Il 900 è un periodo di fermenti e di sviluppi inimmaginabili fino a quel momento: la vita prende un andamento più veloce col progresso tecnologico e gli scambi con terre lontane, per l'uso sempre più capillare di automobili, motociclette, biciclette, treni, transatlantici, dirigibili ed aerei. Luoghi ritenuti lontanissimi si avvicinano, dando l'avvio a quella che sarà in seguito la globalizzazione. Il ritmo della vita accelera, il movimento diventa il motore trainante di un mutamento, che già è in atto dal punto di vista sociale, poiché le masse lavoratrici partecipano attivamente al condizionamento delle scelte politiche attraverso il voto, col suffragio universale per quasi tutti i maschi.

Sono migliorate le condizioni di vita: finalmente, dopo tante lotte, i lavoratori hanno in loro difesa le organizzazioni sindacali. Le riforme attuate dallo Stato danno via ad uno sviluppo economico spinto dalla seconda industrializzazione, che migliora la qualità della vita e la cultura si diffonde. Le innovazioni scientifiche e mediche accanto a quelle tecnologiche danno nuovo impulso alla vivacità della vita e origine al periodo chiamato “La Bell'Epoque”, per la vita più spensierata e gaia che trasforma le abitudini borghesi e migliora quelle dei lavoratori.

In tutti i campi ci sono modernizzazioni e rinnovamenti e il campo dell'arte è più che mai desideroso di innovazioni, che nel corso dell'800 avevano visto un profondo mutamento, via via sempre più aderente al bisogno di espressione personale degli artisti e insofferenza verso i canoni e le restrizioni accademiche. Finalmente l'Italia si sveglia dal lungo sonno poiché, dopo le meraviglie straordinarie del Rinascimento, pian piano s'era andata appiattendo, non riuscendo più ad essere un modello trainante, ma adeguandosi in ritardo alle Correnti di altri Paesi più creativi.

L'ispiratore del Futurismo è stato un personaggio singolare, Tommaso Marinetti, che in seguito, per il suo attivismo sarà chiamato “ La caffeina d'Europa”. Nato ad Alessandria d'Egitto nel 1876 ove la famiglia italiana risiedeva per il lavoro del padre, è cresciuto tra quel Paese, la Francia e l'Italia, dove a conclusione degli studi si laurea in Legge. Ma la sua passione è la letteratura e in special modo la poesia. Infatti pubblica in francese le sue prime poesie in versi liberi simbolisti, ad imitazione del D'Annunzio con cui era in rivalità, nonostante fossero amici. Fonda in Italia la rivista milanese “Poesia”, che finanzia coi proventi familiari assai ingenti, pubblica opere letterarie di vario genere.

Amante della velocità esce di strada con la sua Isotta Fraschini, per evitare due ciclisti: estratto dal fossato in cui era finito, si sente un uomo nuovo, deciso a liberarsi del decadentismo, convinto che l'auto rivoluzionerà il mondo.

Vuole chiudere col passato: tutto gli pare ormai obsoleto, ora che ha provato il brivido della velocità, non trova più stimolante il passatume del mondo culturale e artistico del suo tempo. Per sottolineare il suo nuovo, esplosivo modo di esprimersi, poichè Parigi è all'avanguardia in Europa, nel campo intellettuale e artistico, pubblica un Manifesto tecnico del Movimento Futurista nel 1910 sul Figaro, giornale parigino, per interessamento di un amico del padre, azionista del quotidiano e l'anno successivo, in collaborazione con altri artisti, il Manifesto dei Pittori Futuristi. Vuole dare ripercussione europea al suo progetto: suscita l'interesse degli intellettuali francesi ed ha una certa risonanza.

A cosa inneggiano i Manifesti? E' nata la religione della velocità, legata al mito dell'auto in pieno sviluppo. I futuristi vogliono cantare l'amore per il pericolo, il coraggio, l'audacia, la ribellione: secondo loro un'auto in corsa è più bella della Vittoria di Samotracia. E di conseguenza nel loro attivismo glorificano la guerra come sola igiene del mondo, inneggiano al militarismo, al patriottismo, alle belle idee per cui si muore e, almeno all'inizio, il disprezzo per la donna.

