Mettersi in discussione è il primo passo alla base del sentirsi liberi. Nel testo, sul palco o attraverso altri medium è possibile farlo, andando oltre i limiti imposti dal reale e mantenendo una traccia di tutto il processo. Poche cose sono così preziose come la consapevolezza acquisita con tale processo e ancora più prezioso è poterlo ripercorrere come un amuleto per i momenti bui.

Luciano

L’alcool, anche il più forte
se raffreddato al punto giusto
diventa assolutamente sopportabile
sarà per questo che Milano d’Inverno
è incantevole.
Così immaginavo la vita
o per lo meno era la spiegazione
che giustificava quella sensazione
di disconnessione intermittente
che provavamo a spiegarci
tra matricole perse
nell’appartamento uno
del vecchio Spadolini.
Quindici peroni
sono il numero esatto
per permettere di scavalcare agilmente
come l’uomo dell’oliocuore
le barriere più ottuse, che la mente
mette tra le nostre parole
così dopo un “Ragazzi, complimenti
questa canna è davvero poesia”
tu esordisti con “Sapete a proposito
scrivo poesia”
io totale afasia
gli altri sospesi
come prima di uno starnuto da allergia
fu un fulmine
senza un udibile tuono
e ti chiedo perdono
se la conversazione è continuata
scivolando nel cosa fare per la serata
quale nuova compagna andava castigata
e cosucce da niente,
che maledetto deficiente
però è normale
da me quel calore, ancora non te lo potevi aspettare.
Milano d’autunno è incantevole
e ormai oltre due mesi fa
avevo scoperto quella tua, nostra proprietà
avevi inavvertitamente acceso un bollitore
i muri scaldavano l’aria
e le foglie scottate, imbrunite
cedevano al calore
le laterali sbuffavano
nel vialone vapori che avevano il tuo nome
e le persone confuse si vestivano a strati
in balia di movimenti
fumanti e bollenti
che seccavano le tubature
della città, e più io rispondevo
con cecità, più Libeccio e Scirocco
tiravano via sciarpe e maglioni
fiori fuori dai tardi boccioli
e dovetti ammetterlo per forza
quando mi sembrò di vedere
clochard riempire teiere
dai draghi verdi e bere
dell’ottimo e stradale darjeeling
e subito pensai a te, allo swing
che quella sera mi hai tirato
e come la città vibra e non si ferma
quando non ci sei, ma non può essere
sarò gay!?
Che disastro, che iattura
scoprirlo con così poca disinvoltura
e strano non averci mai pensato
perché ho sempre visto nella dicotomia del creato
a me calzante l’immagine
dell’aitante stallone
del belloccio scanzonato
e ora che mi hai detto Luciano
della poesia e del tuo gusto alternativo
e ora che mi sento esplodere quando ci sei
dovrei forse considerarmi un YMCA?
Non è l’ora di disperare, c’è bisogno di mente
locale: primo dirlo a Lucia
che non può funzionare
anche se la amo, mi spiace, ma devo poetare
e lo sappiamo tutti
che poeta e etero non può funzionare
secondo, dirlo
trovare il coraggio di parlare
prima che il vapore
che non oso rilasciare
mi fonda le cerniere
e non mi lasci più respirare
terzo, trovare un outfit per l’occasione
meglio poliziotto pelle nera lucida e baffone
o indiano jeans stretti, pittura e pennacchi
o ancora cowboy cappello e giacca coi drappi…

A tutto questo pensavo con malumore
risalendo la via
fuori casa del mio ignaro amore
andando piano all’ora della ribellione.
Ormai Milano bruciava
come whisky riscaldato
due messaggi, un luogo concordato
il solito appartamento non andava bene
troppe orecchie per la mia dichiarazione
meglio la tua stanza per la grande rivelazione
“Sono anch’io poeta” e quindi per proprietà associativa
a detta di tutti ricchione
badate la parole non è scelta per fare il giullare,
ma a gran voce dalla giuria popolare
comunque torniamo alla maniglia fredda
e alla successione di azioni
che ha portato alle mie parole
ed ai tuoi occhi aperti
in risposta come lampioni
alla risata e alla presa in giro
successiva, quando mi dicesti
“Lo sai che non lo si diventa sodomita?
Fede tranquillo in quella stanza a nessuno
più di te piace la figa”.
Milano era tornata fredda
era però diversa mentre vicini fuori in balcone
mi spiegasti l’unica e fondamentale
ragione, che le messa in discussione
della tesi e la sua eventuale non forzata riconferma
è la più grande forma di liberazione.
Era la prima volta che abbracciavo un ragazzo,
un mio amico, per un tempo che durasse
più delle semplice tensione muscolare
il mio petto era tiepido e finalmente
la mia mente tornò alla ragione
sono solo sensibile e umano, ma non ricchione.