È una prima europea di singolare richiamo la mostra dedicata all'artista Anna Conway, in corso alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia.

L'approccio intuitivo e analitico della pittrice americana si sviluppa non solo nella raffigurazione di scene che fondono insieme osservazione ravvicinata e pura immaginazione, ma anche in un'attenzione all'immagine pittorica, al suo spazio e alla concettualità. Così, oltre ad essere una pittrice, Anna Conway risulta essere anche una scrittrice di racconti brevi, una sceneggiatrice, o una reporter. I suoi atti di iscrizione prendono una forma visuale e fantastica. Nei suoi quadri compaiono figure che vengono rappresentate come persone reali, con un passato e un presente in bilico, con speranze e timori. Le figure spesso scaturiscono da individui che l'artista ha incontrato nel corso della sua vita, dall'infanzia fino alla maternità. Nel ritrarle Conway giunge a comprendere meglio le loro potenzialità e i loro desideri, la loro vulnerabilità e la loro forza interiore.

I suoi dipinti evidenziano una particolare temporalità che si può evincere da una posizione percettiva propria dell'aspettativa che si manifesta nei suoi quadri. Ad esempio osservando una stanza vuota, l'artista è consapevole di chi ci vive o lavora, anche quando le persone sono assenti, o quando sono immobili. Conway afferma così il bisogno di sentire il suono di un dipinto, i diversi livelli di un silenzio, e quanto concorre a definire i diversi segni di un luogo. Infatti se soffia il vento l'artista dipinge l'erba alta, mentre lo scorrere del giorno è definito dalla qualità del colore e della luce.

Allo stesso modo i quattro nuovi dipinti in mostra presentano alcune scene fissate sia durante le prime ore del giorno, a metà pomeriggio, al crepuscolo e nel cuore della notte, per cercare di rappresentare in un'unica giornata in quattro diverse location, i quattro diversi abitanti. Il quinto dipinto, realizzato nel 2013, It's not going to happen like that, si presenta di complessa realizzazione, in quanto non è solo un interno senza finestre che si aprono sull'esterno, ma è soprattutto un paesaggio trompe-l'oeil, uno specchio dove gli osservatori si confrontano in una sorta di riflesso mentale: una nota su un post-it che afferma una risoluzione interiore: It's not going to happen like that.

E non è un caso che ai quadri siano stati assegnati titoli che si riferiscono ad affermazioni ispirate: Devotion, Determination, Perseverance e Potential. Infatti, questi quadri contengono immagini dentro altre immagini o presentano improbabili oggetti iconici. In Devotion, ad esempio, a risaltare è un poster su di una parete con l’immagine di una foresta di sequoie e la scritta RESOLVE. In Determination, è una scultura africana a emergere dalla finestra oscura di un appartamento in un grattacielo di New York. E, in Perseverance, in un ufficio semi-vuoto annegato di luce, è l'immagine di statue enigmatiche dell'isola di Pasqua, sotto un cielo nuvoloso. Dominato da un'enorme nave da guerra inserita in un paesaggio, che si staglia non sull'oceano ma su un mare di verde è Potential.

Queste opere create per la Collezione Maramotti, e riunite insieme nella mostra Purpose, visibile fino al 31 luglio 2016, stanno a indicare come per Anna Conway, tanto la pittura quanto la vita siano impregnate di intenzionalità e di mistero, e della necessità di essere motivo di ricerca e di indagine estetica.