Vogliono distruggere i musei, le biblioteche, le accademie e che le città si rivoluzionino. Alla filosofia precedente contrappongono l'energia primordiale. L'interesse per la guerra in Libia che Marinetti caldeggiava, interrompe temporaneamente l'ascesa del Movimento Futurista. Marinetti partecipa alla guerra in Libia e dopo l'armistizio, torna in Italia, per dedicarsi, oltre che a comporre versi, a pubblicare un'antologia che non lo soddisfa e auspica che le parole siano libere anche dalla sintassi oltre che dalla punteggiatura. Il suo animo inquieto e sempre interventista lo spinge a rifiutare ogni costrizione, anche formale: diversi poeti che lo seguivano ne sono così disorientati che lo abbandonano, anche se altri vi aderiscono.

Maggior successo ottiene con l'arte, dove trova artisti disposti a seguirne le orme. Naturalmente a favore dell'entrata in guerra dell'Italia si arruola volontario. Ferito torna al fronte e partecipa alla Rotta di Caporetto. Termina la Prima Guerra Mondiale con due medaglie al valore. Subito dopo fonda il Partito Politico Futurista, che confluisce nei Fasci di Combattimento di Mussolini. In un primo momento appoggia il Duce, ma quando si rende conto in che direzione sta andando il fascismo se ne distacca, tornando alla letteratura.

Nel dopoguerra a Parigi non ottiene più il successo del primo periodo futurista, perchè ormai l'Avanguardia è il Dadaismo. Deluso Marinettti si riaccosta al fascismo, che nel frattempo ha preso il potere: Mussolini lo sistema all'Accademia d'Italia appena fondata. Il dissacratore delle istituzioni diventa il difensore della letteratura contro l'esterofilia dilagante.

Marinettti pubblica articoli che dissentono dalle leggi razziali che non condivide, come non condivide il Patto d'Acciaio. E' merito suo comunque se in Italia non viene annullata l'Arte Moderna come in Germania, attraverso le leggi che condannano l'Arte che viene chiamata “Degenerata”, per cui molte opere d'arte sono andate distrutte. E' comunque sempre un interventista e, seppur anziano, partecipa alla guerra d'Etiopia e alla spedizione Armir, in Russia, ma questa esperienza si rivela fatale per la sua salute e nel 1944, in seguito a una crisi cardiaca, muore. E' sepolto a Milano nel Cimitero Monumentale. Con la sua fine il movimento del Futurismo si può dire concluso.

All'inizio il contributo di Marinetti allo sviluppo del Futurismo è fondamentale: non si dedica solo alla poesia, nella sua visione globale di arte si rivolge anche ad alcuni pittori suoi amici, invitandoli ad aderire al Movimento che è in procinto di far fiorire : i primi che aderiscono al Futurismo sono Boccioni, Carrà, Russolo, Romani, Anzaghi e Borzagni: sono loro che che firmano, insieme a Marinetti, il Manifesto dell'Arte, l'anno dopo che è stato lanciato quello della poesia.

Poco dopo Anzaghi e Borzagni abbandonano il gruppo e subentrano Severini e Balla, che è stato il maestro di Boccioni, ha soggiornato a Parigi, è stato divisionista e ha insegnato questa tecnica a Boccioni. Severini si reca anche lui a Parigi, deluso dal provincialismo dell'Italia, come Boccioni, che si trasferisce a Parigi in cerca di un ambiente più stimolante dove può dedicarsi allo studio di Cézanne.

Insieme gli artisti, in seguito, si trasferiscono a Milano ove si sviluppa il Futurismo in Italia, ma è a Torino che decidono di lanciare il loro Manifesto, presso il Politeama Chiarella, l'8 marzo del 1910: è un clamoroso insuccesso, vengono subissati dai fischi e dai tumulti, ma questo era quello che cercavano, la costante ricerca della popolarità, iniziata con autoproduzioni editoriali di manifesti, locandine, réclame luminose. Il passaggio successivo sono proprio le serate futuriste in cui utilizzano il fattore sorpresa verso il pubblico provocandolo e scandalizzandolo, attirando attenzione e simpatizzanti e non solo denigratori.

