Una religione scientifica antichissima è l’Huna, religione perché ispira l’uomo al raggiungimento della perfezione spirituale e scientifica poiché si occupa della realtà fisica del ‘qui e ora’ e utilizza delle tecniche che producono effetti ripetibili sia sulle persone che sull’ambiente. Sembrerebbe un ossimoro accostare i termini religione e scientifica ma non lo è affatto in questo caso.

Le origini dell’Huna si perdono nella notte dei tempi, al tempo di Mu e di Atlantide ma le prime tracce storiche risalgono all’antico Egitto.

Secondo i Kahuna, nei millenni prima di Cristo, un gruppo di iniziati crearono un linguaggio artificiale e segreto che avrebbe permesso di tramandare la sapienza Huna di generazione in generazione.

Lo studioso di psicologia e teosofo Max Freedom Long (1890-1971) rivelò per primo il codice Huna all’Occidente. Long soggiornò in Polinesia e fu affascinato dai poteri dei Kahuna, sciamani e uomini di medicina, assistette a numerose guarigioni ed egli stesso si affidò a loro per alcuni disturbi di cui soffriva, ma non riuscì a carpirne i segreti durante il suo lungo soggiorno.

Così dopo molti anni di studi, incrociando la sapienza delle tradizioni hawaiane con la psicologia e con l’occultismo, strutturò un sistema scientifico e psico-religioso che chiamò Huna, ka-huna significa “il segreto”. Long fondò l’organizzazione Huna Research Associates e pubblicò parecchi libri che esponevano dettagliatamente i risultati delle sue ricerche.

I principi dell’Huna non soltanto forniscono una spiegazione logica e coerente della psicologia umana, ma producono risultati tangibili quando vengono applicati. Inoltre, tali principi rientrano nella parapsicologia: le facoltà extrasensoriali come la telepatia, la chiaroveggenza e l’influenza della mente sulla materia, appannaggio speciale di poche persone dotate di un talento naturale, possono essere sviluppate da chiunque sia disposto ad accettare e sperimentare l’Huna. Non è necessario credere nell’Huna, ma soltanto essere disposti a sperimentarlo.

L’Huna è un sistema aperto, non è esclusivo e non richiede di abbandonare altre credenze, fedi e modi di pensare.

I principi fondamentali

L’idea fondamentale nella filosofia Huna è che ciascuno di noi crea la propria personale esperienza della realtà, attraverso le proprie convinzioni e interpretazioni, azioni e reazioni, pensieri e sensazioni. Non che la nostra realtà sia stata creata per noi come risultato di queste espressioni personali: noi siamo creatori o co-creatori dell’universo stesso e l’Huna insegna a farlo in modo consapevole.

Nell’Huna, Dio e l’Universo (cioè tutto ciò che è, era o sarà) sono la stessa cosa, il nome hawaiano di questa presenza eterna e infinita è Kumulipo, “fonte della vita o grande Mistero”.

I Principi insegnati e praticati dall’Order of Huna International sono:

  1. Il mondo è quello che noi pensiamo che sia. È il principio basilare dell’Huna e significa che siamo noi a creare la nostra personale esperienza della realtà attraverso le nostre convinzioni, aspettative, atteggiamenti, desideri, paure, giudizi, sensazioni, pensieri e azioni abituali. Questo principio contiene anche il concetto che modificando il nostro modo di pensare possiamo cambiare il nostro mondo.
  2. Non esistono limiti. La separazione è un’illusione, non ci sono confini tra noi e gli altri, tra noi e il nostro corpo, tra noi e Dio. Esiste un potenziale illimitato alla nostra creatività: possiamo creare, in una forma o in un’altra, qualsiasi cosa siamo in grado di concepire.
  3. L’energia scorre dove si concentra l’attenzione. L’attenzione concentrata è il canale che trasmette l’energia biologica e anche quella cosmica. I pensieri e i sentimenti sui quali ci soffermiamo, in piena consapevolezza o meno, formano lo schema che porta nella nostra vita l’esperienza più simile a quegli stessi pensieri e sentimenti.
  4. Il presente è il momento del potere. Nel momento presente abbiamo il potere di cambiare le credenze limitanti, non siamo legati da alcuna esperienza del passato, né da alcuna percezione del futuro. Il potere è dentro di noi e siamo liberi se ne siamo consapevoli.
  5. Amare significa essere felici insieme. L’universo e gli esseri umani esistono grazie all’amore che comporta la creazione della felicità, l’amore è l’unica etica necessaria nell’Huna.
  6. Ogni potere deriva dall’interno. Il potere di Dio o dell’Universo, agisce attraverso di noi nella nostra vita. Noi siamo il canale attivo di questo potere e le nostre scelte e decisioni lo dirigono. Nessun’altra persona può avere potere su di noi o sul nostro destino, a meno che noi non glielo permettiamo.
  7. L’efficacia è la misura della verità. Nell’universo infinito, postulato dall’Huna, non può esistere una verità assoluta, ma ci deve essere una verità effettiva a ciascun livello di coscienza individuale. Tutti i sistemi sono arbitrari, perciò sentitevi liberi di usare quello che funziona meglio.

