In Italia il cioccolato Pacari è oggetto di culto, oltre a essere quasi introvabile. Assaggiare per la prima volta questo “cibo degli dei” che, nel 2012, ha vinto 21 premi Gold, il massimo riconoscimento per il mondo del cioccolato, e avere la possibilità di conoscere il suo produttore, Santiago Peralta, è stata quindi una doppia fortuna. Merito della chocolate expert Monica Meschini che ha invitato a Firenze l’imprenditore ecuadoregno per una degustazione dei suoi prodotti.

Una lezione magistrale con il cioccolato più buono del mondo, perché non ci si è trovati di fronte solo a un prodotto di alta qualità. Pacari è un cioccolato realizzato nel rispetto dell’ambiente e soprattutto garantendo il giusto salario a chi lavora per produrlo. Una rivoluzione per un paese, come l’Ecuador, che pur essendo tra i massimi produttori di fave di cacao al mondo fino a pochi anni fa non era presente sul mercato con un suo marchio. La produzione era in mano ai grandi gruppi stranieri che dettavano prezzi e regole. In poco più di dieci anni il quadro è drasticamente cambiato e il trionfo di Pacari con i 21 premi Gold ha avuto una tale ricaduta sull’opinione pubblica ecuadoregna che addirittura c’è chi ha proposto di istituire una festa nazionale per ricordare l’evento.

E' stata la sete di giustizia a spingere Santiago Peralta a decidere di fare qualcosa, insieme alla moglie Carla Barboto, perché le cose iniziassero a cambiare nel suo paese. "Ho studiato legge in Portogallo, in famiglia ci sono diversi avvocati, mentre mio padre aveva un mobilificio. Avrei potuto seguire l'uno o l'altro percorso ma quando ho realizzato quanto i nostri agricoltori erano sfruttati dalle grandi multinazionali, ho deciso che dovevo fare qualcosa" racconta Peralta. Ti aspetteresti un mezzo rivoluzionario, magari con una gran barba, a sentirlo parlare e invece ti trovi di fronte a un bell’uomo, alto, figura elegante, ma timido e gentile. Innamorato e orgoglioso del suo cioccolato e dei tesori naturali del suo paese.

Peralta aveva già provato assieme alla consorte ad avviare una coltivazione di fiori biologici, la prima al mondo, "ma il fatto che questa produzione fosse a basso impatto ambientale, non dava maggiore appeal al nostro prodotto" ricorda. Così Peralta e la moglie hanno deciso di puntare sul cioccolato, biologico e in alcuni casi biodinamico. “Dato che il cioccolato si mangia, a differenza dei fiori, pensammo che ci sarebbe stato qualcuno nel mondo disposto a pagare anche cifre superiori ai prezzi di mercato per assaggiare le nostre barrette” sottolinea. Giusta, e vincente, osservazione.

Il cioccolato Pacari è frutto di un’attenta selezione delle materie prime. Grande cura viene riservata alle varie fasi della lavorazione perché il gusto non venga distrutto da trattamenti troppo aggressivi: la linea Raw è il fiore all’occhiello proprio per la lavorazione a basse temperature e i processi ridotti al minimo in modo da alterare il meno possibile il cacao. Ma Peralta ha voluto cambiare il modo stesso di concepire il lavoro: sostenibilità ambientale e soprattutto commercio equo e solidale le parole d’ordine.

“Un piccolo esempio, per capire cosa voglio dire: i sacchi che contengono le fave di cacao di solito pesano 100 chilogrammi – spiega. E’ il peso standard dei sacchi dei grandi latifondisti. Un peso enorme, così come era 100, 200 anni fa. Io ho introdotto sacchi da 25 chilogrammi di modo che tutti, volendo anche una donna, potessero riuscire a spostarli” spiega. Un cambio di prospettiva che si va a sommare a tanti altri gesti di grande valenza sociale. Ad esempio il voler costruire le scuole vicino ai villaggi dove abitano gli agricoltori così da permettere ai ragazzi di studiare invece di andare a lavorare nei campi con i genitori.

Dopo oltre dieci anni Pacari è una solida realtà anche se questa produzione made in Ecuador rappresenta una goccia in un oceano di cioccolato industriale: lavorano circa 20mila persone per Peralta e la sua azienda. Una goccia che però fa la differenza. Perché come spiega il produttore il suo è un cioccolato autentico e genuino, fiero delle sue origini. “Quando mangi un pezzo di cioccolato stai interagendo con qualcosa che qualcuno ha realizzato. Lo assaggi e ti mette di buon umore, ti sostenta, ti suscita buone vibrazioni. Noi facciamo buon cioccolato, penso che sia un prodotto interessante il nostro. Dietro il gusto di una tavoletta c’è il lavoro di tutte quelle persone che lo producono in modo artigianale e questo rende il nostro prodotto speciale e importante!”.

Peralta dice che quello che sta vivendo è un sogno, il suo sogno, seppur tra evidenti difficoltà e non poche invidie. Per favore, non svegliatelo.