L'Art Nouveau è stato un movimento artistico che ha fiorito alla fine del XIX e all'inizio del XX secolo in Europa, noto per il suo stile ornamentale, organico e spesso ispirato alla natura. Sebbene il movimento sia stato in gran parte dominato da artisti uomini, ci sono state alcune donne notevoli che hanno lasciato un'impronta indelebile, alcune nate e cresciute nella città italiana industriale per eccellenza, Torino città molto legata al suo territorio regionale, in cui si inseriscono valenze turistiche di fama mondiale.

Nella transizione verso la prima società industriale alla fine del XIX secolo, la posizione delle donne è stata caratterizzata da un intricato intreccio di cambiamenti e sfide. Questa fase di sviluppo economico e sociale, guidata dall'industrializzazione, ha portato a una serie di trasformazioni significative nella vita delle donne, spesso accompagnate da restrizioni e disuguaglianze.

Una delle trasformazioni più evidenti è stata l'espansione delle opportunità di lavoro per le donne nelle fabbriche e nelle industrie emergenti. Le donne sono diventate un elemento fondamentale della forza lavoro, specialmente nelle industrie tessili, contribuendo in modo sostanziale alla crescita economica. La donna industriosa. La donna industriale.

Tuttavia, queste opportunità di lavoro spesso presentavano condizioni difficili e insalubri, con retribuzioni inferiori rispetto ai loro colleghi. Ciò ha contribuito a perpetuare una disuguaglianza salariale di genere che persisteva in molte sfere dell'occupazione. Parallelamente a queste sfide economiche, le donne affrontavano limitazioni significative nei loro diritti civili e politici. Erano spesso escluse dalla partecipazione politica e dalla possibilità di voto, privandole così di una voce nelle decisioni che influenzavano le loro vite. Le leggi matrimoniali dell'epoca conferivano ai mariti il controllo legale sui loro matrimoni, compresa la custodia dei figli. Questo rifletteva un'ideologia dominante che relegava le donne principalmente al ruolo tradizionale di mogli e madri.

Tuttavia, nonostante queste sfide, il XIX secolo ha assistito alla nascita di movimenti per i diritti delle donne in molte parti del mondo. Donne coraggiose si sono organizzate per cercare di ottenere migliori condizioni di lavoro, diritti politici e miglioramenti nella loro vita domestica. Questo periodo ha segnato l'inizio di un'importante lotta per i diritti delle donne, con l'obiettivo di gettare le basi per un cambiamento significativo nelle condizioni delle donne nella società.

Il movimento Arts and Crafts scozzese, un ramo del più ampio movimento Arts and Crafts europeo, ha avuto un impatto significativo sulla produzione artistica e artigianale della Scozia alla fine del XIX e all'inizio del XX secolo. Questo movimento promuoveva la rinascita dell'artigianato tradizionale e la creazione di oggetti d'arte di alta qualità. Tra le figure di spicco di questo movimento, ricordo Margaret Macdonald Mackintosh (1864-1933), designer artista, che è stata una figura chiave insieme a suo marito, Charles Rennie Mackintosh, anch'egli un rinomato architetto e designer. Insieme, hanno creato alcune delle opere più iconiche dell'Art Nouveau scozzese. L’eco di questo movimento arrivava attraverso le riviste internazionali in casa degli artisti piemontesi.

Il lavoro di Margaret Macdonald Mackintosh era caratterizzato da un approccio delicato e simbolico all'arte e al design. Le sue creazioni spaziavano dalla progettazione di mobili e lampade all'arte tessile e alla lavorazione dei metalli. Ciò che ha reso il suo lavoro distintivo è stata l'incorporazione di elementi simbolici e naturali nelle sue opere, spesso ispirati alla natura, ai miti e alla spiritualità. Le sue influenze artistiche erano ampie e variate, comprendendo l'Art Nouveau europeo, l'Estetismo e persino l'arte giapponese, che era diventata di grande ispirazione per molti artisti dell'epoca. Margaret Macdonald Mackintosh era nota per la sua capacità di creare opere che combinavano l'aspetto funzionale dell'arte e dell'artigianato con una profonda espressione artistica.

Il movimento Arts and Crafts non è stato solo un'importante corrente artistica ed estetica ma ha anche avuto un aspetto di lotta civile e sociale, partendo dall’ambiente domestico, che il lavoro e l’arte emancipano a luogo pubblico. Questo aspetto era spesso sottolineato dalle donne che, all'interno del movimento, cercavano di trasformare l'artigianato e l'arte applicata in uno strumento di espressione delle proprie idee politiche e sociali.

Il ricamo, e molti altri mestieri tessili, sono stati un mezzo attraverso il quale le donne potevano esprimere le loro opinioni e partecipare attivamente alla lotta civile dell'epoca restando a casa. Molti gruppi di donne, attraverso le reti professionali si supportavano a vicenda, si influenzavano. Il lavoro domestico, pur godendo di scarsa considerazione sociale, era vitale per l’economia familiare, ed era spesso legato a saperi artigianali che si tramandavano di generazione in generazione.

