Un titolo, la mostra di Felice Limosani nel cortile rinascimentale del Palazzo Bartolini Salimbeni, nel cuore di Firenze, che si spiega pensando alla Pace fatta a pezzi sotto i nostri occhi da quando c’è stata l’invasione dell’Ucraina. E, di recente, l’attacco di Hamas ad Israele.

L’idea che l’Artista abbia messo la sua creatività al servizio della pace, per rendere visibile qualcuno di questi pezzi commuove, dandoci l’immagine di un uomo che si dedica ad una ricerca, per ricomporre brandelli di uno stato dell’anima collettiva lacerato e farne dono agli spettatori.

Ecco come si presenta l’opera di Felice Limosani : al centro della corte del palazzo troneggia un obelisco piramidale che si muove lentamente e regolarmente. Le sue facce di acciaio riflettono le varie angolazioni del cortile. Senti la voglia di poterlo contemplare a lungo, magari sedendoti per assumere una posizione comoda che ti permette maggiore concentrazione nello spaziare con lo sguardo su tutto ciò che appare via via che i presenti si muovono nella corte affrescata. Se hai visto le foto dell’opera in assenza di pubblico, vi è un’enorme differenza in sua presenza. L’oggetto diventa animato, vitale, caldo, ed assume un potere quasi ipnotico, che dona, appunto, un senso di pace.

Che sia però soltanto un frammento di uno status che dovrebbe pervadere tutto il mondo ce lo ricorda il pavimento su cui l’obelisco poggia, rivestito dall’Artista di un fluido denso riflettente di colore nero, illuminato dal cielo libero sopra il cortile.

Al mio stupore per la presenza del colore nero in un simbolo di pace, Limosani ha risposto che la Pace è in lutto.

La sua opera rappresenta per lui “ l’equilibrio tra concretezza e sogno. La rotazione allude al processo continuo ed evolutivo della vita, mescolando riflessi e prospettive, verità̀ e percezione. Simultaneamente l’acciaio ci parla di forza e resistenza, valori universali che determinano la crescita e lo sviluppo di ogni condizione vivente. Nella superficie levigata e specchiante dell’opera si riflette la realtà̀ e con essa anche l’auspicio alla pace, come condizione che persiste, sempre in atto, sottesa nelle nostre coscienze e nei nostri gesti.”

Il committente, Roberto Casamonti, proprietario di gallerie d’arte in Europa ed America, ha ordinato una duplicazione dell’obelisco da portare in ciascuna di esse. Un’azione fra l’onirico e lo scaramantico, che più di tante parole indica il potere taumaturgico che può assumere l’Arte di fronte ad eventi come le guerre, di cui siamo spettatori impotenti.

Queste le parole di Casamonti sull’Artista: “Sono andato a trovare Felice Limosani al suo studio. Ho trovato nei suoi lavori una grande tecnica e una grande abilità ma anche una grande visionarietà intrisa di pensiero e poesia. Considero Limosani un bravissimo artista, un artista vero, ed è mia intenzione rappresentarlo a tutti gli effetti nel mondo dell’arte. Sono rimasto molto affascinato dal progetto che Felice e Sonia, direttrice della Collezione, hanno elaborato insieme per Palazzo Bartolini Salimbeni. L’obelisco è un simbolo, carico di storia, perfetto per questo luogo, ha un potere quasi ipnotico. Pezzi di Pace è un titolo evocativo, in un periodo storico così buio, dominato da guerre, disastri ambientali e ingiustizie sociali. Vorrei, con questa opera, contribuire, nel nostro piccolo, a far sì che la pace possa compiersi in tutte le sue dimensioni per noi e per le generazioni future.”