Il nostro viaggio riparte da Bachlingen alla volta di Praga.

24/07/2012 – Bachlingen – Oberdachstetten 71.6 km.
Colazione fantastica e abbondante! In una mattinata soleggiata, passo per Langerburg, e vado su al castello. La pendenza segnata è del 17%! La fortezza, sul costone della montagna, è un castello rinascimentale, ancora abitata dai proprietari e adibita a museo dell’automobile tedesca. Langenburg è anche unica per i biscotti "Wibele". Semplici biscotti considerati una specialità della Svevia, a forma di otto inventati alla corte del principe Jakob Christian Carl Wibel. Lascio Langenburg, arroccato sopra la valle, e continuo sulla Paneuropa. Le colline e le valli accompagnano il percorso in genere su strade poderali e attraverso piccole comunità agricole. Poi continuo ancora sulla Kraichgau Hohenlohe Radweg attraverso la pianura di Schrozberg. Poi passo per Schrozberg. A un tratto dei lavori in corso sulla strada mi costringono ad una deviazione. Chiedo informazioni a una gentile signora che ha appena parcheggiato la sua auto. Questa torna in auto, prende un block notes e matita e mi disegna la deviazione. La spiegazione è molto utile e precisa, ma la strada è sterrata e a volte con grossi sassi.

Quasi tutti i tetti delle case in Germania sono coperti da pannelli solari. Infatti le normative tedesche negli ultimi venti anni hanno sostenuto il loro sviluppo e grazie a questa lungimiranza, oggi la Germania è il paese leader mondiale nell'esportazione delle tecnologie ad energia rinnovabile. Dopo poco, attraversato un bel bosco in leggera discesa, arrivo a Rothenburg, gioiello di architettura medioevale. L'approccio a Rothenburg è da ovest attraverso il famoso ponte doppio. Dopo la Porta Kolbolzell, la piazza di fronte al Rathaus è piena di turisti in attesa per l’ora piena dell’orologio. Rothenburg o.d. Tauber è una delle città e borgo medievale più famosa della Germania. Quando si cammina attraverso le mura della città quasi completamente conservato con torri, si è entusiasti per il fascino e la bellezza di questa città. Le numerose case a graticcio, il municipio bellissimo e le numerose chiese nelle strade acciottolate, trasportano i visitatori in una intatta città medievale. Da un lato dei bravissimi musicisti in strada accompagnano una giovane cantante lirica.

Oggi sono un po’ stanco e per pranzo voglio fermarmi a mangiare in un ristorante. Ne scelgo uno tipico e condivido il tavolo con una coppia tedesca. Lui appassionato di nautica ha circumnavigato la Corsica in barca a vela e sta seguendo un corso di lingua italiana, lei è una insegnate di latino! Ho mangiato crocchette e insalata. Forse non molto “tipiche”, ma buone. Dopo pranzo non seguo perfettamente la PanEuropea, ma “raddrizzo” la sua tortuosità su strade non molto trafficate. Lascio quindi la regione del Baden Wuerttenberg e entro in Baviera. A 10 km da Oberdachstetten mi ritrovo sulla pista Biberttalweg. Pista ciclabile accogliente e per famiglie. A Oberdachstetten trovo un bel albergo a 500 metri dal centro storico.

25/07/2012 – Oberdachstetten – Hersbruck 105.0 km.
Oggi esco di buon mattino. Giornata di sole e caldo. All’uscita della città seguo la pista ciclabile Biberttalweg. Poi seguo per Hansbach e a tratti incontro degli scoiattoli dal manto marrone, che si nascondono nel grano o nell’erba al mio sopraggiungere. Incontro la città di Flachslanden in leggera salita (poi da qui fino a Norimberga sarà tutta discesa per 50 km) sulla Bibert River Valley, in gran parte vecchia linea ferroviaria abbandonata del Bibertbahn fino a raggiungere la città di Zirndorf. Questa pista utilizza anche le strade locali con piccole quantità di traffico, sentieri dei campi e forestali, dove solo alcune delle quali sono asfaltate. Incontro interessanti case a graticcio a Grosshabersdorf. In Germania, gli automobilisti che incrocio, hanno sempre un notevole rispetto dei ciclisti. Spesso si fermano in corrispondenza di zone sterrate e si spostano lasciandomi un notevole spazio per passare.

