Marsèlleria permanent exhibition presenta Pure Disclosure (dal 10 aprile al 10 maggio 2015), una mostra con Alessandro Agudio, Daniel Keller, Andrea Magnani e Timur Si-Qin, curata e prodotta da Siliqoon, label di produzione artistica con base a Milano. Pure Disclosure è il risultato di un progetto iniziato nel 2014: Siliqoon ha invitato i quattro artisti a lavorare a stretto contatto con una selezione di aziende dell’eccellenza artigianale italiana, nell’ambito di una residenza ospitata da Casa Natali/Mambo e Spazio Raum a Bologna.

Da quest’esperienza è scaturito un corpus di lavori fondato sulla ricerca individuale degli artisti, accomunata per approccio e sensibilità estetica. Le opere appaiono come prodotti del postcapitalismo presentati secondo logiche espositive commerciali, creando così un attrito con la loro natura spirituale, critica, ironica. Lo spazio di Marsèlleria è occupato da un percorso che, tra ibridazione e spaesamento, invita a una riflessione sui meccanismi della cultura visuale e i relativi canoni fruitivi. Congelati nella loro sostanza antinomica, artificio e natura, marketing e cultura vengono distinti e sovrapposti.

Le parti coinvolte sono avvicinate da un’analogia che conferma un senso oltre la somma delle parti: Marsèlleria, luogo di cultura contemporanea e sede della maison Marsèll, Siliqoon in quanto art label e Pure Disclosure in quanto frutto di un’incubazione produttiva. Le opere esposte richiamano gli artefatti retorici della realtà contemporanea, globalizzata e interconnessa, che vengono avvalorati sia dalle strategie comunicative tipiche dei contesti commerciali che dalla propria intrinseca aura, contrastando così le sembianze di prodotti di consumo postcapitalista. Del resto l’immaterialità, l’onnipotenza e la fluidità di Internet, da cui gli artisti coinvolti attingono e alla quale estetica ammiccano, non è forse un’entità dal sapore divino? Questa metafora riconduce anche alla trasparenza del processo produttivo che nell’intero progetto si manifesta a pieno titolo e che comporta un disorientamento percettivo nello spazio di Marsèlleria. I lavori in mostra scavalcano infatti il comune approccio cosmetico espositivo, nonostante ne raffigurino iconicamente l’universo. Attraverso questo straniamento riflettono quindi i meccanismi di concepimento della cultura visiva contemporanea, nei suoi paradossi teorici e fruitivi. Pure Disclosure inscena una rappresentazione di riti identificanti e narrazioni condivise, e una riproduzione di oggetti che alludono a una parte di essa, costringendo l’osservatore a prenderne atto o a considerare diversamente ciò che vede, compiendo un passo oltre alla precedente nozione di objet trouvé. Quattro elementi complementari, che attraverso identificazioni speculative rappresentano l’autocoscienza, dal principio della storia umana al distacco dalla sua stessa essenza, e riflettono l’asimmetria della natura del sintetico, tra virtuale e attuale, bisogno e desiderio.

Il lavoro di Alessandro Agudio parte dall’osservazione dei contesti sociali e dei relativi lifestyle tipici della middle class occidentale degli anni ’70 e ’80, nello specifico di quella del Nord Italia. Questo confronto con la realtà che ci avvolge mira all’astrazione plastica dei suoi caratteri: attento alla forma e al suo potenziale di richiamo, di cromie e odori, l’artista ricrea totem d’arredo polifunzionali ricchi di dettagli, che si propongono come testimoni di possibili scenari interscambiabili, familiari ma asettici. Il design d’interni viene privato della sua carica positivista, sezionato e trapiantato altrove, permettendo all’oggetto d’uso di realizzare il suo sogno di ibridarsi con l’arte. Il risultato è però un alieno agglomerato di ammennicoli: le connotazioni originarie, come colori pastello e musica house, lo rendono ancora attraente, ma la piattaforma unisce e separa, estraniandolo dal significato perduto. Agudio ha prodotto le opere esposte in collaborazione con Aida Bertozzi, Euromec di Archenti Mauro, Martino Tremolada designer, Nuove Residency, OMGB e Serilegno.

Daniel Keller è da sempre interessato alle strategie di produzione e alle evoluzioni tecnologiche che condizionano il progresso e l’attivismo umano: dall’attività nel collettivo AIDS-3D alla direzione di Absolute Vitality Inc, Keller esplora i rapporti tra arte, ecologia ed economia, i loro effetti geopolitici e le relazioni tra gli enti che partecipano alla generazione di valore. Focus imprescindibile dell’opera dell’artista è il filtro della realtà digitale e online, che amplifica esponenzialmente ogni elucubrazione futuribile e diversifica la facedown generation attraverso la creazione di linguaggi inediti e autonomi. Questa attenzione si palesa nella mostra in quanto serie di tagcloud tessute in materiale tecnico per abbigliamento sportivo, già prodotte in anteprima per DIS Magazine e qui esposte in pannelli e su manichini: gli elementi di immacolato display sono inoltre in dialogo con materia organica e viva, la Spirulina Platensis. Keller ha prodotto le opere esposte in collaborazione con Biotex. Styling: Ella Plevin.

