Un articolo pubblicato sulla rivista Acs Nano riporta i risultati di una modifica genetica a cianobatteri che li ha portati a produrre proteine, capaci di generare strutture fibrose che dà loro una consistenza che si avvicina a quella della carne. Un team di ricercatori guidati da Poul Erik Jensen dell'Università di Copenaghen ha modificato il Dna dei ceppi di cianobatteri conosciuti come Synechocystis sp. Pcc 6803 e Synechococcus elongatus Utex 2973, affinché generino delle nanofibre che rendano le colonie di questi batteri più simili alla carne, senza doverli sottoporre a processi industriali. Si tratta di un passo in avanti per ampliare l'adozione di cianobatteri come cibo.

Negli ultimi anni sono emersi diversi problemi legati all'allevamento di animali allo scopo di macellarli per mangiarne la carne. In alcuni casi, si tratta di problemi aggravati da una richiesta crescente, in altri casi sono emersi solo da studi recenti.

I problemi etici sono già stati sollevati da molto tempo, rafforzati dalle tante rivelazioni legate agli allevamenti intensivi in cui gli animali vivono rinchiusi in gabbie o comunque in batterie in cui sono ammassati. Più recentemente, sono emersi ulteriori problemi legati all'impatto ambientale degli allevamenti, soprattutto quelli di bovini.

Scelte come il vegetarianesimo e il veganismo sono sempre più considerate e anche molte persone che non le abbracciano tendono comunque a ridurre il consumo di carne. Ci sono anche studi che hanno lo scopo di far crescere la carne in laboratorio che sono promettenti ma si scontrano con difficoltà tecniche e resistenze da parte degli allevatori, che vendono un nuovo concorrente.

L'aumento della richiesta di alternative alla carne ha portato a una crescita dell'offerta, nonostante questo molte persone non sono soddisfatte dei sostituti delle bistecche. Le cosiddette bistecche di soia possono piacere ma hanno caratteristiche ben diverse da quelle delle vere bistecche.

Tentativi di creare prodotti vegetali che abbiano una consistenza paragonabile a quella di una bistecca richiedono processi industriali, con tutte le conseguenze sull'impatto ambientale e inevitabilmente anche sul prezzo. La spirulina è tecnicamente un cianobatterio della specie Arthrospira platensis disponibile come prodotto alimentare ma anch'esso è ben diverso da una bistecca. Una possibilità arriva dall'applicazione di modifiche genetiche a cianobatteri.

L'interesse nei confronti dei cianobatteri esiste da lungo tempo per una serie di motivi scientifici. In passato erano chiamati alghe azzurre o alghe verdi-azzurre ma non si tratta di alghe bensì di organismi unicellulari che costituiscono un phylum di batteri che è molto numeroso e variegato, al punto che ci sono ancora discussioni sulla suddivisione tassonomica dei vari gruppi di batteri che ne fanno parte.

Ricerche scientifiche hanno portato a ritenere che i cianobatteri siano stati i primi organismi a sviluppare la fotosintesi. Secondo una teoria, i cianobatteri arcaici sono stati inglobati in eucarioti che poi sono diventati le piante e oggi costituiscono i cloroplasti, appunto gli organuli che svolgono la fotosintesi all'interno delle cellule vegetali.

Tra i cianobatteri maggiormente esaminati negli studi della fotosintesi ci sono proprio quelli del ceppo Synechocystis sp. PCC 6803 ed è il motivo per cui sono stati tra quelli modificati geneticamente. Il ceppo Synechococcus elongatus Utex 2973 è anch'esso usato già da tempo in vari studi legati alle biotecnologie dato che una colonia cresce rapidamente in presenza di luce solare e anidride carbonica. Si tratta di un ulteriore vantaggio in un periodo di crisi climatica dato che aiuterebbe a togliere dall'atmosfera un po' di anidride carbonica utilizzandola con uno scopo positivo.

Il risultato degli interventi genetici effettuati sui cianobatteri è stata la generazione di nanofibre le cui strutture hanno similitudini con quelle della carne. La conseguenza è che una colonia di cianobatteri potrebbe avere una consistenza più simile a quella della carne senza l'aggiunta di processi industriali. Forse il risultato sarebbe più simile alle polpette che alle bistecche ma potrebbe essere una strada interessante per produrre cibo sostenibile.

I cianobatteri contengono proteine e acidi grassi polinsaturi che già offrono un potenziale come cibo e l'aggiunta di nanofibre potrebbe migliorare la loro appetibilità. Per il momento lo studio è a livello di esperimento di laboratorio e in questi casi ci possono essere molti problemi nel passaggio a una realtà commerciale, anche nell'interesse del pubblico. Tuttavia, i crescenti problemi etici e ambientali legati agli allevamenti potrebbero spingere verso soluzioni di questo tipo.