Il guardare una cosa è ben diverso dal vederla. Non si vede una cosa finché non se ne vede la bellezza.

(Oscar Wilde)

Ci sono viaggi che dopo tantissime ore e migliaia di chilometri ci fanno sbarcare in un altro continente e altri in cui l’avventura si trova a pochi minuti da casa.

Ovunque voi siate, in capo al mondo o stesi sul divano, sappiate che siete vicinissimi a una destinazione favolosa, un luogo ricco di fascino e storia e di interessantissimi aspetti antropologici.

Non occorre la valigia né lo zaino, l’equipaggiamento necessario è minimo e consiste in una borsa di tela o un cesto - che vi consentiranno di dare il vostro piccolo ma significativo contributo per liberare il modo dalla plastica - e una macchina fotografica.

Bene, siete pronti a iniziare un viaggio in cui l’unica regola è quella di affidarsi completamente ai propri sensi, lasciarsi sommergere da suoni, colori, odori, sapori e riaprire gli occhi.

Mi raccomando seguite questa mia indicazione alla lettera: procuratevi una macchina fotografica, non usate il telefono, non è affatto la stessa cosa. E non usate lo schermo, lo schermo è un muro tra voi e la realtà, dovete usare il mirino, improvvisamente vedrete il mondo in modo diverso, attraverso il buco della serratura.

Il mirino ottico è la serratura e la chiave, vi permetterà di vedere cose che non avreste mai visto, da un punto di vista che non avreste mai saputo immaginare.

Cercate di capire quale dei vostri due occhi è capace di vedere, a guardare sono buoni entrambi ma uno dei vostri due sensori è in grado di interpretare le immagini molto meglio dell’altro: a quanto pare uno dei nostri occhi ha più senso artistico dell’altro, quindi, per potere utilizzarlo bisogna sapere se è il destro o il sinistro.

E ora si parte, destinazione mercato.

Il mercato è narrazione del vissuto di una città, è il luogo in cui comprenderne le abitudini e le passioni, dove osservare i suoi abitanti in una dimensione di intimità, è come entrare non visti nella cucina di qualcuno, nel cuore della sua casa e della sua quotidianità.

Se arrivate in un paese nuovo, sarà il mercato a darvi le informazioni fondamentali sul territorio, e sulla vita sociale delle persone, ma anche se passate da una regione d’Italia all’altra i cambiamenti sono impressionanti e straordinariamente descrittivi.

Per iniziare: il cibo. I banchi di ortaggi, la frutta, le cataste ben allineate, i cartellini dei prezzi… sembra nulla, ma un cartellino può dire molto: in plastica con il prezzo stampato, di cartone scritto con la penna, di legno scritto a gesso, fogli di carta e pennarello. La bellezza dell’umanità nelle sue infinite possibilità di variare, inventare, creare!

I banchi del cibo descrivono la natura che vi circonda, il tipo di territorio, la latitudine, le tradizioni, il livello di benessere economico del luogo, ma anche il valore che viene dato all’armonia di colori e forme.

In Mongolia, l’abbigliamento per i bambini occupa una enorme porzione dei banchi, nel nord della Tailandia un angolino minuscolo, mentre tantissimo spazio è dedicato all’abbigliamento per cani.

A Vienna, i mercati sono perlopiù gestiti da immigrati venuti da sud; il Mediterraneo si sposa felicemente con la Mitteleuropa in una successione di falafel e crauti, foglie di vite ripiene di riso e grappe locali. Al mercato del Pireo ad Atene il cibo di strada si mescola con i banchi di abbigliamento, basta avere una motoretta e installarci sopra un barbecue e si trova sempre un angolino dove cucinare un po’ di souvlaki.

E il vostro mercato com’è?

Non importa che sia all’altro capo del mondo o sotto casa, prendete una sporta, la macchina fotografica e soprattutto una rinnovata voglia di esplorare, scoprire, osservare e partite.

Andate al mercato e riappropriatevi della vostra capacità di vedere, ritornerete a casa con una sporta di cibo con zero imballaggio e un reportage fotografico che rispecchierà il vostro nuovo modo di guardare il Mondo.

Buon viaggio!