Nella produzione di Andrea Magnani ogni lavoro nasce ed evolve come una startup in cui il design di prodotto si altera, impastando le logiche del consumo e della fruizione con le dinamiche della tradizione magica. Similmente ad Agudio, la sensualità inorganica viene messa in rilievo e gli oggetti di uso quotidiano si caricano di potere inventivo e narrativo. Qui però i riferimenti iconici rimandano ai laboratori piuttosto che alle loro anticamere: in questo spazio le pratiche in corso vengono gelate in un vissuto disordine, arricchito da una brand identity dove i simboli sono intesi come agenti architettonici del linguaggio, prolungamenti della materia. La grafica convalida tutto, a cavallo tra la ridondanza aziendale e la reiterazione terapeutica, che del resto è il soggetto di questa ipotetica coulisse. Successiva a ricerche sul Mystical Urban Trekking, questa trasfigurazione di accessori sportivi coordinati riflette rituali legati al benessere: the statement is ongoing. Magnani ha prodotto le opere esposte in collaborazione con Bikun, Euromec di Archenti Mauro, Myver e Fabric Division.

Al centro della pratica di Timur Si-Qin vi è l’intendere ogni artificio come prodotto indiretto della natura, e quindi suo elemento a tutti gli effetti: la realtà è un ecosistema entropico, senza un distinguo tra natura e cultura. Secondo questa concezione neomaterialista, Si-Qin si interroga sul rapporto che intercorre fra gli oggetti e la storia che rappresentano, avvicinando concetti formalmente lontani e dissociati, in grado però istituire un punto di vista trasversale. L’artista crea ambienti ipercommerciali dominati da oleografiche immagini pubblicitarie in grado di innescare stimoli neuronali che si traducono in consumo: comune a gruppi di lavori che precedentemente hanno raffigurato stock images o conservato repliche di reperti archeologici, il suo operato si traduce ora sotto forma di display pubblicitario. Qui led e plexiglass incorniciano il primo, originario logo Peace di Premier Machinic Funerary: su questa serie l’artista, nel corso del 2014 ha sviluppato più variazioni di tema, unite dal leitmotiv della caducità organica contrapposta alla persistenza delle (ri)produzioni petrolchimiche. Si-Qin ha prodotto le opere esposte in collaborazione con Lualma Anodica, Pubbligraf, Serilegno e Studio Pedrini.

Timur Si-Qin (1984, Berlino) vive e lavora a Berlino. Tra le personali: 2014 · Premier Machinic Funerary: Part II, Carl Kostyál, London; 2013 · Basin of Attraction, Bonner Kunstverein, Bonn; Infinite Surrender, Focused Control, Société, Berlin; 2011 · Mainstream, Société, Berlin; Legend, Fluxia, Milano. Tra le collettive: 2014 · Taipei Biennal, Taipei Fine Arts Museum; Refraction: The Image of Sense, Blain Southern, London; Dreams that money can’t buy, The Independent, MAXXI Museum, Roma; Art Post- Internet, Ullens Center for Contemporary Art, Beijing; 2013 · The Time Machine (Survivers), Frutta, Roma.

Daniel Keller (1986, Detroit) vive e lavora a Berlino. Tra le personali: 2014 · eVita, Casa Maauad, Mexico City; 63rd-77th steps, Bari; 2013 · Lazy Ocean Drift, New Galerie, Paris; abc, art berlin contemporary, with Kraupa-Tuskany Zeidler, Berlin. Tra le collettive: 2014 · Dis Magazine presents: DISown Shop, Red Bull Music Academy, New York; EXO #4, Exo Project Space, Paris; TEDxVaduz Redux, T293, Roma; 2013 · Speculations on Anonymous Materials, Fridericianum, Kassel; How Far Away Is Mars, T293, Roma; Liquid Autist, Kraupa-Tuskany Zeidler, Berlin.

Alessandro Agudio (1982, Milano). Tra le personali: 2013 · El Khaki (con Lupo Borgonovo), Fluxia, Milano; 2012 · Sleek Like a Slum, Gasconade, Milano; Ha-Ha (con Davide Stucchi), Plusdesign, Milano. Tra le collettive: 2013 · Collapse, Fluxia, Milano; Oltremare, Galleria Vistamare - Benedetta Spalletti, Pescara; 2012 · Fuoriclasse, GAM, Milano; Pose Position, Galerie 1m3, Lausanne; Carte Blanche #6: Il pittore che fuggiva il vento, Unicredit Studios, Milano; 2011 · After Prisma, Villa Romana, Firenze.

Andrea Magnani (1983, Faenza) vive e lavora a Milano. Tra le personali: 2013 · Hockety Pockety (con Giovanni Delvecchio), Spazio Swing, Benevento; 2012 · Sistema S, Nuovo - Palazzo Esposizioni, Faenza. Tra le collettive: 2014 · Atelier Bevilacqua La Masa, Mostra finale, Galleria di Piazza San Marco, Venezia; Desiderabilia, Via Ventura 6, Milano; Lira, Urban Center, Bassano del Grappa; 2013 · How Far Away Is Mars, T293, Roma; Trigger Party, Mars, Milano; 2012 · Always Lie, LONGINgaze - Stanford Housing, London; 2011 · 54° Venice Biennale, Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia.