C’è la bellezza di andare a camminare in montagna e l’emozione di farlo dentro la montagna.
Questa “doppietta”, neanche tanto impegnativa, la offre Recoaro Terme, cittadina della Valle dell’Agno, ai piedi delle Piccole Dolomiti vicentine in quella che per l’abbondante presenza di verde viene chiamata Conca di Smeraldo.
Qui, in località San Quirico, si trova La Montagna Spaccata, letteralmente una fenditura tettonica di 92 metri che ha tagliato a metà, da sopra a sotto, un gigantesco blocco di calcare risalente al Triassico, quando queste stesse rocce erano fondali marini.
Un percorso attrezzato, con una gradinata in metallo e punti di appoggio, si insinua all’interno del canyon e in molti tratti rimane sospesa tra acqua e roccia, polle e orridi.
Tutt’intorno muschio, felci, ortensie, ciclamini, l’aria fresca, gli scrosci dell’acqua e il profumo del bosco. È il benvenuto della forza della natura che ha modellato questo luogo d’incanto in un carosello di cascate e laghetti.

Attrazione naturale

La Montagna Spaccata è una meta turistica che attrae molti visitatori da tantissimi anni, basti pensare che la visitò pure la Regina Margherita di Savoia nel 1879 insieme al figlio Vittorio Emanuele, come testimonia una foto storica riprodotta all’ingresso del percorso e una targa incastonata in parete.
La Montagna Spaccata è un itinerario breve ma intenso, adatto a tutti gli escursionisti, anche alle famiglie.
Indossando un caschetto di sicurezza fornito dalla famiglia Santagiuliana, proprietaria del sito, al costo di 5 euro (3 euro per i bambini fino a 8 anni) ci si può insinuare tra le fresche cascatelle e gli invasi cesellati nel corso dei millenni per una piacevole ora di intrattenimento naturale. Dopo una breve passeggiata iniziale che guada il torrente Torrazzo e offre la visuale di ponticelli in sasso e lampioni a pastorale (il sito è visitabile anche in notturna), una gradinata in metallo introduce all’interno della montagna. Esattamente dentro la spaccatura.

Percorso ecoturistico tra geologia e leggende

Il fascino della luce che arriva dall’alto fa alzare gli occhi verso gli spicchi di cielo azzurro che risaltano nel bruno della pietra. L’atmosfera umida data dalle goccioline nebulizzate che precipitano, la scenografia architettonica della passerella che gira e si innalza intorno alle rocce, il fragore dell’acqua che attenua le voci in un misto di sacro e di magico, avvolgono in una sensazione di pace.
Va da sé che intorno alla Montagna Spaccata circolano saghe fantastiche, secondo cui la rottura della roccia non avrebbe origini naturali bensì legate al sortilegio di una storia d’amore.
Si narra, infatti, che nelle notti di plenilunio si potessero scorgere seducenti anguane (ninfe della mitologia alpina) danzare e saltellare tra le rocce e lavare i panni lungo il ruscello.

La Montagna Spaccata che unisce gli innamorati

Alla Montagna Spaccata è ambientata la storia di un boscaiolo di nome Giordano che si innamorò di una di queste meravigliose creature acquatiche, chiamata Etele, chiedendole di sposarla. Sulla fanciulla gravava però un sortilegio: Etele sarebbe svanita alla morte della madre, la maga del bosco. Quest’ultima, rattristata dall’idea dell’amore già condannato all’infelicità, tentò di impedire l’unione fra i due ma Etele e Giordano si sposarono ugualmente, vivendo in una capanna d’abete. Il giorno che la maga del bosco morì, anche Etele andò incontro al suo destino, legato indissolubilmente a quello della madre. Salì in vetta alla rupe prima di scomparire verso il cielo. A quel punto un boato scosse la terra rompendo la montagna in tutta la sua altezza. Ma nemmeno questo sisma riuscì a spegnere il loro amore che si trasformò in acqua sgorgante dalle rocce, per continuare a vivere come sorgente e dissetare i sogni degli innamorati che ancora oggi vengono a Recoaro per ammirare la Montagna Spaccata.

Avventura (anche gustosa) nella Conca di Smeraldo

La Montagna Spaccata è facile da raggiungere ed è servita da un comodo parcheggio.
Per visitare il canyon è sufficiente acquistare un gettone al ristorante omonimo, proprio accanto al tornello di accesso.
Allacciato il caschetto, l’avventura ha inizio.
Finito il tragitto, l’occasione è propizia per rifocillarsi e fermarsi a gustare un piatto tipico di Recoaro Terme: gli gnocchi con la fioreta, specialità a denominazione comunale dal 2008. La fioreta è una ricotta semiliquida e cremosa, ottenuta non scolando completamente il siero del latte e il nome deriva, infatti, dal primo affioramento dopo la mungitura. Un altro (appetibile) motivo per visitare la Conca di Smeraldo