Dimora Artica presenta Enigma, mostra personale di Iacopo Pesenti (Milano, 1990). Il progetto unisce una selezione di opere recenti, connotate da un’atmosfera metafisica. Nei dipinti di Pesenti, oggetti sconosciuti o trasfigurati abitano uno spazio che, attraverso varchi e forme tubolari, sembra comunicare con altre dimensioni.

Nel suo procedere, il flusso del pensiero produce incessantemente immagini, phantasmata che possono dissolversi nel vuoto o persistere nella memoria personale o collettiva, inscrivendosi in essa. I mezzi per registrare le immagini e comunicarle nel tempo, che in passato erano limitati e non accessibili a tutti, con lo sviluppo della tecnologia digitale si sono capillarmente diffusi nella società, dando modo a ognuno di produrre e condividere compulsivamente contenuti personali. L’immaginario collettivo è divenuto un mare magnum senza argini in cui si riversano le immagini prodotte da ciascuno, ed in cui l’eccessiva sovrapposizione di contenuti satura completamente l’orizzonte. In questo contesto di sovrabbondanza visiva diviene fondamentale la capacità di svuotare la mente, in una condizione meditativa, per accedere al luogo oscuro in cui pensiero e immaginazione hanno origine, al di là della coscienza ordinaria.

Nella ricerca di Iacopo Pesenti è centrale la dialettica tra espressione vitale e idealizzazione, in una tensione interiore che apre varchi su un altrove indecifrabile. La riflessione sul rapporto tra il divenire delle cose e la necessità dell’uomo di fermare il tempo in forme stabili si esprime con un fare pittorico teso tra libertà e disciplina, tra magmatico moto interiore e definizione della forma. I processi della mente che trasformano il flusso dei pensieri in forme più nitide vengono trasposti da Pesenti in dipinti dall’atmosfera rarefatta ed enigmatica, in cui si percepisce un’inquietudine lunare, dai connotati magici. Quello delineato da Pesenti è uno spazio mentale in cui diversi momenti spazio-temporali si uniscono e contaminano come fotogrammi sovrapposti. L’azione diviene forma in tensione, caricata dal movimento che contiene in potenza. La gestualità istintiva e dionisiaca si coagula nel nitore di campiture piatte, lievi sfumature e dettagli minuziosi, andando a formare complesse composizioni in cui, pur nella coerenza di fondo, le soluzioni adottate sono imprevedibili ed eccentriche.

Se nella serie di tavole Iperuranio, sviluppata tra il 2016 e il 2018, era forse più evidente la convivenza nella stessa opera di diverse possibilità del dipingere, nella nuova serie di tele, intitolata Enigma, oggetti sconosciuti o trasfigurati affiorano in uno spazio cieco, luogo della mente dominato da un verde luminoso e assoluto che ci riporta all’assenza di appigli di un green screen. I soggetti sono rappresentati come instabili materializzazioni del pensiero che appaiono nel vuoto, immagini mentali che prendono corpo grazie ad un’energia che ne stabilizza temporaneamente la forma. La rappresentazione pittorica è percorsa da tubolari che sembrano poter convogliare l’energia vitale dell’immaginazione in percorsi dalle diramazioni imprevedibili. Proseguendo fino ai margini della superficie pittorica o dissolvendosi nel buio di varchi aperti su altre dimensioni, le condutture uniscono la scena raffigurata a ciò che potrebbe affiorare oltre la soglia, mettendo in comunicazione il visibile con l’ignoto.

La tradizionale capacità della pittura di avvicinarsi alla dimensione dello spirito e svelare l’invisibile nascosto tra le pieghe della realtà già nota, viene confermata da Pesenti stimolando l’immaginazione di chi osserva con immagini che sembrano enigmi senza soluzione. Percorrendo i dipinti tra condotti, varchi ed oggetti che sembrano provenire da un’altra dimensione, in un territorio distante dalla prosaicità della vita quotidiana, lo sguardo dell’osservatore può finalmente rivolgersi all’interno di sé, e magari ritrovarsi nei meandri di una Grande Piramide.