Sono a meno di 10 km da Norimberga quando un altro cantiere per la sistemazione del manto stradale non consente il traffico automobilistico, ma con la bici mi è consentito continuare. Una donna, autista di un grosso camion per il movimento della terra, mi indica a gesti il percorso da seguire. La sistemazione della strada prevede anche la costruzione di una nuova pista ciclabile. Poi, per qualche chilometro, mi ritrovo su una strada ad alto scorrimento e un automobilista, sorpassandomi, mi indica l’imminente accesso alla pista. Un buon panino al formaggio e uno strudel per 2.20 euro! Sto seguendo in parallelo il fiume Bibert nel suo corso. La sua pista si conclude a Furth per inserirsi nelle numerosissime piste della città di Norimberga. La segnaletica è stata per tutto il giorno eccellente, ma sto anche imparando che, in caso di dubbio, devo fermarmi e capire bene la direzione da prendere. Nella periferia prima di Norimberga, a Zirndorf, c’è la fabbrica della Playmobil. I famosi pupazzetti di plastica, molto apprezzati dai bambini sono esposti nel vicino Playmobil FunPark. Nell’ultimo tratto la pista svolta a nord facendomi fare un ampio giro intorno alla città, ma anche attraversando dei magnifici parchi. Seguo quindi il fiume Pegnitz che mi porta nel centro di Norimberga. Questo fiume, e il suo affluente Regnitz, a tratti in canale artificiale collega il fiume Meno al Danubio.

Norimberga, in Baviera, è un importante centro economico e culturale, che ha subito gravi danni durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, in parte ricostruito, presenta tuttora edifici interessanti sotto il profilo storico e artistico. Dopo la seconda guerra mondiale fu sede del tribunale chiamato a giudicare i criminali nazisti resisi responsabili della Shoah. Il centro storico della città è circondato da mura costituite da due cinte, quella interna alta circa 8 m con camminamento e quella esterna alta circa 15 m, circondata in origine da un fossato. Le mura hanno circa 80 torri difensive. Il Castello Imperiale, eretto come residenza dei Conti Hohenzollern, rappresenta una delle fortificazioni storicamente e architettonicamente, più significative del Medioevo in Europa. La Chiesa di San Sebaldo è un grande edificio medievale iniziato in stile romanico e terminato in forme gotiche. Dedicato al Santo eremita, che soggiornò nei dintorni di Norimberga, vi si conserva la sua tomba. La Chiesa fu una delle roccaforti del movimento protestante della città.

La Chiesa di San Lorenzo, grande edificio gotico, è invece uno dei migliori esempi di questo stile in città. Nel Medioevo era la parrocchiale del borgo meridionale, in contrapposizione all'altra grande parrocchia di San Sebaldo. La Frauenkirche (Chiesa di Nostra Signora), in stile gotico, che si apre sulla ampia piazza del Mercato, rappresenta il più alto e unitario esempio dell'architettura gotica in città. Il mercato principale era una volta uno dei centri più grandi e importanti in Europa. Arrivo, infine, al parco Hallerwiese e raggiungo il centro storico di Norimberga. Nel 793, l'imperatore Carlo Magno ordinò il progetto Regnitz per il collegamento, con un canale navigabile, del Danubio ai bacini del Reno. La sua costruzione detta Ludwigs-kanal serve per collegare il regno Svevo. In pratica questo canale artificiale, collegando il Danubio al fiume Meno (Main) che poi si getta nel fiume Reno, collega il Mar Nero a Rotterdam!

Mi fermo in piazza per una breve sosta. Un chiosco vende delle bibite fresche, mentre una giovane coppia di bravi sassofonisti allieta il passeggio con i pezzi più classici di Gershwin e Louis Armstrong. Sto uscendo da Norimberga seguendo ancora il Pegnitz, quando il tempo si fa un po’ nuvoloso, anche se la temperatura è ancora elevata. Seguo il percorso, in leggerissima e costantemente salita, per Röthenbach an der Pegnitz e poi per Lauf, che è una bellissima cittadina. Un cartello indica 395 km a Praga! Le indicazioni ciclistiche sono sempre utili e precise, ma sembra che, alle indicazioni delle piste cittadine, si aggiunga il simbolo della PanEuropa, solo a quelle dove è presente l’asfalto. Le indicazioni sono simboleggiate da delle onde blu. Questa pista è chiamata la Via dell’Oro. Infatti l'antica rotta commerciale che, da Norimberga arriva a Praga, era la Golden Road. Io la seguirò per un giorno e mezzo, fino a Sulzbach. Fa molto caldo e alcune piscine sono già molto affollate. Lungo la strada sul prato di una villetta una signora sta innaffiando il suo giardino. Mi fermo e le chiedo di poter riempire la mia borraccia, che è già vuota da tempo. Pedalo sul lato settentrionale del Pegnitz e la sua valle con le sue strade pittoresche, torri e case con i tetti appuntiti, fino a fermarmi a Hersbruck per la notte. Hersbruck fu fondata con la costruzione di un castello vicino ad un ponte. Purtroppo, durante il regime nazista, qui c’era un campo di concentramento la cui intera area è oggi sede del monumento Ohne Namen (senza nomi) di Vittore Bocchetta. Ancora Snitzel, patate, insalata e gelato e a letto presto.

