…l’amore risiede nel cuore, Lei è il cuore!

Nel mio libro La vita nella vibrazione dell’amore ho concluso che non esiste potere curativo più grande dell’Amore. Questo aspetto lo voglio incanalare verso quello che tutti quanti conosciamo, o almeno ne abbiamo sentito parlare, che si chiama Kundalini. Mi capita spesso di ricevere persone che mi chiedono di svegliare la Kundalini. Mi viene da sorridere perché svegliarla significa farne un percorso, una scelta profonda di vita dentro la percezione del divino che è in noi e non basta farne dei trattamenti specifici che sicuramente aiutano, stimolano, ma bisogna seguire la Via Imperiale.

È bene ricordare che per Kundalini si intende l’Energia Divina presente in ogni individuo che per quanto possa essere sonnecchiante è lì pronta ad iniziare la risalita verso la forma di più elevata spiritualità. A me piace chiamarla il “Respiro dell’Amore, la Vibrazione dell’Amore”. La Kundalini è in ogni parte di noi ma si concentra soprattutto alla base della colonna vertebrale. Rappresentata come un serpente, si snoda lungo i sette chakra dove, in ognuno di loro, risiede una funzione specifica associata ad emozioni, sensazioni siano essi mentali che spirituali. Mi piace citare Carl Gustav Jung il quale scriveva che quel serpente rappresenta la libido che si introverte e che attraverso l’introversione si viene fecondati da Dio. Di fatto è il portare la nostra percezione dentro la coscienza e sentire dentro la nostra parte divina.

I chakra sono collegati tra loro da canali energetici chiamati “nadi” e, tra questi canali simili ai meridiani di agopuntura, (nei testi sacri orientali si trova scritto che nel nostro copro ne esistono oltre settantadue mila) solo tre di questi sono quelli che intervengono sui chakra: “Ida, Pingala, Sushumna”. Ma la via principale è “Sushumna” la cui origine è alla base della colonna vertebrale che, come dicevo, è dove risiede la concentrazione massima della Kundalini che giunge fino alla sommità del capo attraverso il canale cerebrospinale dove è situato il settimo chakra o chakra della corona o Shasrara. Questo canale è, per me, la “Via Imperiale”. Quella via che porta verso l’infinito, la trascendenza, l’estasi. È quella Via che senti vibrare quando incontri qualcuno che con un tremito ti porta verso una dimensione di benessere a cui non sai dare un nome. Che eccitata tutti i sensi, che può sollecitare il risvegliare la Kundalini, che ci fa percepire che quella è la forza che non possiamo controllare perché è l’unica cosa che non può essere gestita e che, sovente, ci fa paura.

Eppure quella è la Via Imperiale che si apre al bisogno fisico e spirituale per essere attraversata e giungere all’estasi. Possiamo decidere di fermarla ma non possiamo controllarla perché basta un semplice battito d’ali per riprendere ad essere esplosiva. Tutto questo risiede nel primo chakra. Il “Muladhara”, centro energetico all’altezza dell’osso sacro. Già, osso “sacro” per una traduzione errata dal greco che significherebbe osso grande o perché è l’osso protettivo dei genitali femminili e quindi degli organi riproduttivi che lo stesso Ippocrate definì tale? Secondo alcune credenze religiose l’osso sacro è quello ultimo che si polverizza dopo la morte ma è anche quello da dove il corpo risorgerà. Ma non è solo dopo la morte che si risorge. La resurrezione avviene ogni istante della nostra esistenza. È un continuo ri-nascere tutte le volte che prendiamo consapevolezza di noi stessi, tutte le volte che riconosciamo l’amore che è già dentro di noi ma che viene stimolato da un incontro speciale che attiva la Kundalini anche se questa sembra dormire.

Quando incontriamo la vibrazione dell’amore che eccita tutti i sensi, la Via Imperiale si illumina e una potenza suprema, sottile, che sfugge al controllo razionale, che travalica ogni schema di comportamento che ci è stato inculcato, inizia la risalita verso il settimo chakra, quello della connessione con il Divino. Immaginate la Kundalini come una pallina luminosa che sta dentro un cuore che si innalza sempre più dentro di noi. Attraversando tutti i centri energetici, che si ferma al chakra del cuore dove risiede la coscienza dell’amore per portare questa verso il livello più alto, farla dialogare con il chakra del mentale e, fusi insieme, andare nell’oltre attraverso il chakra della connessione con il Divino dentro e fuori di noi. Sì, l’amore risiede nel cuore e chi percepisci con amore è la sede dell’amore e allora lei/lui è il cuore.

Quell’amore capace di farci “mutare pelle”. Ecco perché la Kundalini è raffigurata come un serpente per cui considerato simbolo di trasformazione per il suo mutare pelle ma anche perché associato al benessere psico-fisico, spirituale. È anche nel bastone di Asclepio. Simbolo della medicina che vede il serpente che si avvolge attorno ad un bastone. Il serpente, la Kundalini, senza voler entrare nella narrazione di alcuni passi dell’Antico Testamento, è l’intermediario tra il nostro aspetto materiale e il divino. È quell’elemento energetico dentro di noi che ci trasforma. Se vi incontrate con qualcuno che sentite essere il cuore, la sede dell’amore, provate a sfiorare la sua anima con la vostra e se queste due vanno in risonanza saprete che è lì che la Kundalini può iniziare a srotolarsi per ri-svegliarsi e farvi vedere Dio che s’incarna fuori attraverso lei/lui e dentro di voi. Fate in modo che l’ascesa verso lo Spirito sia l’inizio dell’evoluzione nei piani più sottili e più alti dell’esistenza.

Non preoccupatevi se tutto questo lo percepite pure attraverso l’eccitazione sessuale perché è tra le energie più potenti per conoscere l’estasi, quello che io in un mio articolo chiamo “orgasmo spirituale” fa parte inscindibile dell’esistenza, dell’incontro tra anime attraverso i corpi che devono ri-svegliare il Divino. Per citare Osho, “L’esistenza è un orgasmo, un orgasmo eterno che continua all’infinito. È sempre e per sempre un orgasmo, un’estasi”.

Ri-Svegliare la Kundalini significa incanalare verso la Via Imperiale ogni elemento energetico. Se abbiamo bisogno di essere aiutati allora possiamo intervenire con qualsiasi tecnica sul primo chakra dove risiede la Kundalini, dove insiste il punto 1 del Vaso Concezione perché lì è situato il punto della “fede” che tradotto significa avere fede in sé stessi, credere in sé stessi, avere la certezza che in noi esiste quella forza divina che può tutto e dove tutto diventa sacro.

Anche uno sguardo è sacro, una carezza, un respiro, un sussurro, un sorriso…

Se incontrate il cuore dove risiede l’amore e le anime vibrano all’unisono, ditevelo, raccontatevelo, respiratevi, perché sarete degli amanti divini che insieme possono sperimentare quegli stati di coscienza verso la consapevolezza che siamo esseri divini per andare oltre il confine dei confini, dove la Kundalini inizia a ri-svegliarsi, dove l’estasi è la naturale dimensione, anzi, di più! Ssshhh…