Le serate sono gratuite e si fanno carico dei locali. Nello spettacolo declamano testi poetici, leggono proclami, presentano opere pittoriche. Vi partecipavano aristocratici, borghesi, operai, studenti. Il pubblico si sente sfidato e insultato e quindi reagisce lanciando vegetali, uova, bulloni, fino ad arrivare a lanciare petardi. Ad un certo punto le forze dell'ordine sono costrette ad intervenire, anche se con atteggiamenti tolleranti.

La pubblicità che scaturisce da queste manifestazioni sui giornali il giorno successivo aumenta l'interesse, positivo o negativo nei loro confronti. L'obiettivo dei futuristi è bonario, si vuole far ridere per provocare scatenamenti di energie psicofisiche, ribaltando le consuetudini e creando energia. Il loro obiettivo mira proprio a questo: scatenare forze attive e intuitive, meno razionali, sviluppando una freschezza immaginativa in menti addormentate dalla consuetudine e dalla inettitudine. Viene osannata la genialità latina, generata dalla fantasia che, secondo loro, i popoli del nord non possiedono.

Ma i loro obiettivi riguardano anche il risveglio delle coscienze, auspicano un governo democratico, repubblicano e i cittadini si devono formare ed educare attraverso una scuola obbligatoria e il suffragio universale. Opinano anche diritti civili che non esistono, come la libertà di sciopero, di riunione e di stampa, una giustizia gratuita, la difesa del salario minimo e otto ore lavorative.

Utopistico il loro volere eliminare le forze dell'ordine e all'inizio Marinetti è stato molto duro contro le donne, proclamandone il disprezzo, perchè la donna rappresenta secondo lui, la nostalgia che rende deboli, la dolcezza che rende vili, la critica che blocca gli entusiasmi, la lentezza che ferma il dinamismo della corsa, l'incomprensione della bellezza della lotta, della guerra e del sangue.

In particolare è contro la donna fatale, sognatrice e nostalgica, stupidamente e culturalmente complicata lettrice dei romanzi del D'Annunzio e di Fogazzaro: una donna ipocrita, bigotta e romantica. Un ridotto, ma agguerrito numero di donne futuriste attratte dallo spirito innovatore e dalla volontà di svecchiamento, si vuole esprimere in libertà diffondendo le loro opinioni sul ruolo della donna in società: contestando il romanzo di Marinetti, “Come si seducono le donne”, riescono a far sentire la loro voce in modo tale che col tempo i Futuristi modificano le loro considerazioni, soprattutto dopo che queste donne rendono noto il loro Manifesto Futurista nel 1912, ove dichiarano che non vogliono più che l'umanità sia divisa in donne e uomini: si ispirano piuttosto alle Erinni, alle Amazzoni, a Giovanna d'Arco, a Cleopatra e a Messalina.

Donne guerriere che hanno combattuto più dei maschi, autonome e liberate sessualmente, che considerano l'erotismo non una colpa, ma una forza. Addirittura nel 1913 pubblicano il Manifesto Futurista della Lussuria. L'ispiratrice è Valentine di Saint-Point. Anche la scrittrice Rosa Rosà pubblica “Una donna con tre anime” e persino la moglie di Marinetti, Benedetta Cappa, parteggia per loro ed esprime nei suoi romanzi la coscienza creativa della donna.

I futuristi, davanti tanta determinazione, superano il disprezzo iniziale esprimendo una visione moderna del ruolo femminile, inseriscono nel loro programma il divorzio, il voto, la parità salariale e giuridica, il superamento del matrimonio, il libero amore, attirando tante donne nella loro orbita che sfidano il perbenismo, mettendosi in gioco come artiste di avanguardia.

Il Futurismo è motivato da tensioni nazionalistiche, anche se è mosso da aspirazioni cosmopolite che vogliono affermare il primato culturale italiano nel mondo: lo favoriscono con molte mostre, conferenze, viaggi, diffusione di opere e manifesti. Influenzano le Avanguardie Storiche, il Dadaismo di Breton, il Futurismo russo, il Vorticismo inglese con Ezra Pount e Lewis, l'Estridentismo messicano, il Creazinismo cileno, lo Zenitismo jugoslavo, il Raggismo di Larionov e della Goncarova, il Suprematismo di Malevic e tanti altri nel mondo intero, anche se i protagonisti lo negano.