26/07/2012 – Hersbruck – Weiden 101.0 km.
La signora, proprietaria dell’hotel, è molto simpatica e parla bene inglese. Ieri sera mi ha dato le istruzioni per la colazione: “Segui l’odore del caffè!” ha detto. Cielo terso questa mattina. Vado in direzione Konenstad seguendo la ferrovia, ma poi sbaglio e seguo per Eschenbach. Anche qui c’è una ciclabile, azzurra sul mio roadbook, ma non è quella che ho programmato. Non importa, perché la distanza sarà più o meno la stessa. Il percorso “5 Flusse Radweg” si snoda attraverso il pittoresco e roccioso paesaggio di Neukirchen per poi continuare verso Sulzbach-Rosenberg. Mi sto avvicinando alla città ducale di Sulzbach-Rosenberg, la cui storia è indissolubilmente legata al minerale del ferro. Qui gli edifici storici risalgono alla fine del 9° Secolo. Questo rende il Castello di Sulzbach uno dei primi castelli medievali in Baviera. L'imperatore Carlo IV, re di Boemia, aveva concesso il diritto di costruire miniere nell'intera zona, designandone così l'economia.

Prima di Sulzbach-Rosenburg incontro degli altri lavori stradali e nell’ultimo tratto, prima di Sulzbach, in salita devo spingere circondato da grossi insetti che mi danno particolarmente noia. In Germania, le grandi strade, in prossimità delle città hanno, almeno su un lato, una pista ciclabile. In asfalto o sterrata. Adesso è bella e in discesa. E mi prendo una piccola pausa con un bretzel e una sprite. Sulzbach-Rosenberg è un comune del distretto di Amberg-Sulzbach, in Baviera. La città si compone di due parti: Sulzbach a ovest, e Rosenberg a est. Il castello fu fondato probabilmente dal regno Merovingio ed è stato residenza dei potenti conti e dell’imperatore Carlo IV. Infatti, circa 1200 anni fa, Sulzbach-Rosenburg era al centro della politica europea fino alla chiusura del Maxhütte, fabbrica dell’acciaio, che è stato un duro colpo economico per la città. Adesso dritto verso Hirschau. Hirschau è la "città del bianco mondo". Il nome è dato meritatamente per gli scavi per l’estrazione del minerale di caolino, che è un molto ricercato nell'industria della carta e della porcellana. Il prodotto di scarto è una sabbia bianca, che nel corso del tempo creò una enorme montagna, il "Monte Kaolino". Questo è divenuto un insolito luogo per il divertimento, attrezzato, nei mesi invernali, di una sciovia e noleggio sci!

E… ho di nuovo finito l’acqua nella borraccia! Nella ricerca di un bar, o una fontana, scorgo un campo da calcio che stanno innaffiando. Senza nessuna indecisione entro sul campo e, fermando una girante, riempio la mia borraccia. Dopo Kettnitzmuhle seguo il fiume Naab fino a fermarmi a Weiden in Der Oberpfalz. Piccola città con una bella piazza. Alcuni turisti mi fanno notare che ci sono ben 16 ristoranti nella piazza, ma Weiden è famosa per la porcellana. L’hotel è proprio all’ingresso del centro città. L’albergatore è però dispiaciuto di non poter disporre, al momento, del garage per le bici. Infatti, nel cortile alcuni operai stanno apportando delle modifiche alla struttura. Affermo che per me non è un problema e userò i miei lucchetti e la ringhiera. Lui approva e per scusarsi mi offre una birra! Cammino un po’ tra i vicoli e piazze e poi ceno da Burger King, per finire la serata con un ottimo gelato.

