Amo i libri, soprattutto gli albi illustrati, sorprendentemente ritrovati dopo gli ‘anta’, e amo il cinema. Due passioni che alimentano l’anima, che tengono vivo il fuoco.

L’albo illustrato è un sistema complesso di forme, una combinazione di parole e figure che si incontrano sulle pagine e si completano l’un l’altra. Si tratta di una potente alchimia, se ben disegnata, un incontro di una riga e di un disegno, una riga che lo completa, lo amplia, lo approfondisce, gli dà sostanza. La stessa che si può dare ai sogni. Così come fa il cinema.

È un linguaggio nuovo, originale, di valore, affascinante per i bambini che stanno crescendo ma anche per gli adulti che vogliono, tenacemente, restare bambini.

Il ritmo delle immagini viene scandito dal tempo di lettura, anche se a volte alcuni tratti possono essere talmente belli da far dimenticare le parole o da non averne addirittura bisogno (in questo caso saremo di fronte a un poetico silent book, quello che lascia al lettore immaginare la storia, la propria, o magari semplicemente il proprio finale).

A volte è l’oggetto stesso che parla, alcuni formati, come i leporelli, portano in un favoloso mondo. I libri sono tondi, rettangolari, quadrati, irregolari, lunghi e stretti, piccolissimi o enormi, hanno pagine di stoffa, di spugna, di lana, alette, pop up. Arte.

L’atto di girare pagina, poi, ha per l’albo illustrato più importanza che in ogni altro tipo di racconto su libro, a causa delle tante possibili soluzioni che, ad ogni apertura, si offrono agli occhi del lettore. Tutto può cambiare da un momento all’altro: il tipo di immagine, di composizione o di inquadratura. Il movimento del braccio e della mano diventano così anche la forma fisica del respiro della storia, del ritmo del racconto, ma anche delle emozioni che via via si provano nella lettura. Si gira pagina per andare avanti, scoprire il mistero, curiosare nelle casette dei personaggi, si vuole vedere come va a finire. Un po' come girare uno spartito, attendendo la nota successiva. O come i movimenti armonici di un direttore d’orchestra che coordina tante anime. Uno scorrere del tempo che non si avverte.

La fiaba è territorio privilegiato per l’albo, breve, tempestiva, visiva e con un suo perché e una sua morale. Luogo di sogni e bei risvegli. Magia pura. Stella nella notte.

Se poi uniamo albo illustrato, amore per i libri, delicate illustrazioni, bellissimi disegni animati e cinema pluripremiato, il gioco è fatto, il dado è tratto.

È il caso di William Joyce, un brillante autore americano, illustratore e regista che coinvolge da subito. Le sue illustrazioni sono apparse sul prestigioso New Yorker e le sue opere esposte in musei e gallerie d’arte. Dopo aver pubblicato oltre 50 libri per ragazzi, ha lavorato anche con Pixar, Dreamworks e, soprattutto, Disney. Il vero “se puoi sognarlo puoi farlo”.

Oggi a stupire ancora la (ri)scoperta de I fantastici libri volanti di Mr Morris Lessmore, una storia che, da iniziale app di successo, è diventata cortometraggio d’animazione, di 15 minuti, che, tra i tanti premi, ha vinto l’Oscar, nel 2012.

Opera dei registi di animazione statunitensi William Joyce e Brandon Oldenburg, il corto ha molti e ben assortiti ingredienti: il potere terapeutico delle storie, l’uragano Katrina, il Mago di Oz, i colori vivaci, l’amore per i libri e l’attore di cinema muto Buster Keaton. In una combinazione di tecniche di animazione tri e bidimensionale, di digitale e non.

La storia comincia nella misteriosa New Orleans: Mr. Morris Lessmore è uno scrittore, somigliante appunto a Buster Keaton, e sta tranquillamente lavorando a un romanzo sulla terrazza di un moderno hotel quando vede avvicinarsi un’enorme e minacciosa tempesta. L’uragano spazza via qualunque cosa e trasporta lo scrittore e il suo romanzo in una terra fantastica, dove storie e parole fluttuano nell’aria, i libri volano.

Questa bella storia vive anche sulla carta (viveva già, per l’esattezza, perché il libro, dello stesso Joyce, ha ispirato il cortometraggio), in un poetico albo illustrato in Italia edito da Rizzoli. Un toccante libro sui libri, connubio imprescindibile per chi ama la lettura e l’illustrazione. Un racconto che, allo stesso tempo, rende omaggio ai lettori più curiosi.

Morris amava le parole, le storie e i libri. Anche la sua vita era un libro che lui stesso scriveva, con cura e dedizione, ogni giorno. Un libro però che non volava e che restava tristemente ancorato a terra. Un giorno, dopo quell’uragano iniziale, vide sopra di sé una bella ragazza che volteggiava nel cielo, appesa a un festoso gruppo di libri volanti. Un libro caduto da quelle amorose mani leggere, e afferrato con amore, lo avrebbe portato lontano. Verso il nido dei libri, una biblioteca animata dalle pagine di tanti volumi che, svolazzanti, invitavano alla lettura, sussurrando. Nelle biblioteche, dove i libri si annidano come tanti uccellini canterini, in fondo, c’è sempre un libro per tutti.

I libri si mescolavano di continuo, allergici a ogni tipo di ordine, tragedie che andavano a far visita alle commedie, lingue che non si capivano. Ma, tutto sommato, era divertente, oltre che piacevole e curioso. Morris provava enorme soddisfazione a prendersi cura dei libri, perdendosi fra le loro pagine a volte per giorni interi. Ammetto che succede anche a me. A me che ho arredato casa partendo dai miei libri che arrivano da tante parti del mondo, che l’ho adattata alle loro esigenze-dimensioni. Lo spazio è per loro. Io a volte non trovo il mio.

«C’è una storia per ciascuno» diceva Morris, i libri andavano condivisi con gli altri. E quegli amici concordavano con lui, pienamente e senza riserve. Un gesto di generosità. Ogni storia ha il suo lettore e la vita di ognuno di noi può essere racchiusa in una storia.

E intanto Morris, la sera, dopo che tutti erano andati a dormire, riprendeva a scrivere il suo amato libro. I mesi e gli anni passavano, finché Morris si raggrinzì e si curvò. La vecchiaia. Ma gli amici libri erano sempre lì a prendersi cura di lui e la notte gli leggevano tante storie.

Fino al giorno inevitabile in cui il libro di Morris restò lì ad attendere una bambina aggraziata che avrebbe ricominciato a leggere. E la storia avrebbe riavuto inizio, così come era iniziata, con un libro che si apre. Perché le persone, come i bibliotecari, passano, i libri restano.

Per sfogliare il libro

William Joyce, I fantastici libri volanti di Mr Morris Lessmore, illustrato da William Joyce e Joe Bluhm, Rizzoli, 2017.