All'inizio del XX secolo, sia la Scozia che il Piemonte stavano vivendo profondi cambiamenti sociali ed economici legati all'industrializzazione. In Scozia, l'industrializzazione aveva portato a una crescita delle città e a una maggiore partecipazione delle donne alla forza lavoro, specialmente nell'industria tessile. Questo cambiamento aveva contribuito a una maggiore consapevolezza delle questioni di genere e all'organizzazione di movimenti femminili per i diritti delle lavoratrici.

Nel Piemonte, l'industrializzazione stava trasformando l'economia, con la crescita delle industrie tessili e manifatturiere. Questo periodo ha coinciso con l'Esposizione Internazionale di arte decorativa moderna del 1902, tenutasi a Torino, che ha avuto un impatto significativo sulla diffusione del Liberty e delle arti applicate in Italia ma soprattutto di inserire Torino nel discorso artistico europeo. La crescita economica e la nuova classe borghese avevano bisogno di una nuova estetica. Il Liberty offriva alle donne artiste e artigiane l'opportunità di esprimere la propria creatività attraverso il design, la moda e le arti decorative. Ecco alcuni esempi:

Maria Calvi Rigotti (1874-1938) è stata una pittrice attiva tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo a Torino. Maria si diploma in fisica e matematica nel 1896 a Valenza (AL) ma attratta dal disegno entra all’Accademia Albertina di Torino dove incontra Annibale Rigotti. Si sposano nel 1900. Insieme, a casa loro, tra progetti e ricami, creano un salotto di discussione e riflessione sull’arte e l’architettura a cui partecipano Casorati, Fontana e il giovane Sartoris. Maria si dedica principalmente a ricami, ispirata da Ruskin e da Margaret Macdonald, crea cuscini e ornamenti da tavola dalle geometrie particolari, floreali molto stilizzate e con accento orientale, caratterizzanti il Liberty di Torino e di Annibale di quegli anni. Partecipa alle Esposizioni di Torino, Milano e, alle primi Biennali di Arti Decorative di Monza dal 1925 al 1933.

Nel contesto piemontese molte donne intraprendenti crearono arte in fabbrica, nell’era industriale la donna si industriava in maniera artistica. La femme industrielle. La Lenci è stata una celebre azienda italiana di produzione di bambole e prodotti tessili, fondata a Torino nel 1912 da Elena Scavini. Le bambole Lenci sono diventate iconiche per il loro design innovativo e l'uso di tessuti di alta qualità. Le bambole Lenci erano spesso vestite con abiti Liberty, incorporando elementi decorativi tipici di questo stile. La Lenci ha contribuito in modo significativo alla diffusione dell'estetica Liberty in Italia e all'estero attraverso le sue creazioni, diffondendo i prodotti tessili piemontesi in tutta Europa.

Le Esposizioni Internazionali di Arte moderna e poi di Arti Decorative svolsero un ruolo fondamentale nella promozione dell'arte applicata e nella divulgazione di innovazioni tecniche in Europa e in tutto il nord Italia durante il periodo del Liberty: erano celebrazioni dell'arte, della tecnica, vetrine del design e della cultura internazionale, salotti per incontri e conoscenze, erano illuminate in modo grandioso e hanno contribuito a definire e diffondere il carattere arte&artigianato dell’epoca, dove anche le donne vincevano premi e prendevano lavori importanti.

Ecco alcune importanti esposizioni dell’epoca: Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna del 1902 a Torino: Questa esposizione ebbe luogo a Torino e fu una delle prime a evidenziare il Liberty italiano. L'evento era incentrato sulla promozione delle arti decorative e applicate, con particolare enfasi sul design industriale. L'Esposizione del 1902 a Torino ospitò numerose opere e progetti di artisti e designer scozzesi, austriaci, inglesi, francesi tutti esponenti dell’Art Noveau. Questa esposizione ha contribuito a definire lo stile e a consolidare l'importanza del design e delle arti decorative in Italia.

Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Monza 1923-1925 (poi Biennale di Monza): Questa esposizione, la prima biennale di arti decorative, si tenne a Monza nel 1923. Questo evento ha messo in luce le tendenze artistiche dell'epoca, inclusa l'influenza del Liberty. La Biennale di Monza del 1925 ha contribuito a consolidare l’arte decorativa come forma di espressione tra l’arte e l’artigianato, in tutte le sue tipologie, come uno delle principali fonti di stile, mettendo in mostra opere d'arte, design e creazioni decorative di alto livello.