27/07/2012 – Weiden – Stribro 119.0 km.
Giornata tersa senza una nube e il termometro all’esterno che segna già 18°C! Questa mattina la direzione è verso Neustadt an der Waldnaab, il più piccolo capoluogo di contea in Baviera. Fuori città, tra numerosi centri sportivi e grandi parchi pubblici, incrocio molti ciclisti. Milioni di ciclisti! In breve, da Neustadt Waldnaab, inizio a percorrere la pista “Böckl-Radweg”, la più lunga e bella della Baviera. Nel suo tracciato seguo il corso della vecchia linea ferroviaria che mi guida, con il suo percorso adesso pianeggiante, attraverso le colline della Foresta dell'Alto Palatinato. A Störnstein, da lontano, scorgo la chiesa di San Salvatore, arroccata su una roccia. Questa città è strana! Qui, a Störnstein ci sono i campioni del mondo di rotolamento dei barili di birra!!! Infatti ogni anno viene organizzata una competizione dove i concorrenti devono far rotolare i propri barili su una strada cittadina, guidandoli con dei lunghi bastoni.

Ottima sosta al Raststation, proprio sulla ciclabile che offre bevande e se necessario anche pernottamento. Adesso sono nella regione della Selva Palatinato, in mezzo a belle foreste e a fantastici panorami e, dopo Neustadt, inizia una leggera salita sulla fantastica pista della ferrovia dimessa. Ogni tanto incontro aree per pic-nic e gli edifici delle ex-stazioni. La strada panoramica mi regala una splendida vista sulle colline dell’Alto Palatinato e il castello di Waldau proprio sulla pista ciclabile è un'altra testimonianza della ricca storia della zona di confine ceco-bavarese. Sto per superare i monti di confine con la Repubblica Ceca. Una pietra miliare, nei pressi di una piccola stazione un tempo funzionante, segna la quota massima che ho raggiunto di 605 metri sul livello del mare. La pista, ora in discesa, si interrompe per l’incrocio con una strada ad alto traffico automobilistico, ma poi riprende nuovamente a tratti in brecciolino ben compatto.

Subito dopo Waldau raggiungo la città di Vohenstrauss con il suo simbolo, il castello rinascimentale di Fredericksburg. La quota della montagna più alta di questa zona di confine è di 800 metri, così che non può certo considerarsi una catena montuosa. Inoltre la minima pendenza della pista aiuta molto i ciclisti. In leggera discesa, attraverso il bosco fino a dopo Pleystein, dove la Chiesa di Kreuzberg Pleystein è costruita in quarzo rosa su una alta roccia. La successiva città di Waidhaus, nel dicembre 1989, ha scritto la storia del valico di frontiera, quando gli allora rispettivi ministri degli esteri, simbolicamente, tagliarono la "cortina di ferro". Qui la pista prende il nome di Dach Grunes Radweg fino al confine. L’ultima città della Germania è Eslarn dove compro due panini e una aranciata per 2.50 euro! Da Eslarn una pista ciclabile porta fino al confine di Tillyschanz. L’ultimo tratto, prima del confine, è nel bosco. Un grande cartello indicante la PanEuropa è con le foto di tutte le città che la pista attraversa da Parigi a Praga. Dopo il confine mi fermo nel parcheggio di un supermercato e mangio i panini. La moneta della Repubblica Ceca è ancora la corona ceca (Kč), ma nessun problema ad usare gli euro nelle zone di confine. Importante è però sapere che i ciclisti sotto i 18 anni devono, per legge, indossare un casco e i sentieri sono in genere indicati e classificati con numeri. Questo facilita molto i ciclisti.

Poco dopo il confine, il sentiero svolta a destra e mi porta nuovamente nel bosco. La prima impressione è che le strade non siano molto curate. Adesso ho di nuovo l’ausilio delle tracce caricate sul GPS, così seguo le indicazioni della PanEuropea prima sulla pista numero 36 e poi su una strada nella bella pineta fino a Karlova Hut, dove inizia la pista numero 37, in una decisa picchiata. Nel bosco molti automezzi dei taglialegna rovinano il fondo del percorso e spesso ci sono tratti molto fangosi. Esco dal bosco su una strada trafficata e constato che qui gli automobilisti, al contrario della Germania, hanno decisamente poco rispetto per i ciclisti. La pista 37 passa in mezzo a un bel parco cittadino e mi fermo in un chiosco delle bibite. Una cedrata e una bottiglia d’acqua per l’equivalente di 0.80 euro!

