Una vera e propria ‘floromania’ investì l’Europa seicentesca in sintonia col gusto barocco che dominava la scena artistica coeva. I giardini, ricchi di fiori rari e dalle forme ‘mostruose’ frutto di sapienti ibridazioni, in sintonia con la nuova sensibilità attratta dallo spettacolare e dal magniloquente, diventano veri e propri staus symbols.

È questo il periodo si afferma anche la fortuna della pittura floreale, nella quale si distinsero i fiamminghi Jan Bruegel dei Velluti e Ambrosius Bosschaert, i cui monumentali vasi si fregiavano di numerose cultivar di tulipani, fritillarie, passiflore, anemoni doppi…

Anche l’illustrazione botanica, finalizzata alla diffusione del sapere scientifico, subisce una sensibile arricchimento. Uno dei fenomeni più singolari fu infatti la fortuna dei ‘florilegi’, raffinati volumi incisi o ‘miniati’ di tavole di fiori particolarmente ambiti da sovrani e nobili signori desiderosi di mostrare i ‘ritratti’ delle piante che crescevano nei propri giardini, ma anche dai botanici ansiosi di arricchire il patrimonio delle loro conoscenze.

Esperienza straordinaria è sfogliare le tavole incise dei florilegi del francese Pierre Vallet e dei fiamminghi Emannuel Sweert, Joahann Theodor de Bry, Crispin de Passe e Basil Besler, le cui tavole erano spesso impreziosite dalla coloritura a mano.

Tra i più interessanti florilegi ‘miniati’ si impongono invece quello conservato nella Royal Library del Castello di Windsor, dipinto dal colto orticoltore inglese Alexander Marshall, quello del tedesco Johann Walter, nel quale sono raffigurate le piante fiorite del giardino di Idtsein presso Strasburgo, oppure le centinaia di tavole dipinte da Daniel Rabel e da Nicolas Robert per Luigi XIII e Luigi XIV di Francia.

In questo ”universo floreale” preziosa testimonianza è l’opera del pittore frisio François de Geest conservata presso la Biblioteca Nazionale di Roma, che è stata di recente riprodotta in uno splendido facsimile da Aboca. In questo ‘orto amenissimo’, come recita lo stesso titolo, l’artista mette in scena, in eleganti e sapienti ‘mises en page’, fiori nostrani ed esotici dai vividi pigmenti che ne esaltano le naturali posture.

Ai sapienti pennelli di questo artista si deve anche un altro florilegio non meno prestigioso, ma con un minor numero di tavole, conservato presso la Oak Spring Garden Library, Virginia (Usa), intitolato ‘Jardin des rares et curieuses fleurs’.

Le immagini botaniche che si dispiegano nei florilegi europei seicenteschi sono ineludibili strumenti di conoscenze scientifiche, oltre che straordinarie occasioni di godimento estetico.

Testo di Lucia Tongiorgi Tomasi