Primo Marella Gallery è lieta di presentare Indonesian Identities, un nuovo progetto espositivo volto a presentare tre artisti la cui pratica sta catalizzando l’attenzione della comunità artistica contemporanea indonesiana: Farhan Siki, Besta Bestrizal e S. Dwi Stya Acong. La mostra arriva dopo sette anni da The Alleys of a City named Jogya, quando undici street artists dell’isola di Giava furono selezionati dal curatore Jim Supangkat per essere portati all'attenzione di un nuovo ed entusiasta pubblico Europeo.

Farhan Siki (1971, Lamongan, Giava Orientale) trae ispirazione dalle icone visive più riconoscibili e famose della storia dell'arte occidentale, dal L’Ultima Cena a L'uomo Vitruviano di Leonardo, da Adamo ed Eva di Michelangelo alle esperienze Bauhaus, rielaborandole con una tecnica e una consapevolezza assolutamente contemporanee. Farhan riflette sulle esperienze pop del XXI secolo esplorandone gli elementi testuali, raccogliendo loghi, marchi e simboli della cultura di massa e caricandoli di attributi iperbolici e parodistici. La vita urbana e l’attuale spinta quotidiana al consumo esplodono sulla tela in un trionfo di colori, satireggiando - dall'interno - il sistema dell'arte contemporanea e le sue distorsioni.

S. Dwi Stya Acong (1977, Malang, Giava Orientale) cattura la luce in un modo che ricorda il repertorio degli Impressionisti Francesi. Attraverso le sue brevi pennellate divisioniste ottiene un effetto di intense vibrazioni cromatiche. Ciò rende ancora più evidente la rottura tra tempo e spazio, che è il tema ricorrente delle sue opere. Gli anonimi uomini erranti sembrano sempre turbati dalle tinte lussureggianti dei dipinti, eppure rendono le composizioni di Acong particolarmente inquietanti e, allo stesso tempo, indimenticabili. Ricreando situazioni assurde con disarmante facilità, S.Dwi Stya Acong ci presenta una nuova e personale interpretazione dell'arte surrealista.

Bestrizal Besta (1973, Padang, Sumatra Occidentale) viveva a Pekanbaru prima di stabilirsi nella città di Yogyakarta, dove ha continuato a perfezionare la tecnica pittorica. Il suo lavoro è facilmente identificabile dalle scenografie ieratiche, dalle tavolozze monocromatiche arricchite con accenni di colori vivaci e dettagli intricati. L’artista coniuga aspetti visionari ad elementi enigmatici, creando atmosfere che si contraddistinguono per la potente suggestione e il netto impatto emotivo, capace di catalizzare l’attenzione giocando sull’accostamento di piani sensoriali diversi.