Le strade sovente incrociano delle linee ferroviarie protette a volte da passaggio a livello. In queste occasioni occorre fare moltissima attenzione! Quando il semaforo lampeggia fermatevi immediatamente! Le sbarre scendono molto rapidamente e molto rapidamente arriva il treno. Conosco questa situazione da altri precedenti viaggi in auto in repubblica Ceca. Tratti in discesa si alternano a decise salite. Il fondo nel bosco non è buono, a volte anche con sassi in discesa. Molto ben segnalato, ma “selvaggio”, il percorso passa attraverso foreste di abeti e pini, con strade spesso in cattive condizioni, che variano tra ghiaia e fango. Incontro una coppia di cicloturisti spagnoli. Lei davanti in canottiera mi anticipa su un unico passaggio asciutto a lato di una pozza. Sono partiti da Praga e hanno intenzione di arrivare a Strasburgo. Scambiamo informazioni sulle caratteristiche della strada, alloggi e fontane. Loro viaggiano in completa autonomia con tenda e fornello e mi avvisano che, nelle piccole città, nessuno parla inglese e, naturalmente, io come loro, non parlo ceco.

E’ decisamente tardi quando arrivo alla deserta Kladruby. Qui davanti la chiesa benedettina, prendo la decisione di dirigermi direttamente a Stribro utilizzando la strada 193 e nell’ultimo tratto seguendo la pista 306. Le piste principali in Repubblica Ceca sono classificate con un solo carattere numerico, con due le secondarie e con tre quelle vicino ai centri abitati. Stribro in cecoslovacco vuol dire “argento”. La città, che si trova sopra la valle del fiume Mze, è la più antica della repubblica Ceca. Infatti i più antichi reperti archeologici sono dall'età della pietra e del bronzo. Un tempo era poco più di un villaggio di minatori con una chiesa della Vergine Maria, ma la sua posizione vantaggiosa sulle rotte commerciali tra Praga e Norimberga e l'industria mineraria dell'argento, la fecero crescere notevolmente. Il centro storico della città è area pedonale. Particolarmente importante è il municipio rinascimentale con una bella facciata in graffito e notevoli sono i portali delle case rinascimentali. La città che ha molti importanti edifici storici, tuttavia offre ai suoi visitatori numerose botteghe artigiane per la lavorazione dell'argento. Entro in Stribro e, dopo il ponte, il primo hotel è completo, il secondo è in ristrutturazione, ma finalmente trovo posto nel terzo, che è anche una fabbrica di birra. La cena è con un piatto unico di pasta penne e pollo accompagnate della birra locale.

28/07/2012 – Stribro – Revnice 123.0 km.
Sono adesso a 160 km da Praga. Troppi da fare in un sol giorno su queste strade, ma oggi devo provare a spingermi più avanti possibile per avere nell’ultima tappa, di domani, molto più tempo per visitare Praga e per poi prendere in serata il treno di ritorno a Milano. La colazione è superba. Due anziane, ma arzille signore, mi servono wurstel, frittata con le cipolle e pezzetti di prosciutto, panini al burro e paté e da bere aranciata e caffè turco. Preparo la bici e, forse per l’abbondante colazione, oggi faccio un po’ fatica ad imbroccare la ciclabile che esce dalla città. Attraversando il paesaggio ceco e le grandi aziende agricole, mi sto velocemente avvicinando a Praga. Dopo soli 5 km da Stribro faccio una deviazione su uno allargamento del fiume seguendo sempre la pista 37, ma in questo tratto ci sono troppe salite e troppi sassi sul percorso! In salita faccio 6 km/h e in discesa 8 km/h. Mancano 40 km a Plsen, se la strada continua così non ce la farò mai! Su questo pezzo di strada devo ricorrere a tutte le mie energie e a una buona dose di forza di volontà.

Mi fermo in una osteria lungo la strada per prendere da mangiare e dell’acqua. Lascio fuori la bici e un ciclista si ferma a curarla. Al mio ritorno mi consiglia di non lasciarla mai incustodita. “Qui non è come in Germania!”, mi avvisa. A 10 km da Plsen, il percorso 37 diventa di nuovo difficile e non più interessante. A Kozolupy salto volutamente la deviazione indicata. Esco da un single track tra casette di villeggiatura e proseguo sulla strada che mi porta direttamente a Plsen. La Regione di Pilsen è molto vasta, ma scarsamente popolata. Il centro della regione è proprio la città di Pilsen, la più grande metropoli culturale e sociale di tutta la Boemia occidentale. La maggior parte della regione è coperta da boschi, di cui i più importanti sono Sumava (Selva Boema) a sud, Cesky les (Bosco Boemo) a sud-ovest e arricchita da numerosi parchi. A testimoniare il miglioramento dell’ambiente ha contribuito, l’inserimento della regione tra le riserve biosferiche dell’UNESCO, soprattutto per il ritorno di alcune specie animali da lungo tempo assenti dalla zona. Infatti si possono incontrare la lontra, la lince, il gallo cedrone e, nella foresta Boema, il castoro europeo. Nei torrenti e negli stagni sono tornati anche i gamberi che, come è risaputo, necessitano di acque molto pulite per poter sopravvivere. I boschi, che ricoprono circa il 40% del territorio della regione, sono per la maggior parte accessibili, sia ai turisti, sia a coloro che raccolgono liberamente funghi o i vari frutti di bosco.

Plzen è la quarta città più grande della Repubblica Ceca, nella Boemia occidentale, e capoluogo della regione. Ma, chiunque visiti Pilsen, dovrebbe anche visitare la famosa fabbrica di birra Prazdroj. Infatti, per molti turisti la vera meta di pellegrinaggio non sono le chiese, ma le sue birrerie. La Pilsner Urquell, conosciuta in tutto il mondo, in tedesco significa "antica fonte di Plsen, merita una visita ben approfondita. L'elegante architettura urbana della città di Plsen e la sua storia, a circa 90 km da Praga, venne fondata dal re Venceslao II di Boemia e re di Polonia. Oggi il centro è dominato dalla lunga e sottile Torre della Cattedrale gotica di San Bartolomeo, che, con la sua guglia, è la più alta di tutta la Repubblica Ceca. In piazza Republiky, la principale della città, molti edifici lungo il suo perimetro sono il palazzo del Municipio in stile rinascimentale e alla sinistra il Palazzo dell'Imperatore, edificio rinascimentale a due piani con il tetto in tegole fiamminghe e sul pilastro centrale esterno una statua raffigurante appunto l'Imperatore.

La Colonna della Peste, eretta nel 1681 durante un'epidemia, si trova in prossimità della piazza del Mercato. In piazza con un bel sole caldo mi gusto un saporitissimo gelato al gusto banana e mango che ho acquistato al prezzo di 30 Kc. Vorrei godermi ancora a lungo la piazza e la sua atmosfera. Passo davanti alla Sinagoga che è la seconda più grande di Europa, dopo quella di Budapest, e poi esco dalla periferia di Plsen su strade comunali a scarso traffico. Attraverso il fiume Radbuza e continuo sulla pista che adesso è la numero 3 a lato di una grande strada. E ancora, fuori città, passo davanti gli stabilimenti della Škoda, fondata da Emil Škoda nel 1859. Questa fabbrica è destinata ai veicoli industriali da non confondere con quella del settore automobilistico già acquisita da Wolkswagen. Le colline boscose di Rokycany mi accompagnano nel percorso. A Rokycany, anche se i vari eventi della guerra e gli incendi, hanno cancellato il carattere storico della città, numerosi monumenti importanti sono stati qui conservati. La più importante è la chiesa gotica della Vergine Maria della Neve. La storica chiesa che risale al 1110, fu danneggiata da un incendio e la sua ricostruzione è stata eseguita in stile impero.

Rokycany è inoltre un fiorente centro commerciale e di produzione metallurgica e ha storiche testimonianze fin da quando era sede vescovile. La città rimase proprietà della chiesa fino a quando a seguito delle guerre del 1500 la diocesi fu devastata e definitivamente sciolta. Tuttavia, la città è molto ben tenuta. Esco dalla città su strada tra cascine e campi coltivati, fino al villaggio di Dobøív, dove incrocio il fiume Klavaba e un bel mulino. Ora inizio a seguire il suo corso verso nord in direzione di Strasice. Attraverso altri piccoli paesini quali Nova Ves, Komarov, in Boemia Centrale. Lascio così la regione di Pilsen Kraj per entrare nella regione centrale della Stredocesky Kraj. Passando per i comuni di Strasice e Komarov, il percorso conduce attraverso la valle del fiume Cerveny Potok, fino a Horovice. Il castello di Horovice è il monumento principale della città. Si entra dalla Porta del Sole, attraverso un grande parco. Inizialmente costruito in stile barocco, fu poi riadattato ai dettami della più classica architettura. Splendidi affreschi della volta sopra lo scalone sono, in un certo qual modo, avveniristici e gli interni della residenza, studiati con un occhio all’arte e all’estetica, ma sono assolutamente funzionali secondo un concetto assai moderno per l’epoca.

