Quella di Eugenio Carbone è una personalità da riscoprire per il grande valore artistico che ha saputo esprimere nella sua lunga carriera di stilista, modellista, pittore. Il maestro cosentino scomparso nell'ottobre del 2021, collaborò con Balestra, le sorelle Fontana e Germana Marucelli.

Un viaggio che viene raccontato con uno sguardo emozionante da Daniela Rossi nel suo romanzo d’esordio “Eugenio Carbone. Un genio tra ago e pennello”, (collana Storia dell’arte- Museologia) di Cleup. Per capire cosa ha spinto Rossi a fare il dono di questa straordinaria storia, è necessario ricostruire il legame parentale che esisteva tra Carbone e la sua famiglia.

“La moglie di Eugenio Carbone - spiega Daniela Rossi - era cugina di mia madre, Eugenio e sua moglie Eleonora sono stati testimoni di nozze dei miei genitori. L’idea di scrivere un libro sulla storia di Carbone mi è venuta durante il lockdown mentre ascoltavo la radio. Ricordo che un’emittente radiofonica calabrese ne parlava e da lì ho capito l’importanza di tramandare una storia così importante e così ricca; un modello di vita che andava fatto conoscere alle generazioni future”.

È giusto sapere che Eugenio Carbone è stato un personaggio poliedrico dal talento multiforme ed eclettico: stilista, sarto, pittore anche se per la sua natura riservata ha sempre preferito lavorare dietro le quinte delle passerelle dell’alta moda, pur avendo realizzato abiti straordinari che hanno vestito tutte le star dell’epoca.

“Proprio così - sottolinea Rossi, calabrese di nascita ma veneziana d’adozione - Eugenio Carbone per il suo naturale riserbo rischiava di finire in un oblio che non meritava. È scomparso nel 2021, proprio mentre stavo scrivendo questo libro e avevo raccolto tantissimo materiale ed interviste con lui”. Dopo una pausa dovuta al dolore per la scomparsa dello stilista, però è la figlia Susy a chiedere che il progetto di Daniela Rossi possa riprendere. Del resto, Carbone fino agli ultimi istanti dalla sua morte è sempre stato curioso, entusiasta e desideroso di poter raccontare la sua vita avventurosa.

“Con Carbone ci siamo incontrati a Mendicino e nella sua casa abbiamo registrato molte interviste, dopo la sua morte è stata trovata una mole di materiale straordinaria tra disegni, schizzi, opere pittoriche, modellini. Carbone disegnava senza sosta ogni giorno. Anche i nipoti mi hanno spinta a proseguire, in particolare la nipote Ginevra così somigliante al nonno per l’incredibile talento pittorico nel ritratto”.

La famiglia Carbone è una grande famiglia che viveva insieme nella stessa casa, ecco perché anche i nipoti hanno potuto attingere alle conoscenze e alla meravigliosa creatività vitale del nonno. Daniela Rossi racconta in prima persona la storia di Eugenio Carbone, perché l’idea che fosse proprio lui a introdurci nel suo mondo poteva dare quel tratto di spontanea vitalità che era propria del maestro.

“Il racconto della vita di Eugenio Carbone è appunto in prima persona, inizialmente avevo scelto la terza, ma poi mi sono resa conto che sarebbe stato più coinvolgente optare per un discorso diretto, come se il maestro parlasse a chi lo sta leggendo. La mia intenzione era quella di restituire al pubblico una vita non oggettiva ma soggettiva. Il racconto è quello di un’autobiografia, a tratti anche romanzata, che s' intreccia con le vicende storiche del nostro paese, il costume, la società e l’evoluzione della moda”.

Il tutto letto attraverso gli occhi di un giovane Carbone che con sacrificio e tanta tenacia raggiunge risultati impensabili per un ragazzo della profonda provincia calabrese. Rossi offre nel suo romanzo uno spaccato interessantissimo della vita a Mendicino e nei piccoli borghi della Calabria tra la fine degli anni ‘40 e gli anni ‘50-‘60. “Mendicino è un borgo antico, ricco di storia che si trova a pochi chilometri da Cosenza ed è noto per la sua operosità e produttività. C’erano oltre 40 filande e si allevava e lavorava il baco da seta, anche per questa ragione sono sorte molte sartorie. A Mendicino, poi, si trovava anche una delle filande più importanti: quella di Gaudio oggi divenuta un museo etnografico in cui si può ammirare l’antica macchina in legno per la tessitura, ancora funzionante”.

Il libro di Daniela Rossi narra soprattutto la vicenda umana di Eugenio Carbone. Nato in una famiglia modesta che lo avrebbe destinato a fare il muratore, il giovane Eugenio riesce a piegare il destino nella direzione che maggiormente lo affascinava quello della moda e, con fatica e dedizione e una serie di fortunate coincidenze, riesce a coronare un sogno e fare il sarto e poi lo stilista a Roma, vestendo le donne più belle e ammirate del mondo. Per Daniela Rossi scrivere il libro su Carbone è stata l’occasione per riscoprire le proprie radici.

“Sono nata a Cosenza anche se da bambina mi sono trasferita con la famiglia a Venezia. Mia madre è stata una grande sarta, la dedica del mio libro non è casuale, si è formata nella sartoria di Ernesto Reda come fece Eugenio Carbone. Reda era un sarto che aveva fatto molte esperienze in Francia, è appunto quel maestro che ha insegnato a Carbone a tagliare lungo e cucire stretto. Tagliare lungo perché se si sbaglia si ha margine di riparare cucendo stretto. E se vogliamo questo monito potrebbe essere assimilato a una filosofia di vita”.

‘Un genio tra ago e pennello’ è il tributo che Daniela Rossi ha fatto a Eugenio Carbone affinché non solo la sua figura sia conosciuta ma anche le sue intuizioni e invenzioni legate alla sartoria. “Il metodo Carbone è stato brevettato e dovrebbe essere studiato nelle scuole professionali, chi studia moda dovrebbe poter accedere al metodo del maestro calabrese”.

Con la prefazione preziosa di Giuseppe Didonna, il romanzo si presterebbe splendidamente a una trasposizione cinematografica. Attualmente, il patrimonio creativo del maestro è in fase di studio e catalogazione data l’immensa mole.

Le opere pittoriche di Carbone sono state selezionate e una novantina di questi pezzi sono state oggetto di una mostra personale retrospettiva nel dicembre 2023. In attesa che la storia di Eugenio Carbone diventi un documentario, assaporiamo, con nostalgia, le pagine del libro di Daniela Rossi che narra un’Italia che ormai non esiste più.