Laureata in Estetica e Filosofia presso l’Università Cattolica del Cile, e in Biologia della Conoscenza presso l'Università del Cile, oltre ad aver studiato teatro, Paula Luchsinger Escobar è una giovane attrice cilena, protagonista del film El Conde di Pablo Larrain, primo premio alla sceneggiatura al Festival di Venezia. È stata anche protagonista di Emma, dello stesso regista, poi con la regista Lucía Puenzo nelle due stagioni della serie La Jauría, e con il regista Juan Sabatini nella serie Poemas Malditos, oltre ad aver partecipato in alcune serie TV. Ha lavorato anche per la televisione nazionale cilena sui canali Mega e Chilevision.

Lei è protagonista del film El Conde, graffiante satira politica ispirata al dittatore Augusto Pinochet. Lei non era nata nel 1973, data del colpo di stato in Cile e nemmeno durante i principali anni del regime. Come si è documentata per questo film?

Anche se non ho vissuto durante la dittatura, nel mio ambiente se ne parlava sempre. In questo senso, credo che sia nostra responsabilità come generazione rivisitare il passato del nostro Paese e trarne lezioni. Soprattutto oggi, più di mezzo secolo dopo il colpo di stato in cui si registra una rinascita dell’estrema destra in Cile e nel mondo, è un esercizio di memoria ricordare ciò che hanno fatto queste persone.

Quando si è resa conto che il Suo destino (con la maiuscola) era quello di fare l'attrice?

Penso che più che una sicurezza sia stata una grandissima intuizione. Studiavo giurisprudenza, ma allo stesso tempo non potevo smettere di pensare che volevo fare l'attrice. Quindi, anche se è stata una decisione rischiosa, ho deciso di studiare recitazione.

Qual è stato il suo primo lavoro?

Era uno spettacolo teatrale diretto da David Atencio intitolato Atacama al teatro U. Cattolica nel 2014. Ben 10 anni fa: è stata una bella esperienza perché ho avuto l'opportunità di fare teatro professionale mentre ancora lo stavo studiando.

Quali sono i film che l’hanno colpita di più o che le hanno lasciato un ricordo indelebile e perché?

Penso che uno dei film che mi ha colpito di più sia L'albero della vita di Terrence Malick. Mi piace molto la sensibilità di questo regista e come riesce a raccontare argomenti apparentemente non collegati.

Quali sono le registe e i registi che preferisce? Perché?

Mi piacciono molte registe e molti registi. Quello che mi piace di più quando guardo un film è quando ci parla delle contraddizioni umane e ci offre un punto di vista diverso. Credo che l'arte sia questo, un modo di avvicinarsi alla vita e ai suoi misteri. Tra i miei preferiti ci sono Terrence Malick, Lucrecia Martel, Yorgos Lanthimos, Sofia Coppola, Pawel Pawilovski, Pablo Larraín, Manuela Martelli.

Com'è lavorare con Pablo Larraín, con il quale ha realizzato diversi film?

Lavorare con Pablo Larraín è stato uno dei più grandi insegnamenti della mia carriera. Penso che sia una persona molto intelligente e sensibile. Lavorare con l'intero team di El Conde è stato molto importante per me perché sono tutti artisti che ammiro e dai quali ho imparato molto.

Lei ha lavorato in numerose serie televisive, nota una differenza tra cinema e televisione? È difficile per un'attrice (o un attore) passare dalla TV al cinema?

Credo che ogni formato abbia il suo modo di recitare e dipenda molto anche da ciò che il regista vuole. Ma ovviamente il cinema è diverso dal teatro e dalla televisione. Mi piacciono tutti i formati e penso che ognuno abbia la sua sfida.

Cosa sta facendo in questo momento e quali sono i suoi piani immediati e meno immediati?

Sto preparando uno spettacolo teatrale e una serie televisiva, entrambi progetti stimolanti che mi rendono felice.

Ci racconti un po' come vede oggi il cinema cileno.

Credo che il cinema cileno sia un cinema di altissimo livello. Non è un caso che oggi siano due le produzioni cilene candidate agli Oscar (El Conde per la fotografia e il documentario La memoria infinita N.d.R.). Ci sono creatori estremamente talentuosi, ma penso che il grosso problema che il Cile deve affrontare nel campo della cultura sia che non ci sono fondi sufficienti.

Crede che le piattaforme porteranno alla morte delle sale cinematografiche e del rito che consisteva nell'andare al cinema e isolarsi praticamente per guardare un film senza interferenze?

Credo che siamo di fronte a un nuovo modo di fare cinema e televisione. Penso che le piattaforme di streaming abbiano reso possibile realizzare più film e raggiungere più persone e questo è molto positivo. Penso che sia possibile che entrambi i modi di vedere i film possano coesistere, al cinema e in streaming.