Altri monumenti più significativi di Horovice includono la Chiesa barocca della Santissima Trinità dell’architetto italiano Carlo Lurago, alcune case di valore storico e, ultima ma non meno importante, la colonna cosiddetta del “detenuto”. E’ una colonna in stile tardo gotico, in cui i condannati dicevano la loro ultima preghiera prima di procede all'esecuzione. Su tranquille strade secondarie e asfaltate, circondato da castelli e monumenti, quali Lochovice e Neumitely, raggiungo la valle del Berounka. Continuo sulla strada 114 e poi sulla 115 in direzione Revnice sul fiume Berounka. Sono un po’ stanco e velocemente trovo da dormire in un centro sportivo. La signora, gestore dell’hotel, però non accetta la carta di credito e anche lo sportello bancomat, li vicino, non mi è d’aiuto. La signora così impietosita mi cambia 50 euro in Corone, consultando Internet per il valore del cambio. Ceno in un buon ristorante situato nella piazza principale. La televisione mostra l’incontro di tennis di London 2012, tra l’olimpionica Ceca Klara Zakopalova e la nostra Francesca Schiavone. Con un po’ di disappunto degli altri commensali, la Ceca, dopo un recupero nel secondo set, perde l’incontro. Io guardo il match con molta gioia, ma rispettosamente in silenzio! Intanto fuori piove, ma fortunatamente, quando esco ha smesso. Torno in hotel per una birra e poi a letto. Domani… Praga!

29/07/2012 – Revnice – Praga 36.0 km.
Ha piovuto tutta la notte, ma smette quando sono pronto a partire. Il primo tratto in discesa è un po’ freddo. Per 14 euro ho dormito bene e ho fatto colazione con pane, prosciutto, formaggio e caffè. A sei chilometri da Revnice c’è probabilmente il più bel castello della Repubblica Ceca, Karlštejn, che merita una visita. Carlo IV del Sacro Romano Impero, a capo del Regno di Boemia e fondatore dell’università e della città nuova di Praga, commissionò l’edificazione di vari castelli. Tra questi spicca il complesso del Karlštejn, da lui voluto allo scopo primario di avere un luogo sicuro per riporre i gioielli della corona e gli archivi di Stato. Nel Castello, distante da Praga solo una giornata a cavallo, venne inoltre dedicata la cappella della Santa Croce nella torre maggiore. La struttura massiccia e inespugnabile del castello, le cui pareti hanno fra i 5 e i 6 metri di spessore, contiene altre cinque cappelle.

Nella grande torre del castello, una scala a chiocciola decorata con scene della vita dei Santi Venceslao e Ludmila, patroni della Boemia, conduce alla famosa cappella della Santa Croce. Questa cappella, dedicata alla Passione di Gesù, contiene ancora oggi i gioielli della corona e le reliquie più preziose, che, pur essendo meta turistica di grande importanza, per ragioni di tutela del patrimonio storico e artistico, non è normalmente accessibile ai visitatori. Le finestre sono realizzate in pietra traslucida e lo zoccolo è decorato con più di duecento pietre semipreziose incastonate in una superficie di stucco dorato. Karlštejn si erge su di un colle, circondato da altre colline, che lo nascondono allo sguardo sino a quando non ci si trova nelle sue immediate vicinanze. Questa astuta posizione strategica ha dato buoni risultati. Essendo impossibile da vedere da lontano, il castello è stato attaccato solo una o due volte in passato e mai conquistato.

Continuo a seguire le indicazioni della pista con il numero 3. La ciclabile adesso, nei pressi di Praga, è davvero bella. Tra villette da un lato e il fiume dall’altro. Orti e spesso incrocio tanti gruppi di ciclisti. Quasi tutti con le MTB. Faccio caso che non ci sono bici parcheggiate. Neanche una! Un panificio sta sfornando il pane proprio ora. Il suo profumo, al mio passaggio, mi fa ricordare quello di un tempo del panettiere sotto casa. Caspita avevo dimenticato quel profumo! Passo su un ponte con assi in legno e viscide per la pioggia e questo punto seguo le indicazioni ciclistiche della strada invece del mio GPS, intanto che un altro scoiattolo marrone è troppo veloce nel nascondersi per poterlo fotografare. Adesso i cartelli indicano solo una generica “pista ciclabile”, tra tanti gruppi di ciclisti. Al fianco della ferrovia mancano solo 13 km all’arrivo. Le indicazioni del mio GPS sono a volte in contrasto con i cartelli ciclabili con indicazione “Centrum”, forse più recentemente aggiornati.

