La Ianieri Edizioni è una realtà editoriale abruzzese nata nel 2001, con l’inaugurazione di una Collana internamente dedicata agli studi dannunziani. Una decisione di fondamentale importanza per tutti gli studiosi dannunzisti e per tutti quei lettori vogliosi di approfondire la figura del Vate. In oltre vent’anni di attività (durante i quali si sono aggiunte numerose ed eterogenee collane), la Ianieri ha accolto un impressionante numero di saggi e carteggi dedicati a Gabriele d’Annunzio, avvalendosi di numerosi intellettuali specializzati in materia, fra i quali spicca lo scrittore (nonché direttore di Collana) Franco Di Tizio.

Medico di professione ma, da tempo immemore, votato alle lettere; negli ultimi anni ha deciso di dare alle stampe (oltre ai numerosi lavori di ricerca dannnunziana) anche due volumi che rappresentano il sommario di quegli studi che, da tutta la vita, lo tengono occupato. Il primo: Studi e Ricerche su Gabriele d’Annunzio (2021) è il puntuale resoconto dall’attività letteraria di Di Tizio espressamente rivolta al Vate. Così si è, infatti, espresso in merito il compianto Professor Umberto Russo, nella prefazione: Le molteplici ricognizioni sulla figura e l’opera di Gabriele d’Annunzio svolte per lunghi anni da Franco Di Tizio sono qui rievocate come il frutto di una attenta e consapevole ricerca che ha sempre avuto quale finalità principale l’esemplare studio su di un personaggio complesso, si direbbe multiforme e perciò degno di essere studiato, compreso e interpretato sotto tutti gli aspetti.

L’operosità dell’Autore ha fatto sì che anche certi risvolti poco noti del suo profilo artistico e umano fossero tratti alla luce e studiati, per una sempre migliore comprensione di uno dei maggiori protagonisti della storia italiana del Novecento. Il secondo volume, invece, vuole essere di più ampio respinto donando una panoramica completa delle indagini e delle ricostruzioni seguite con un piglio da vero investigatore umanista, nel corso degli anni. Di Tizio non nasconde l’auspicio che gli innumerevoli indizi scovati nel tempo e messi su carta vengano considerati come delle vere e proprie pedine che i contemporanei ed i posteri, possono (e potranno) smuovere ai fini di ulteriori indagini. Lo studioso, originario di Francavilla al Mare (Chieti) vede la cultura con spirito moderno e modernista, un flusso divulgativo continuo che ha dato vita al volume: La mia attività letteraria – Confessioni e ricordi (2021). Accompagnato (com’è consuetudine dell’autore) da un ricco apparato iconografico ad immortalare i momenti salienti di un’intera vita.

Nella nota introduttiva, Di Tizio parte dalla data cardine del 1968, anno che diede i natali alla sua prima opera letteraria: il volumetto di poesie Aliquando permutabo. Dall’epoca, ha dato alle stampe una cinquantina di libri, scritti – come egli stesso ammette – per passione. Amante delle biografie da sempre; dagli anni Settanta inizia studi approfonditi a proposito del Cenacolo Michettiano (di cui diamo una breve presentazione), sorto nel 1880 a Francavilla. Molte le pubblicazioni di Di Tizio ad esso dedicate, culminate con il volume del 2021: Gabriele d’Annunzio e gli amici del Cenacolo michettiano. Oltre al volume del 2021, Michetti è – altresì – al centro di una biografia definitiva, edita nel 2006. Il Cenacolo fu, in origine, convento di ordine francescano e passò al pittore Francesco Paolo Michetti negli anni Ottanta del 1800, il quale lo trasformò in un centro culturale, in cui letterati ed intellettuali potevano condividere il proprio percorso personale ed artistico. Di Tizio sottolinea i rapporti che intercorsero fra i vari personaggi di prestigio che lo frequentarono oltre a d’Annunzio.

All’epoca, Michetti era già noto e proprietario di uno studio sul litorale. Proprio per questo l’allora sindaco gli concesse un luogo ancor più consono in cui lavorare e creare altri tipi di attività educative ed artigianali. Progetti che non andarono mai realmente in porto, ma la mossa si rivelò efficace per far conoscere la regione abruzzese a livello internazionale, grazie alle personalità di alto livello che frequentavano il Cenacolo. Il Vate ne fu indefesso promotore, citandolo anche nel Libro Segreto e, per circa un quindicennio, ne fu ospite abituale e vi scrisse Il piacere (1889), L’innocente (1891) ed Il trionfo della morte (1894). Il sodalizio con Michetti durò fino alla morte del pittore, avvenuta nel 1929 che il Vate commentò definendolo: “la metà dell’anima mia”. Tornando a La mia attività letteraria, scopriamo che l’intento dell’autore è quello di fornire un volume a chi lo utilizzerà come punto di partenza per nuove scoperte, basandolo - citando le sue stesse parole - “sulle certezze del passato”.

Confesso di aver sorriso del suo pensare che i libri da lui scritti non possano essere letti tutti d’un fiato o per intero, poiché destinati ad appassionati e cultori. Amichevolmente ed affettuosamente dissento, poiché mi sono sempre ritrovata completamente avvolta dalle sue parole, incapace di interrompere la lettura. Non potrebbe essere diversamente, visto che Di Tizio ha (ri)portato alla luce centinaia di documenti inediti ed oltre diecimila lettere di personaggi illustri. Fra cenni biografici avvincenti e doverosi rimandi a coloro che considera i suoi Maestri, i capitoli spaziano dall’elenco dei libri pubblicati, ai saggi ed agli articoli dannunziani e michettiani, senza dimenticare la tematica medica e gli interventi di carattere generale.

Tutti gli studi del Professore sono degni di nota, ma ricordiamo i lavori dedicati a Lina Cavalieri, celeberrima diva del suo tempo; la biografia del pittore Basilio Cascella, elogiata da Vittorio Sgarbi; il saggio incentrato sulla figura di Rina De Liguoro, regina del muto… Così come i saggi di analisi rivolti ad uno studio più approfondito di tutti quei personaggi che ebbero a che fare con il Vate: Gian Carlo Maroni (architetto del Vittoriale), lo scrittore Giuseppe Mezzanotte ed il giornalista d’assalto Edoardo Scarfoglio, solo per citarne alcuni. Il tutto all’insegna dell’inesauribile capacità di far dialogare documenti e tracce di ardua reperibilità.

La figura del conterraneo poeta abruzzese, Gabriele d’Annunzio domina le pagine di questa riassuntiva fatica letteraria e non potrebbe essere altrimenti. Poiché, senza Di Tizio ed il suo stile diaristico nell’approcciare il poliedrico universo dannunziano cosa sapremmo, realmente, del Vate? In tutta probabilità, lettori e studiosi si muoverebbero su terreni molto più impervi ed imprecisi. Partendo dall’omaggio del 1998 nel sessantenario della morte, celebrato con la mostra Carte dannunziane – Libri, immagini, documenti inediti del Poeta, si passa agli inesauribili carteggi (d’Annunzio scrisse e ricevette centinaia di lettere) sia personali sia professionali, dalle missive ai figli a quelle destinate a: Rossignoli, Michetti, Albertini, Mondadori, fra i tanti.

Di Tizio ha scritto un mirabile libro su Di Tizio, senza cedere alla tentazione di scrivere un volume su se stesso, analizzando la propria vita ed il proprio operato come ha fatto con tutte le personalità che ha deciso di approfondire nel corso degli anni. Ennesimo regalo dal valore inestimabile, in pieno stile dannunziano, il quale ci consente di affermare che Franco Di Tizio avrà - per sempre - quel che ha donato.