Fino a Gennaio 2024 si può visitare la mostra a Palazzo Sforzesco dedicata ai 100 della Biennale di Monza, che fu dopo il 1933 portata a Milano e divenne la Triennale d’Arte di Milano. Il 19 maggio 1923 inaugurava alla Villa Reale di Monza la prima Mostra Biennale Internazionale delle Arti Decorative, un'esposizione che ha segnato la storia delle arti applicate e del design a Milano e in Italia. A questa seguirono altre due esposizioni a cadenza biennale, nel 1925 e nel 1927, poi a partire dal 1930 la cadenza divenne triennale e a partire dal 1933, con la V Triennale, la mostra venne spostata a Milano, nel Palazzo dell'Arte appositamente costruito dall'architetto Giovanni Muzio, che è tutt'oggi sede della Triennale di Milano.

Sempre a Torino, Carol Rama, una delle artiste italiane più riconosciute a livello internazionale, incomincia negli anni trenta a dipingere da autodidatta soggetti dalla fisionomia semplificata. Esegue acquerelli nei quali donne nude, talvolta coi corpi amputati degli arti e su letti di contenzione o sedie a rotelle, esprimono un esplicito erotismo. Animali, protesi ortopediche, dentiere, scarpe, parti anatomiche (falli, braccia, piedi, lingue) animano questi dipinti sfrontati, tanto anacronistici per l'epoca da risultare inaccettabili (la sua prima personale nel 1945 fu bloccata, le opere sequestrate).

Nei primi anni Settanta Carol Rama, legata alla galleria La Bussola di Torino, inizia ad utilizzare camere d'aria di biciclette, di moto e di automobili ritagliate ed applicate sulla tela creando un particolare personalissimo cromatismo. Il quadro 'La guerra e' astratta' (1971) gomme e fili di rame su tela, e' un valido esempio di questa fase con il forte contrasto cromatico delle gomme nere ed arancio impreziosito da ciuffi di fili di rame. Le gomme, come amava chiamarle lei, accumulate una sull'altra o anche da sole, spesso usurate riparate rattoppate, creano una superficie viva, pittorica, con un effetto visivo e tattile simile alla pelle umana.

Oggi, le artiste industriose continuano a giocare un ruolo significativo nell'arte e nell’arte applicata italiana, riflettendo le sfide e le opportunità dei tempi moderni. Il Museo Internazionale delle Donne Artiste (MIDA) a Ceresole d’Alba, nel Piemonte, è un primo esempio importante, un modo per diffondere e far conoscere artiste già rinomate, a cui dovrebbero seguire molti altri eventi di scoperta e valorizzazione degli artisti e artigiani sparsi nel territorio. Questo museo presenta una collezione permanente di opere di artiste di diverse epoche e discipline, dimostrando il contributo unico dell'universo femminile nell'ambito delle arti. Sempre in questa Torino dal passato industriale, negli anni 90 emerge una figura che usa diverse tecniche per esprimere un pensiero-sensazione “marginale”:

Con la coda dell'occhio (1993-1994) Con la coda dell’occhio è un progetto sul margine della città – ho fotografato gli scarti, soprattutto i bordi, le zone periferiche e non interessanti, talvolta proprio nel centro della città. La periferia osservata dall’altezza dell’occhio del bambino. È un lavoro sulla percezione: la percezione disattenta, non intenzionale, senza direzione, non razionale.

Marina Ballo Charmet è un’artista nata il 26 giugno 1962 a Torino. Il suo lavoro spazia tra diverse discipline artistiche ed è caratterizzato da una profonda riflessione sulla relazione tra il corpo, lo spazio e il tempo. Il lavoro di Marina Ballo Charmet è noto per l'esplorazione di tematiche complesse e profonde, spesso attraverso l'uso di diverse tecniche artistiche. Alcuni dei temi centrali del suo lavoro includono la dimensione temporale, la fugacità, la vulnerabilità del corpo umano e la relazione tra l'individuo e il suo ambiente.

Uno dei suoi progetti più conosciuti è "Corpo e Spazio", in cui utilizza il corpo umano come elemento centrale delle sue opere. Attraverso la fotografia, la scultura e altre forme d'arte, esplora come il corpo interagisce con lo spazio circostante e come questo rapporto possa cambiare nel corso del tempo. Questo progetto riflette il suo interesse per il concetto di tempo e la sua influenza sulle esperienze umane.

Alcuni dei materiali che utilizza nelle sue opere includono vetro, specchi, e altri elementi trasparenti, che contribuiscono a creare un senso di fragilità e trasformazione nelle opere stesse.

In conclusione, la storia delle donne nell'arte e nella tecnica, della donna industriosa, industriale è una narrazione di resilienza e sfida alle norme sociali di ogni tempo. Attraverso le epoche e gli stili, le donne industriali hanno contribuito in modo significativo all'evoluzione dell'arte e della tecnica, spesso lottando per ottenere il riconoscimento che meritavano. Oggi, le artiste contemporanee e le artigiane continuano questa tradizione, esplorando nuovi territori e contribuendo in modo significativo al panorama artistico e tecnologico internazionale.