Sembra sospesa, quasi a portata di mano, immersa nel verde e adagiata su una collinetta che la innalza quel tanto che basta per evidenziarne il profilo, una promessa di finezza architettonica e di bellezza urbanistica, appieno mantenuta. Varcato uno degli ingressi ricavati nelle possenti mura, infatti, il borgo regala al visitatore un appagamento estetico immediato e naturale.

I possenti portoni, i lucidi selciati, gli stretti vicoli e le facciate delle case sembrano, infatti, occultare qualcosa, trame segrete o chissà cos’altro che sembrerà possibile svelare solo nottetempo. Presto però un’altra sensazione si aggiungerà alla prima e una piacevole suggestione porterà a fantasticare che tutta quella seducente eleganza celi dei misteri, nasconda degli intrighi. L’intimità notturna, il sommesso gorgoglio di una fontanella, un rumore di passi in lontananza infatti accentueranno l’atmosfera da romanzo di Stendhal o meglio ancora da intrigo amoroso alla Casanova. Un’impressione, quest’ultima, accresciuta dall’inconsueta impronta veneziana che contraddistingue l’architettura nobile del centro cittadino bergamasco, eredità dei quattro secoli durante i quali i destini della città veneta e di quella lombarda si unirono per opera dei Dogi, che influirono in maniera determinante nella gestione pubblica e lasciarono numerosi e ben visibili segni dell’importanza del ruolo acquisito.

E se una Città d’Arte deve rappresentare un insieme di qualità estetica, raffinatezza, gusto ma anche di forza della cultura, della storia, del territorio allora Bergamo Alta lo è a pieno titolo, dato che innumerevoli eventi, memorie e destini si sono sedimentati in un’incredibile serie d’opere e monumenti.

A partire dalle antiche mura che circondano la città. Risalgono al periodo medievale ma nel 1556 il Senato della Repubblica di Venezia, che a quell’epoca da oltre un secolo già deteneva il dominio politico e territoriale sulla città, decise di ricostruirle integralmente. Ci vollero trent’anni, la demolizione di oltre duecento edifici preesistenti e la trasformazione d’alcuni interi rioni per costruire quella che rappresenta la più significativa opera di fortificazione realizzata dalla Serenissima sulla terraferma, fortunatamente mai utilizzata per azioni militari. Verso la fine dell’Ottocento iniziò la riconversione dell’impianto ad uso civile: furono eliminati i terrapieni, consolidate alcune attività agricole ed orticole adiacenti, attrezzati ad aree verdi i baluardi e le zone sovrastanti gli spalti ed infine fu realizzato il viale interno, interventi che contribuirono a conferire al perimetro una fisionomia particolarissima e una bellezza paesaggistica e ambientale unica.

Segue Piazza Vecchia, altro incantevole e scenografico luogo simbolo della città risalente al periodo medievale, che raggiunse la sua forma definitiva durante la dominazione veneta. È incorniciata dal Palazzo della Ragione, simbolo dell’età comunale; dal massiccio e solenne Campanone; da uno splendido palazzo seicentesco con la facciata di marmo bianco attuale sede del Municipio e dalla Biblioteca Civica che dispone di circa mezzo milione di volumi e conserva preziose raccolte di manoscritti antichi. La scenografia della piazza è completata dall’elegante fontana Contarini realizzata in marmo bianco e adornata da statue raffiguranti sfingi e leoni.

Anche in Piazzetta del Duomo si affacciano monumenti di notevole importanza e bellezza. Tra questi il Duomo più volte trasformato e di volta in volta arricchito con svariati fregi e decorazioni; la Basilica di S. Maria Maggiore, per lungo tempo il fulcro della vita religiosa della città nella quale sono conservati preziosi arazzi e affreschi; il Mausoleo del celebre condottiero Bartolomeo Colleoni, famoso Capitano dell’esercito della Serenissima, costruito nel 1472 dallo scultore e architetto Giovanni Antonio Amadeo già autore della Certosa di Pavia. L’ultimo edificio che decora la piazza è il pregevole Battistero risalente al 1340.

Quelli appena citati, sono solo alcuni degli elementi dell’entusiasmante serie di opere di altissimo valore che un’efficiente politica di valorizzazione del centro cittadino, basata sulla pulizia dell’ambiente, sulla cura dell’arredo urbano e su attente ristrutturazioni edilizie, ha contribuito a evidenziare.

In questo felice contesto si inseriscono perfettamente anche una serie di belle botteghe, tra le quali fornite panetterie e invitanti pasticcerie che condividono con tipiche trattorie e ristoranti di alto livello la cura e la bellezza degli ambienti e una proposta gastronomica locale interessante e ricca di specialità: al visitatore esprimere la sua preferenza, seguendo il profumo del pane appena sfornato o gli aromi delle cucine che pervadono i vicoli e le strette vie del borgo. Le stesse tanto amate da uno che preferiva vivere in disparte ma che tante volte si è ritrovato in prima fila, tale Luigi Veronelli, Gigi per gli amici.

Tra i dolci del bergamasco troviamo la Torta del Donizetti - una ciambella dedicata al grande musicista locale preparata con ananas, albicocche candite, maraschino, vaniglia e spolverata con abbondante zucchero a velo - e la specialità polenta e osèi, un pan di Spagna al marzapane spolverato con cristalli di zucchero colorati di giallo, profumato al rhum, guarnito con creme al cioccolato, alla nocciola e uccelletti al cioccolato.

Nel salato la scelta va tra alcuni ottimi formaggi come il formai del Mut della vicina valle Brembana, il Branzi dal nome di un piccolo comune valligiano nei dintorni e il Taleggio della famiglia degli stracchini. Tra gli insaccati la loanghina salsiccia al vino rosso e spezie, la panseta, lardo e cotechino.

Tra le ricette, la più nota è sicuramente la polenta taragna, ottenuta con farina integrale e condita con formaggio locale, i casonsèi, piatto tipico di pasta ripiena della tradizione povera che nacque per utilizzare gli avanzi delle carni suine e bovine insaporite con amaretti, uva sultanina, pera spadona e scorza di limone, e i scarpinocc della val Seriana con un ripieno più semplice ma altrettanto gustoso.