Da dove nasce l'esigenza di stabilirsi un'identità?

Tra le due domande d'identità: “ chi sono? e “chi sei?” si sviluppa l'intelletto. Ogni individuo si pone tali quesiti e cerca di dare loro risposte. Non sempre le risposte sono esaurienti o soddisfacenti, sono invece spesso incomplete. Il quesito “ chi sono?” è indice di presa di coscienza di se stesso di ogni essere umano fin dalla prima infanzia. Cosa sei in grado di rispondere a tale domanda? Come ti autodefinisci?

A queste domande si rivolge il progetto I.P. Identity Portrait di Roberto Amoroso, una'opera d'arte che si materializza in un sito che sarà presto online.

Questo progetto iniziato in collaborazione con la rivista Exibart, nel 2010, dove con una cadenza mensile, Roberto Amoroso, i personaggi del mondo dell'arte diventano il punto di partenza di una serie di indagini estetiche e introspettive finalizzate alla realizzazione di identità virtuali. Tantissimi attori del mondo dell'arte hanno ora una loro Identity Portrait che li rappresenta (Massimiliano Tonelli, Marco Enrico Giacomelli, Massimo Mattioli, Claudia Giraud, Giovanni Sighele, Fabienne Anastasio, Valentina Bartarelli, Anthony Goicolea, Jacopo Jarach, Milovan Farronato, Adriana Rispoli, Andrea Bruciat etc), ora il progetto si allarga a tutti.

Il lavoro di Roberto Amoroso si incentra sulla relazione tra il mondo reale e mondo virtuale. Utilizzando la strategia dell’ipertesto, che accomuna l’utilizzo delle risorse in rete e oggettiva le associazioni della mente trasformandole in collegamenti reali e concreti, il suo lavoro si focalizza sul sottile confine tra il narcisismo esplicitato dalle persone nelle foto postate nei social network e l’esigenza di essere rappresentate da esse. Le foto postate nei social-network vengono quindi archiviate ed elaborate in metamorfosi con i simboli delle applicazioni di telefoni smart-phone e dei tablet, esaltando l’aspetto ambiguo e teriomorfo delle figure.

Roberto Amoroso vive e lavora a Milano. Tra le esperienze più rilevanti: “Piece of my Art” a cura di Eugenio Viola e Adriana Rispoli, Museo Madre, Napoli; “Amorosoteofilo”, Annarumma Gallery, Napoli; “Kunstform der Nature 2.0”Parobrod, Belgrado; “The human behaviour,” Mars Milano; “2000 Maniacs” a cura di Andrea Bruciati e Lorenza Boisi, Verona.