Un campo da golf devia la pista sul suo perimetro. E poi ancora seguo il fiume ed ecco il Castello! Sono in mezzo a centinaia di turisti e a tratti devo scendere dalla bici e proseguire a piedi spingendola. Sono a 5 km dall’arrivo e la ciclabile è sul marciapiede. Ed eccomi al Ponte che ho scelto simbolicamente come punto di arrivo di questo mio viaggio! Il Ponte Carlo (Karlův Most) è lo storico ponte in pietra sulla Moldava, che collega la Città Vecchia al quartiere di Malá Strana. Questo è forse il più famoso monumento della capitale della Repubblica Ceca. Misura più di 500 metri di lunghezza ed, essendo una delle più grandi attrazioni turistiche della città, è molto frequentato da milioni di turisti e arricchito dagli artisti di strada, musicisti e venditori di souvenir durante tutto l'anno.

Qui finisce il percorso della PanEuropea, la "Golden Road" del commercio medievale e il mio fantastico viaggio in bicicletta! Vado subito in stazione ferroviaria per acquistare i biglietti di ritorno a Milano. Dovrò prendere ben quattro treni, passando per la Germania. Per necessità uso il bagno pubblico della stazione. C’è da inserire una moneta. Semplice è l’operazione, ma l’addetto si offre insistentemente di aiutare tutti i turisti. Apre il passaggio con un badge e intasca la moneta di 10 Kc. Acquisto dei regali da portare a casa, qualche panino e bibite per il viaggio. Ho ancora qualche ora e torno a visitare il centro storico di Praga.

Praga è la capitale, e la più grande città, della Repubblica Ceca. Centro politico, culturale e turistico di fama mondiale. Già capitale del Sacro Romano Impero, il suo centro storico è visitato ogni anno da più di 6 milioni di viaggiatori, ottenendo nel 1992 l’inserimento nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Si potrebbero scrivere numerose pagine per solo tentare di descrivere questa meravigliosa città, ma è mio intendimento qui adesso dare solo qualche piccola informazione. Situata sul fiume Moldava (Vltava), ricca di molte case antiche, alcune delle quali con splendidi murali, la città contiene una delle più variegate collezioni di architettura del mondo. Tra le principali attrazioni turistiche il Staré Město, alcuni luoghi legati a Franz Kafka, il Malá Strana, Hradčany con il Castello di Praga, il Vicolo d'Oro e la Cattedrale di San Vito (dove sono conservate le reliquie più importanti della Chiesa cattolica boema), il Ponte Carlo (Karlův most), e il quartiere di Nové Město con il suo municipio, Novoměstská radnice.

Veramente questa meravigliosa città meriterebbe un soggiorno più lungo, ma nel pomeriggio ritorno nuovamente in stazione per il ritorno a Milano. Il primo treno è l’Albert Einstein delle 17 e 07 per Monaco. Sul treno, una ragazza cinese occupa il posto assegnato alle bici e non si vuole spostare perché, dice, non troverebbe altro posto. Intanto io con la bici sono in mezzo al corridoio. Alla prima fermata di Beroun quindi si crea molta confusione con la mia bici tra passeggeri che scendono e salgono. A quel punto la ragazza capisce il problema e si sposta dalla zona biciclette. Arrivo a Monaco alle 23.05 poi alle 23 e 40 prendo il treno per Mestre, con posto a sedere prenotato in compagnia di coppia di escursionisti francesi. L’arrivo a Mestre è alle 8 e 21 giusto in tempo per la colazione e alle 11 e 16 con il regionale arrivo a Milano alle 14 e 35. Questo viaggio è stato tra i miei più lunghi e avventurosi. Viaggiare, in bici, attraverso l’Europa per 1550 km è stata un'occasione per confrontarsi con gli altri, per conoscere il significato di essere Cittadini Europei e scoprire nuovi e interessanti itinerari. Itinerari per la maggior parte basati su piste ciclabili o su strade a basso traffico automobilistico, tra piccoli paesi, grandi metropoli, popoli, monumenti e paesaggi stupendi. Unità non vuol dire comunque omogeneità. I valori dell'Europa unita devono comunque mantenere il rispetto delle diversità e delle tradizioni di ciascun Paese.

Testo di Sandro Foti

Per seguire la prima e la seconda tappa collegatevi ai link:
http://wsimag.com/it/viaggi/3635-parigi-praga-in-bicicletta http://wsimag.com/it/viaggi/4171-parigi-praga-in-bicicletta-ii