento del sistema stesso (il cosiddetto effetto farfalla). L’essere umano, essendo “figlio della vita”, è spontaneamente in grado di cogliere la complessità e può sviluppare la consapevolezza dell’impatto di ogni sua azione sui sistemi di cui è parte. Esso partecipa all’evoluzione della vita sulla Terra, noi siamo parte dello stesso processo a cui siamo emersi e ora ne siamo corresponsabili, co-creatori è un termine sempre più usato.

Con Andrea ci siamo chiesti che ruolo possa avere questa nostra terza intelligenza anche nel viaggio… Negli ultimi anni, viaggiare in modo ecologico è diventata una scelta responsabile. Ormai dovremmo essere tutti consapevoli che qualsiasi nostro atteggiamento o abitudine influisce in maniera profonda sull’ormai fragile ecosistema che ci circonda. Ognuno di noi deve dare sempre, in qualsiasi circostanza, il proprio contributo. Gli esempi trascinano. Per questo Andrea ha deciso di condividere spesso questo suo pensiero. Per lui è indispensabile sentirsi connesso alle energie che lo circondano e rallentare i ritmi quando viaggia.

Equilibrio (non rinuncia) e riscoperta

Nelle città senza Mare chissà a chi si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio… forse alla Luna.

(Banana Yoshimoto)

Dopo la scossa che abbiamo ricevuto tutti, dove (ri)trovare l’equilibrio perduto, in quali luoghi e come…? Andrea è nato in una città vicino al mare e in esso ritrova sempre grandi emozioni. Descriverle a parole non è facile, ma la sensazione di pace e benessere che prova quando è in acqua è totale. Quando parte, di solito, preferisce le località di mare perché si sente particolarmente legato ad esso. Durante il lockdown ha anche lui fatto riscoperte, di luoghi vicini spesso identitari. Questo periodo di isolamento ha permesso a molto luoghi rimasti chiusi di subire interventi di manutenzione e restyling, con le cure necessarie a strutture talora anche molto delicate. Se pensiamo a Scipione Borghese, che voleva che la sua galleria fosse un luogo di ospitalità, aperto e accogliente, riflettiamo sul fatto che, oggi, i romani potranno riprendersi quegli spazi, in assenza di tanti stranieri che in passato rappresentavano il 70% dei visitatori. È un vero invito. Ci aspettiamo più turismo nostrano, di prossimità, alla riscoperta dei nostri valori e della nostra cultura. Se Andrea pensa alla sua Sicilia, che ama molto, una delle regioni d'Italia più belle e affascinanti, ricca di storia, spiagge meravigliose e paesaggi naturalistici suggestivi, quest'estate vorrebbe approfondirne la conoscenza e riscoprire, magari insieme ai lettori, gli incantevoli borghi, come Cefalù, Marzamemi, Erice, Salemi e Petralia Soprana. L’equilibrio perduto si trova nella natura, forse dentro di noi e vicino a noi. Più vicino di quanto non si pensi.

Il lusso oggi

Amo il lusso. Ma il lusso non sta nella ricchezza e nella ricercatezza, bensì nell'assenza di volgarità. Volgarità è la parola più brutta della nostra lingua e io mi do da fare per combatterla.

(Coco Chanel)

La pandemia cambia l’idea di avventura e il rapporto con il mondo. Questo è un virus “urbanofobico” che odia le città e tutto quello che è urbano (Marco d’Eramo, Il selfie del mondo, Feltrinelli). Il distanziamento sociale, come allontanamento dei corpi, si è trasformato in divario fra le classi. Come per il silenzio, isolarsi prima era un lusso (ma dove allora?), oggi lo è ancora di più (e dove ora?). Si tratta di una forma di cocooning? Urbanisti demiurghi creano luoghi “infection free”. Non ci piacerà… come accettarlo? Come mantenere un’equità e un equilibrio, se per lusso intendiamo assenza di volgarità e non banale ricchezza? Ci siamo fatti molte domande… Ma Andrea mi segue ancora. Instancabile e curioso. Il nostro territorio è caratterizzato da ampi spazi, mi dice. Pensiamo alle molte spiagge, alle pinete, alle saline, ai monti, tutti elementi su cui puntare per garantire a chi ci sceglierà una buona qualità della vita durante la vacanza. Ogni operatore, dal più piccolo al più grande dovrà trovare una nuova identità. Uno studio della società di consulenza globale HVS London ha scoperto che la generazione futura di viaggiatori crede che il lusso significhi avere esperienze di vita uniche e arricchenti. Andrea condivide questa affermazione. La cosa più importante è creare un impatto sui ricordi degli ospiti. La pandemia lo ha fatto riflettere molto sul legame tra tutela dell'ecosistema e della salute. Moltissimi hotel di lusso partecipano a un programma di sostenibilità che promuove le pratiche per la tutela dell'ambiente. Innovazione ed eco-efficienza garantiscono che i clienti percepiscano meglio l'atmosfera del luogo e godano di un’alimentazione sana, in modo tale da far felici se stessi e Madre Natura. Siamo davanti a un nuovo modo di viaggiare?

Andrea Vetrano è nato a Catania nel 1990 ed è un noto Luxury Travel Expert (e ormai Influencer) da oltre 220mila followers su Instagram. Per lavoro visita alcuni dei luoghi e degli alberghi/resort più belli del mondo. Collabora con alcuni dei brand più famosi e prestigiosi del mondo come Four Seasons, Ritz-Carlton, Mandarin Oriental e Kempinski.