Gió Marconi ha il piacere di annunciare Light Scribble on Neck Muscle, una nuova mostra dell’artista tedesco John Bock, la sua quinta con la galleria. John Bock ha invitato il suo collega Heiner Franzen, artista della stessa generazione che, come lui, ha esordito sulla scena artistica berlinese negli anni Novanta.

Nato nel 1965, John Bock è diventato famoso nella metà negli anni Novanta per le sue performance, le così dette Lectures, così come per le sue installazioni espanse, composte da oggetti quotidiani e video.

Le sue prime Lectures, degli ibridi tra performance e lezione accademica, erano focalizzate soprattutto su tematiche economiche (l’artista ha studiato economia e arte all’Università di Amburgo), successivamente sono state combinate dall’artista con tematiche affini al mondo dell’arte. Negli ultimi anni, la pratica di Bock si è focalizzata maggiormente sul medium cinematografico. La produzione di John Bock sfugge alle classificazioni, oscillando tra teatro, performance, video, installazione, scultura e collage e intessendo un costante dialogo interdisciplinare con l'economia, l’agricoltura, la musica, la moda, la filosofia, il linguaggio sperimentale e la cultura popolare. Piuttosto che lavorare all’interno di categorie predeterminate, le opere di Bock confondono i confini tra i diversi generi, lasciandoli aperti.

Per la mostra da Gió Marconi, John Bock ha prodotto un'installazione che combina l'azione dal vivo e oggetti autoprodotti, entrambi elementi tipici della poetica dell'artista, col proposito di creare uno spazio: un ambiente curvo realizzato con un morbido tappeto, affiancato da dipinti su entrambi i lati, diventa il palcoscenico per diversi gruppi di oggetti – un bric-a-brac equipaggiato con congegni meccanici – che sono fatti vivere dall’intermittente lecture messa in scena da Bock. Due videocamere di sorveglianza installate sulla sommità di una struttura mobile, portano l’attenzione sui dettagli mostrati su piccoli monitor incollati ad un televisore obsoleto. Mentre le azioni live di Bock in stop motion sono proiettate su un vecchio schermo, un giradischi suona la colonna sonora del film. All’interno di questa installazione, tutto sembra essere connesso con qualcos’altro sia sul piano meramente materiale che su quello simbolico.

Una serie di collage 3-D completano l’installazione ed al tempo stesso sono ad essa complementari. Il collage è sempre stato un medium importante e molto spesso esplorato da John Bock. Con questo nuovo corpo di opere, l’artista estende il classico collage alla terza dimensione. Con umorismo e una grande varietà di materiali trovati, come tipico dell’artista, Bock crea piccoli ambienti scenici e mondi in miniatura, suoi peculiari. Heiner Franzen elabora ricordi collettivi della vita quotidiana - prodotti della memoria, film, icone, medicine, e li inserisce all'interno di grandi disegni e videoinstallazioni.

Per questa mostra, Franzen presenta "Field of Vision, un ensemble di disegni, oggetti, video proiezioni. Fotografie animate. Un giocatore di football dopo aver mancato un rigore. Un buco nella serratura. Un proiettore miope. Piedi scintillanti si voltano per andare. Movimenti della bocca e apparizioni da un film di Pasolini. Figure fibrose e gesti mutanti. Il cinema semplice scivola sulla carta e torna indietro. L'artista fila, anima, disegna, disassembla, distorce questo materiale e lo ricolloca in insiemi che lo spettatore può attraversare come un episodio della memoria.