Tutte le tecniche impiegate nell’Huna nascono dall’applicazione di questi principi, conoscendo i principi possiamo comprendere la vera natura di tutte le tecniche e anche crearne di personali.

Secondo la filosofia Huna, ciascuno di noi ha tre sé: un sé subconscio, un sé conscio e un sé superconscio: tre aspetti di un’unità con funzioni separate che, se interconnesse e integrate come un team, permettono una vita soddisfacente e sana. Se, al contrario, si viene a creare un conflitto tra i tre sé ne derivano malattie sia fisiche che mentali, oltre che problematiche sociali.

Nella concezione Huna il supercosciente richiama il Sé Cristico, o la Natura del Buddha dell’individuo, il Dio interiore.

Oltre ai tre sé e al corpo fisico, ogni individuo consta di altre due componenti: un corpo aka e il mana.

In hawaiano aka è assimilabile al corpo eterico composto dalla sostanza universale di cui è composto l’universo fisico, è un campo quasi-fisico che ci circonda e compenetra il corpo fisico; il mana è la forza, l’energia che sostiene la vita.

Immaginate un astronauta sulla Luna: la tuta spaziale è il corpo fisico, senza l’uomo che ci sta dentro è morta, senza vita. Il corpo fisico dell’astronauta è la mente subconscia che muove le gambe, le braccia in modo più o meno automatico. La mente dell’astronauta è la mente cosciente che dirige e motiva l’intero essere fisico. L’aka è l’aria che circola nella tuta, sia all’interno che all’esterno. Infine, il mana è la batteria di alimentazione sulla schiena della tuta, ne permette il funzionamento e il collegamento con la base sulla Terra che è il supercosciente. La base offre incoraggiamento, supporto e consigli ma non interviene mai direttamente, a meno che non le venga richiesto o quando c’è il pericolo che la missione fallisca.

Esplorare il mondo Huna è incontrare se stessi, è come contemplare un prisma, se vi ho incuriosito almeno un po' potrete soddisfare la vostra curiosità approfondendone i contenuti.

Tra le svariate pratiche Huna mi soffermerò sulla tecnica della meditazione.

La pratica di meditazione attiva e passiva

La meditazione è uno dei metodi più antichi e più diffusi nel mondo che permette agli esseri umani di modificare le condizioni della mente, del corpo ed esplorare le dimensioni oltre il sé. Vi è però molta confusione sulla meditazione a causa principalmente di due scuole di pensiero contrapposte: le discipline come lo Yoga e lo Zen enfatizzano la meditazione ‘passiva’ in cui i pensieri vengono spazzati via dalla mente per giungere al samadhi, una gioiosa unione con l’Infinito o Mente Cosmica. Mentre le religioni giudaico-cristiane, gli occultisti, i trainer delle tecniche di controllo della mente prediligono la meditazione ‘attiva’; la mente viene riempita attivamente delle qualità e degli eventi specifici che si vogliono manifestare.

Nella pratica Huna vengono utilizzate entrambe, la meditazione passiva è chiamata nalu mentre quella attiva è detta no’ono’o.

Il procedimento è articolato in 4 fasi:

  1. Consapevolezza, ike, cioè dirigere l’attenzione verso l’oggetto della meditazione.
  2. Rilascio o eliminazione, kala, di tutto ciò che distrae dall’oggetto della meditazione, come dubbi o tensioni.
  3. Attenzione intensa, o concentrazione, makia.
  4. La concentrazione continua unita al sentimento, manawa, fino al raggiungimento dello scopo della meditazione – questa fase comprende la trasmissione e/o la ricezione di energia.

Vibrazione di luce: un esempio di pratica di respirazione e visualizzazione

La posizione fisica da assumere nella meditazione è stare abbastanza comodi da non essere distratti dalle sensazioni del corpo. Eseguire una tecnica di rilassamento costituisce una preparazione alla meditazione. Una tecnica di respirazione è la seguente.

Fate semplicemente quattro respirazioni profonde e lente per ossigenare il sangue e accrescere l’attenzione, poi mantenete l’attenzione sul flusso naturale della respirazione finché vi sentite comodi e rilassati.

Visualizzare un’immagine o un suono o ancora un movimento e quindi centrare la consapevolezza in questo modo:

  • immaginate un punto di luce all’interno di voi stessi, all’altezza dell’ombelico, che sia il vostro contatto con una fonte di energia, potenza e amore illimitati;
  • immaginate questa luce che vibra a una frequenza molto alta, irradiando lentamente verso l’esterno in tutte le direzioni attraverso il vostro corpo, finché non siete circondati da ogni lato da un campo di luce vibrante;
  • immaginate che ogni volta che inspirate si irradi ancora più luce e che ogni volta che espirate la luce attorno a voi diventi più intensa e vibri più forte;
  • mantenete la consapevolezza su questa luce che vi circonda, per tutto il tempo che vi risulta possibile o pratico.

Si tratta di una tecnica che si può praticare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, con gli occhi aperti o chiusi.

Nell’Huna lo spirito, la mente e il corpo sono tutti collegati in un sistema coerente.

L’essenza della filosofia Huna è racchiusa in queste affermazioni:

Benedici il presente.
Abbi fiducia in te stesso.
Aspettati il meglio.