Avere nella bacheca il diploma di laurea in Medicina e Chirurgia, anche se conseguita al tempo in cui il voto “30 e lode” era un miraggio riservato solo a qualcuno destinato dalla Natura a diventare “maestro chiarissimo”, ancora negli anni Quaranta del secolo scorso non poteva voler dire che della ‘branca medica’ si conoscesse quasi tutto. Infatti pure avendo superato, io, gli esami di Neuropsichiatria e di Psicologia con voti dignitosi, solo nel 2014 mi sono reso conto di avere ignorato il nome di Clodomiro Bonfigli, del suo testo: Dei Fattori Sociali Della Pazzia In Rapporto Con L’Educazione Infantile nel quale “sviluppa il suo pensiero scientifico riguardo al rapporto con i bambini affetti da ritardo mentale ma anche comunica l’ideologia del suo tempo riguardo ai valori etici da instillare nei giovani allo scopo di diffondere una cultura morale nelle popolazioni a venire”, un vero progetto pedagogico per educare gli educatori.

Avevo anche poche informazioni sulla sua alunna Maria Montessori, prima donna medico in Italia e elaboratrice della scienza pedagogica moderna. Del suo metodo, da subito, Sigmund Freud scrisse: Se i bambini fossero allevati in tutto il mondo secondo i suoi principi, la maggior parte degli Psicoanalisti non avrebbero più niente da fare [1].

Già nel 1898, la Montessori su delega del prof. Bonfigli partecipò al I Congresso pedagogico nazionale a Torino, dove trattò la questione dei ‘bambini frenastenici’, di natura pedagogica prima ancora che medica, come riporta Paola Trabalzini: “Per Montessori si tratta di intervenire realizzando un’opera di prevenzione e cura, di responsabilità, sicurezza e giustizia sociali perché il diritto all’istruzione e alla formazione è di tutti i bambini. L’istituzione di classi speciali e la creazione di istituti medico-pedagogici sono, sostiene Montessori, gli strumenti per recuperare e rieducare in un ambiente appositamente 'ricostruito' ma richiedono un’adeguata formazione dei maestri e dei professori di pedagogia delle scuole normali" [2].

Sin da allora la Montessori insomma individuò il problema per un corretto sviluppo del suo metodo: non saranno i pazienti a mancare bensì l’adeguata formazione dei maestri e dei professori di pedagogia delle scuole normali.

L’infanzia e la giovinezza non furono davvero facili per la Nostra; nel 1904 conseguì la libera docenza in antropologia ed ebbe così l'opportunità di occuparsi dell'organizzazione educativa degli asili infantili; nel 1907 aprì la prima Casa dei bambini ove applicò una nuova concezione di scuola d'infanzia e nel 1909 diede alle stampe Il metodo della pedagogia scientifica [3], scritto e pubblicato durante il primo corso di specializzazione. Il suo testo venne tradotto e accolto in tutto il mondo con grande entusiasmo; nel 1913 giunse negli Stati Uniti e il New York Tribune la presentò come “la donna più interessante dell’Europa”. Pure in Italia il suo “metodo” aveva fatto strada e nel 1924 nacquero la Scuola magistrale Montessori e l’Opera Nazionale Montessori eretta in “Ente Morale” volto alla conoscenza, alla diffusione, all’attuazione e alla tutela del “metodo”.

Ma anno dopo anno il regime fascista divenne sempre più invasivo tanto che nel 1934, dopo avere organizzato il Congresso Pedagogico Internazionale a Roma, la Montessori, sentendosi ormai classificata fra gli antifascisti, si trasferì a Barcellona: troppi erano i timori e le preoccupazioni per il ritiro del passaporto [4]. Il regime però ha lasciato il segno, poiché “il metodo, di lì a pochi anni, venne abolito e le scuole montessoriane e le relative riviste chiuse”: ancora oggi quell’anatema non è cancellato e le scuole che seguono il “metodo” sono davvero poche nella nazione da dove partì. È tuttavia ben consolidata nella regione che si sente ‘meno italiana’, il Trentino [5].

