Il primo servizio pubblico di navigazione sul lago di Garda è datato 1827, a seguito del varo del piroscafo Arciduca Ranieri. Fece seguito il varo di Manubrio, due volte e mezza più grande, imbarcazione azionata invece che a vapore come la Ranieri, da otto cavalli che giravano in tondo sul ponte della nave. L’Imperial Regia Marina austriaca iniziò il servizio pubblico di navigazione sul Garda nel 1848 con il battello a vapore Benaco, andato distrutto durante la Seconda Guerra d’Indipendenza contro l’Italia. In seguito, venne varato il battello Franz Joseph che venne ribattezzato Filippo Oddone una volta ceduto all’Italia nel 1866, anno della Terza guerra d’Indipendenza. Sarà proprio a causa di quella guerra che il battello Verbano 2, portato dal lago Maggiore al lago di Garda per implementare il servizio, venne catturato dagli austriaci mentre era carico di vettovaglie per i garibaldini.

Nel 1888 la flotta, già aggiunta dei piroscafi San Marco e Sirmione, venne arricchita con due piroscafi a ruote, De Pretis e Benaco, più un piroscafo a elica chiamato Garda. Sarà la motonave a ruote a vapore Giuseppe Zanardelli, bresciano allora presidente del Consiglio, il fiore all’occhiello del servizio sul lago più grande d’Italia. Costruito e varato nel 1903 dalla ditta zurighese “Escher Wyss”, entrava a far parte dell’ampliamento voluto dal presidente della “Società Anonima Impresa di Navigazione sul lago di Garda”, ed era il piroscafo più grande della flotta, in servizio tra Riva del Garda e Peschiera, Sirmione.

Con la dichiarazione italiana di guerra all’Austria del 1915, il piroscafo Zanardelli venne requisito dalla Regia Marina, armato e adibito a trasporto di truppe e viveri, mentre l’equipaggio veniva militarizzato. Scaduta la concessione della navigazione lacustre nel 1918, il Ministero della Guerra decise di affidarlo alle Ferrovie statali per conto delle quali lo Zanardelli e altre navi ripresero il servizio di trasporto civile. A seguito di carenza di servizio e di alti costi, la flotta passò ad Ernesto Canobbio, che il primo marzo 1924 fondò la “Società Anonima per la Navigazione sul lago di Garda”. Nel 1933 sul Garda entra in funzione il primo traghetto per il trasporto delle automobili.

Con la seconda guerra mondiale il servizio di navigazione proseguì, così pure dopo l’armistizio del 1943 e durante l’occupazione tedesca. Nel 1944 i cacciabombardieri alleati cominciarono a ritenere anche la flotta benacense come mezzo di trasporto da attaccare, e così fecero il 6 novembre 1944, quando il capitano Bernardo Martinelli stava comandando lo Zanardelli da Malcesine a Limone. L’attacco del piroscafo con a bordo circa duecento passeggeri e dieci uomini dell’equipaggio avvenne un quarto d’ora prima di mezzogiorno: le raffiche di mitragliatrice colpirono in più punti la nave, uccidendo l’aiuto timoniere Francesco Bertera e il comandante. Il comando venne assunto dal marinaio Guerrino Ceccon che riuscì a portare la nave in salvo nel porto di Limone. Anche tra i passeggeri ci furono morti e feriti, per un totale di trentuno, compresi coloro che morirono all’ospedale di Riva del Garda dove furono ricoverati.

I danni allo Zanardelli furono ingenti e il piroscafo prese fuoco. Riparato nei cantieri di Peschiera del Garda, il piroscafo riprese il servizio nel 1945, a guerra finita, requisito dalle forze armate statunitensi, quindi la gestione tornò italiana una volta ripristinata l’organizzazione civile. Rimodernato più volte nel corso del tempo, il piroscafo Zanardelli, con ancora alcuni arredi originali, è tuttora in servizio di linea sul lago con una portata massima di cinquecento persone.

La storia della motonave Italia inizia nel 1908 con il suo primo viaggio nel maggio 1909. Era un piroscafo talmente grande che i doganieri austriaci impedirono l’attracco nel porto di Riva del Garda. Requisita dal Regio Esercito il 23 maggio 1915, venne impiegata per evacuare i profughi dalle zone di guerra. Tornata la pace e ripreso il servizio civile, l’Italia si arenò nel 1923 presso Campione del Garda. Comunque tornato in servizio, durante la seconda guerra mondiale il piroscafo subì attacchi aerei alleati malgrado fosse stato requisito dalle autorità occupanti tedesche per farne un ospedale militare, ormeggiato a Sirmione.

L’attacco aereo avvenne alle 10.40 del 12 gennaio 1945, da parte di quattro cacciabombardieri alleati, malgrado l’Italia avesse le insegne della Croce Rossa. Nell’attacco che causò l’incendio del ponte superiore, morì Guerrino Ceccon che aveva portato in salvo lo Zanardelli. L’Italia venne attaccato nuovamente il 18 gennaio seguente e in quel caso affondò. Verrà riportato in superficie nel 1949, riparato e rimesso in servizio due anni dopo. Ripetutamente rimodernata negli anni, anche la motonave Italia è ancora in funzione, testimone silenziosa ed elegante del Benaco, accanto alle altre navi della flotta.