Per molto tempo settembre è stato considerato il mese del ritorno dalle vacanze, quello degli inizi o dei “Ricomincio”, ma sono tante le cose che sono cambiate nel corso degli anni. Molti scelgono ancora il mare, ma le possibilità sono tante: montagna, campagna, agriturismi, vacanze culturali visitando luoghi d’arte.

Chi ha deciso quest’anno di visitare Sirmione, un piccolo borgo sul lago di Garda è stato accolto dalla vista di un Castello sull’acqua, con tre torri a nido di rondine. Il Castello Scaligero di Sirmione è stato costruito fra il 1200 e 1300, in realtà è una fortezza, che serviva a difendere la città. Ci troviamo sotto la dinastia dei Della Scala, detti anche Scaligeri, una delle più longeve, che regnò fino quasi al 1400.

Visitare un castello, che sorge su un lago, non è una cosa che si fa tutti i giorni, ma in fondo cos’è una vacanza se non spezzare la routine, uscire dall’ordinario e fare altro, riappropriarsi di spazi (soprattutto quelli dentro di noi) che sono lì da qualche tempo ad aspettarci?

Per “Vacanze intelligenti” qualcuno ha sempre inteso il partire quando tutti dormono ancora, oppure in periodi dell’anno quando si spende meno. Nella cultura vacanziera, però, è entrata da non molto tempo e per fortuna, la visione che le ferie debbano essere un’occasione per svuotarsi dei quotidiani affanni e riempirsi di arte e cultura, di luoghi magici e storici, di nutrire l’anima insomma. La nostra visita nel castello incantato inizia con il cortile interno, per poi proseguire con la darsena, il piccolo spazio dove le navi scaligere trovavano riparo. Le scale ci conducono alle torri e ai camminamenti laterali, attraverso porte con chiusure dell’epoca. Abbiamo raggiunto il portico e da qui una scala che porta al ponte levatoio, 146 gradini e siamo di nuovo sui camminamenti, la vista del lago da qui è meravigliosa.

Nella fortezza lacustre nei mesi estivi si svolgono bellissimi spettacoli, ma il castello Scaligero di Sirmione offre ai suoi visitatori il meglio all’imbrunire, quando luci colorate si riflettono dolcemente sull’acqua giocando e illuminando l’architettura di questo castello, un tempo carcere, fortezza, palcoscenico della storia. Sotto una luce diversa rivediamo la flotta delle navi che rientra, il ponte levatoio che si chiude, la torre più alta, sotto la quale ci sono le celle con i prigionieri, che con soave malinconia guardano oltre le sbarre. Il gioco continua e il colore della luce cambia nuovamente e velocemente, riportandoci alla piccola cittadina di Sirmione che sorge fra i golfi di Desenzano del Garda e Peschiera del Garda, a Gabriele D’Annunzio che abitò a Gardone Riviera negli anni Trenta, la mente va ai giardini e ai corsi d’acqua, alle stradine da percorrere solo a piedi.

Una nuova luce illumina la stretta lingua di terra immersa nelle acque, il vento, il profumo, l’anima e il tormento di Ebengardo, che nelle notti di tempesta, ancora oggi vaga per le stanze della fortezza alla ricerca della sua tanto amata Arice, uccisa da un cavaliere proprio fra le mura del castello incantato durante una notte buia e maledetta.