Qui ora amo ricordare una scuola montessoriana che è sorta a Mentana nel Lazio, ad opera di Paolina Poggi, nata a Bologna il 19 agosto del 1898 da una famiglia benestante. Il padre, medico primario nell'ospedale di Bologna, e la madre - entrambi atei -, fecero cresce Paolina in un ambiente laico. Conseguì la laurea in ingegneria civile, percorso universitario insolito al tempo per una donna, ma a 25 anni decise di intraprendere la vita religiosa all'interno di un istituto contro la volontà dei genitori. Dopo più di vent'anni di clausura, nel 1957, con un piccolo gruppo di sorelle iniziò l'apostolato parrocchiale e l'accoglienza di minori e l'anno successivo, in provincia di Trento, avviò un percorso all'interno della scuola materna: questo spiega perché il Trentino sia ancora oggi area montessoriana privilegiata.

Su richiesta del cardinale Mimmì, nel 1959, venne aperta una casa religiosa a Toffia, località dell'alta Sabina in provincia di Rieti e il 16 ottobre 1960 la Poggi si stabilì definitivamente a Mentana. Qui si dedicò completamente all'istruzione dei piccoli, continuando il suo impegno nell'apostolato parrocchiale e consolidando la passione e vocazione per I problemi della gioventù, specie per l'educazione e la formazione dei bambini. Tra il '60 e '61 acquistò un ampio terreno e nel gennaio del 1964 iniziò i lavori per la realizzazione di un collegio. Paolina avvertì come preminente l'esigenza di costruire la scuola materna, desiderio che condivise con alcune consorelle che la seguirono nella nuova avventura. Nel febbraio 1974 costituì l'Associazione Fraternitas con lo scopo di educare e assistere, tanto direttamente che indirettamente, l'infanzia e i ragazzi che per motivi economici, ambientali o familiari potessero avere giovamento da tale attività dell’associazione.

Non vide l'inizio dei lavori per la sua morte avvenuta in seguito a un investimento stradale il 5 maggio 1979; le consorelle continuarono a sostenere il progetto per la realizzazione del suo sogno e il 7 settembre 1986 la scuola materna "Paolina Poggi" aprì le sue porte ai primi bambini del territorio [6].

A partire dal 1992, è stata attivata la trasformazione dei servizi educativi per la prima infanzia, oggi gestiti dalla Società Cooperativa “Paolina Poggi”, secondo il Metodo Montessori. Ispirandosi ai principi della pedagogia scientifica montessoriana, il progetto educativo della scuola è finalizzato a favorire, attraverso l’ambiente, lo sviluppo delle potenzialità innate del bambino: i primi tre anni di vita infatti costituiscono l’arco temporale entro il quale si realizza lo sviluppo della personalità del bambino che, mediante l’educazione come “aiuto alla vita” e “collaborazione con la natura”, orienta tutta la propria energia verso la realizzazione completa di se stesso.

Secondo la pedagogia scientifica della Montessori, l’azione educativa si realizza mediante l’ambiente, che deve essere sfruttato in modo tale da favorire l’emergere della potenzialità creatrice di ciascun bambino della quale è fisiologicamente dotato; il progetto educativo è tutto nel “metodo” che sancisce che il bambino sia protagonista e l’adulto funga da guida e punto di riferimento.

Punti fondamentali sono: l’attenzione diretta all’individuo; l’autonomia intesa come crescita personale: si passa dalla autoregolazione del lattante all’indipendenza del bambino più grande, come capacità di scelta in ogni circostanza; sono previsti aiuti ‘al fare da sé’ e predisposizioni dello spazio per favorire la scelta e l’attività personale; mentre l’intervento dell’adulto è finalizzato esclusivamente a favorire la soluzione autonoma dei conflitti e le richieste di aiuto. Il bambino è attratto dagli oggetti e sceglie ciò che lo interessa; quello che il bambino impara è ritenuto frutto della sua esperienza personale e diretta, mentre l’adulto si limita ad inserirsi nelle sue scelte.