La loro ricerca è focalizzata sul dinamismo: hanno una nuova percezione della realtà, l'uomo non è più al centro dell'universo. Vogliono invece esprimere la sensazione dinamica eternata, conoscono le regole dell'ottica: nella retina le cose in movimento si moltiplicano, si deformano susseguendosi nello spazio. La simultaneità della visione è il loro tratto principale: lo spettatore non vede un oggetto statico, ma ne è come avvolto. L'azione viene vista nel suo svolgimento, un cane non ha quattro zampe, ma venti. E' sempre costante la ricerca del dinamismo nelle opere pittoriche, il soggetto non è mai fermo e l'artista cerca di rendere l'idea del movimento come lo vede la retina nei vari passaggi veloci che noi non percepiamo, ma vediamo solo l'oggetto che si sposta se si muove.

Mettono così a punto visioni simultanee per catturare lo spettatore, ponendolo al centro dell'opera. E' una nuova sensibilità, la tavolozza è urlata, artificiale, violenta, i colori primari abbinati a secondari, rosso, giallo, azzurro, verde, violetto sono in sintonia col Fauvismo e col Blaue Reiter, usando il divisionismo che non è solo tecnica, ma intima necessità.

Severini introduce Boccioni e Carrà a Parigi che così conoscono le opere cubiste: la scomposizione cubista entra a far parte del loro linguaggio pittorico. Ma rilevano nei cubisti un certo tradizionalismo che rifiutano perchè dipingono l'immoto e l'aspetto statico della materia, mentre loro oppongono il dinamismo della simultaneità e degli stati d'animo, una sintesi tra ciò che si vede e ciò che si ricorda. In Italia la rivista “Lacerba” diventa l'organo di stampa del Futurismo: vi si trovano dipinti, disegni, manifesti, ma anche accese polemiche, tra Boccioni e i Cubisti.

Il Movimento si allarga, si inaugurano mostre futuriste a Roma e Firenze. Boccioni passa da un modernismo contenutistico all'applicazione dei principi del dinamismo e della compenetrazione dei piani che frantumano la figura: lui considera la simultaneità come una condizione mentale complessa in cui si fondono percezione e intuizione, in linea con la concezione del tempo quale durata della coscienza enunciata da Bergson. Balla affronta il dinamismo sulla percezione ottica e raffigura il moto come sequenza, ispirato agli esperimenti fotografici di Marey e Muybridge, esplora la velocità dell'automobile, raggiunge così una sintesi plastica fortemente cromatica, tipica della sua futura produzione.

Carrà esprime una forte espressività nel “Funerale di Galli” in cui rappresenta una massa di uomini animata da tensioni e passioni come un grande meccanismo attraverso linee di forza in conflitto, urto di segmenti, ripetizione di taluni contorni a indicare il movimento. Dipinge anche la pittura dei suoni, rumori, e colori per rendere gli equivalenti plastici di tutte le sensazioni, inserisce parole e collage nei dipinti in linea col Paroliberismo di Marinetti.

Russolo è simbolista e astrattista, Severini frantuma forme e colori con la scomposizione puntinista, che crea effetti da caleidoscopio: raffigura ambienti parigini come la “Ballerina in blu”. Boccioni, continuando la sua ricerca realizza opere scultoree che danno il senso del prolungamento dei corpi nell'atmosfera, come “Forme uniche della continuità dello spazio” e poi realizza opere con cui, per superare il verismo, utilizza materiali impropri della scultura come nel “Dinamismo di un cavallo in corsa”, usando guazzo, olio, legno, cartone, rame, ferro dipinto.

Balla e Depero concepiscono il complesso plastico: unione di poesia, scultura, pittura, musica moto-rumorista, con materiali poveri e semplici, come fili metallici, vetri colorati, carte veline, tessuti, specchi, congegni meccanici, molle, leve, tubi, creano anche giocattoli futuristi e un paesaggio artificiale. Quindi si dedicano all'animale metallico e al vestito trasformabile: vogliono abolire i confini tra le discipline artistiche e promuovere il flusso della vita, la fusione delle arti in nome di un'arte totale, ispirata dai materiali di uso comune.

