In occasione della sua seconda mostra personale a MONITOR, Benedikt Hipp presenta una serie di lavori pensati per gli spazi della galleria, sviluppando una inedita sinergia tra i suoi lavori pittorici e la componente installativa di un corpo di sculture realizzate in collaborazione con l’artista Lisa Reitmeier.

Abisso Calipso, questo il titolo evocativo della mostra che si ispira alla profondità del mare, segue un percorso orchestrato tra più elementi per mettere in relazione, attraverso riflessioni scientifiche, ambientali e sociali, le diverse opere presenti nelle due stanze della galleria.

Mentre la stanza di sinistra è dedicata all’interpretazione dell’origine stessa della vita, in cui scultura e pittura si fondono nel grande lavoro installativo “Geological Heartbeat” quella di destra ci proietta nel mondo odierno, con opere che trovano i loro riferimenti nelle utopie del modernismo, nella questione delle leggi della tassonomia e più in generale nella riflessione sulla condizione umana.

La ricerca pittorica di Hipp eludendo la distinzione tra astratto e figurativo, è anche in questo caso influenzata dalle figure misteriose ed ataviche, evocazione dei millenari ex voto che da sempre fanno parte della ricerca dell’artista e del suo storico personale, palesandosi nelle forme antropomorfe presenti in alcuni dipinti e negli oggetti che ricordano in alcuni casi altari sacrificali ed offerte votive.

Ciò che ne scaturisce è un’opera corale che vuole rappresentare l’origine della vita naturale, ma anche i processi di trasformazione e di proliferazione di altre forme di vita. Al centro di tutto, l’uomo (l’anthropos) fautore delle sue progressive sorti ma anche della sua ineluttabile rovina.