Nel 1994 la Scuola Paolina Poggi ha ottenuto il riconoscimento dell’Opera Nazionale Montessori ed è stata convertita in scuola di metodo Montessori, con servizi di asilo nido [7] e casa dei bambini [8]. Dal 2002 [9] la casa dei bambini è una scuola materna parificata. Nel 2012 la scuola si è ampliata con la nascita del polo primario paritario del metodo Montessori [10]. Attualmente sono accolti presso la Scuola Paolina Poggi circa 170 bambini, assistiti da oltre 20 maestre e vario personale didattico. La scuola ha una mensa interna che rifornisce tutte le fasce di età, e si occupa, oltre che dei pasti principali, delle merende, e del pranzo al sacco in occasione delle gite. I bambini seguono un orario prolungato, differenziato per fasce di età [11].

La metodologia Montessori ritiene imprescindibile per il sano ed equilibrato sviluppo del bambino la pratica fisica e sportiva. Per tale ragione la scuola Paolina Poggi ha stipulato una convenzione con una società sportiva che preleva i bambini da scuola e li porta a un vicino centro sportivo multidisciplinare, dove vengono assegnati ciascuno al corso sportivo scelto. L’attività si svolge durante l’orario scolastico.

Avvicinandomi al mondo Montessori come tanti, pure io, ho cercato di capire se l’educazione al Metodo possa aver influenzato in qualche modo l’aumento della creatività, la visione futuristica, l’apertura mentale, l’inclinazione artistica di quelli che oggi definiamo “Personaggi Famosi”. Il risultato della ricerca è stato che l’associazione tra “studenti del Metodo” ed “Essere Umano che ha lasciato qualcosa di importante a questo mondo” è molto concreta. Diversi personaggi si sono formati con il Metodo, uno fra tanti è stato il 28esimo presidente degli Stati Uniti d’America Woodrow Wilson [12], poi il Premio Nobel per la Fisica anno 2001: Eric Allin Cornell, molti proprietari e direttori delle più famose testate giornalistiche al mondo, tra i quali Katharin Graham del Washington Post, fino ad approdare ad attori di Hollywood con forte impegno nel sociale come George Clooney. Fra quanti ne hanno seguito il metodo, mi hanno incuriosito i ricercatori che hanno inventato Internet, i fondatori di Google, di Amazon, di Wikipedia, di Microsoft e non ultimo il nostro Mario Draghi: hanno tutti fatto parte di una scuola Montessoriana.

Nella visita da me fatta alla casa dei bambini della Scuola Paolina Poggi mi ha colpito soprattutto la conoscenza senza intoppi di molti bambini, a soli 5 anni di età, della Geografia dell’intero globo terraqueo.

[1] Di molte notizie da me citate sono debitore a Delia Urbani, soprattutto di quelle riferite alla scuola Montessori attiva nel comune di Mentana (RM).
[2] Cfr. Eleonora Vicario, Clodomiro Bonfigli, Frenastenici alla conquista della dignità, Roma 2014.
[3] Maria Montessori, Il metodo della pedagogia scientifica, Città di Castello (PG), 1909.
[4] dprs.uniroma1.it.
[5] “Trentino”, In Commissione: Montessori, si amplia la sperimentazione. Dal prossimo anno aumenteranno le scuole che attivano il metodo. Grande richiesta, 25 aprile 2018.
[6] Di personalità forte e tenace, Paolina viene ricordata come una donna schiva e silenziosa, riservata e così umile da decidere di lasciare pochissime testimonianze di sé. Dietro quello sguardo sempre basso, intenta nei suoi pensieri e meditazioni, si celava una donna incredibilmente colta e completamente rivolta al "suo" Creatore.
[7] Il nido accoglie bambini dai 4 mesi ai 36 mesi ed è aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 07.00 alle 18.00.
[8] Accoglie i bambini dai 3 ai 6 anni.
[9] D.M. del 29/01/02 Prot. 6476.
[10] Dai 6 agli 11 anni.
[11] In primaria è obbligatorio il tempo prolungato dalle ore 8.15 alle ore 16.15.
[12] Da Internet.