Anticipano così l'oggettualità dadaista e surrealista e le sperimentazioni del dopoguerra, come il Neodada, l'Arte Cinetica, l'Arte Povera, l'Happening, Fluxus. La Grande Guerra pone fine alla prima stagione futurista: muoiono Boccioni e Sant'Elia, mentre Carrà sceglie la Pittura Metafisica. Milano non è più la capitale del Futurismo, sostituta da Roma, ove c'è Balla con le giovani leve attorno. Il Futurismo milanese, più drammatico nei confronti del senso della vita, lascia il posto allo sperimentalismo ludico romano, meno dogmatico.

Prampolini ha un ruolo sempre maggiore, mantiene contatti con le Avanguardie Internazionali, si volge verso ricerche astratte, destinate a fiorire nel dopoguerra. Nell'arte impera il “Ritorno all'Ordine” classico, nascono comunque nuove correnti che vorrebbero esautorare il Futurismo, come retaggio passatista.

Contro queste tendenze Dudreville, Funi, Russolo e Sironi firmano il “Manifesto Contro Tutti i Ritorni in Pittura” mentre Marinetti si dà una scossa e tenta il rilancio del Futurismo proponendo Arte-Vita e il Tattilismo, che presenta ancora una volta a Parigi al teatro del Louvre nel 1921. Alla conferenza viene contestato dai Dadaisti che diffondono il volantino “Dada Soulève tout!” “Il Futurismo è morto di Dada” urlano Tristan Tzara e Francis Picabia, che ormai dominano la scena parigina e non tollerano l'intrusione di Marinetti che ha portato la sua opera “Tavola Tattile Sudan-Parigi”, dove sono assemblate materie diverse e oggetti trovati, spugne, spazzole, una grattugia, un tappo di sughero, carta argentata, stoffa, un piumino da cipria, poi superfici morbide e ruvide, scabrose, lisce, soffici da accarezzare con le mani. È l'inizio del Secondo Futurismo.

Si sviluppa la moda futurista con diversi nuovi Manifesti: vari futuristi si impegnano nella pubblicità per uscire dal recinto del Museo e portare nelle piazze e nelle strade l'estetica di avanguardia. Anche la cucina interessa ai Futuristi: Marinetti dichiara la guerra alla pastasciutta, perchè rende pigri e poco agili. Le portate devono essere sculture mangiabili e i commensali diventano attori per enfatizzare il senso del palato, prima trascurato.

L'arte meccanica, la prima che ha ispirato i futuristi, esalta l'auto, la sua forma deve avere grandi contrasti cromatici, bagliori metallici: questo viene ripreso in ambito francese col Purismo, col Neoplasticismo in Olanda e il Costruttivismo russo-tedesco. Viene infine inventata l'aeroplastica futurista, azione al di là della pittura e della scultura: contiene in sintesi cinema, ritmo, materia, aria, spazio ed è una nuova espressione artistica che contempla progetti di paesaggi che si realizzano con complessi plastici polimaterici tattili da viaggiarvi o volarvi dentro, anche solo con la fantasia.

Anche in letteratura c'è uno sviluppo in senso futurista, che si ispira al Simbolismo e alla Scapigliatura, con Palazzeschi e Govoni e soprattutto c'è la poesia, fiore all'occhiello di Marinetti. Anche la musica ha il suo lato Futurista con Barilla, Pratella e Russolo, che si cimenta anche in quest'arte. E non va dimenticata l'estetica edilizia che con la scoperta del cemento armato offre nuove possibilità di esecuzione: nascono i primi grattacieli o “grattanuvole” o “scalata alle nuvole, come vengono chiamati. Le città più avveniristiche vengono progettate in America: la città futurista viene ridisegnata con ardimenti strutturali sconosciuti prima, che ridisegnano lo skyline delle città, le quali si espandono in altezza, ma anche con ponti, sottopassi, gallerie, che le rendono più dinamiche e fruibili.

Il Futurismo ha inventato nuovi linguaggi, ha preparato il terreno alle Avanguardie del 900, ne ha esercitato l'influenza anche inconscia e misconosciuta, attraverso uno stretto legame tra l'arte e la vita, fino a quel momento inconcepibile.