Partendo dalla premessa che il materiale epigrafico debba essere fruibile da qualunque visitatore museale interessato all’apprendimento, nasce spontaneo porci una serie di domande.

  • Come poter trarre giovamento dalla cultura e renderla alla portata di tutti?
  • Come avvicinare le persone al mondo epigrafico?
  • Come la narrazione e la tecnologia possono co-operare per raggiungere tali scopi?

È chiara la volontà di ricercare strategie e tecniche da mettere in atto per rendere la comunicazione quanto più coinvolgente e inclusiva. Gli strumenti per poter arrivare al pubblico sono molteplici sia se consideriamo la narrazione che la tecnologia, ma è necessario uscire dalla primitiva considerazione che siano due realtà distinte e separate. La loro combinazione e co-operazione si riversa e realizza nello storytelling, di cui i musei possono essere potenti alleati.

Ma quando esattamente lo storytelling ha avuto inizio?

Lo studioso Fontana in Dieci anni di storytelling in Italia: scenario, valore, visione, in Supplemento a Harvard Business Review Italia, Giugno 2019, analizza il progressivo affermarsi della tecnica narrativa avvenuto con l’esplosione dei social media e della token economy. Soltanto a partire dal 2018 si assiste al coinvolgimento di professionisti e organizzazioni che nelle loro pratiche di sviluppo delle storytelling skills danno origine a una fase scientifica rendendosi conto che la narrazione è ormai un asset rilevante. La Bonacini in I musei e le forme dello Storytelling digitale, Canterano 2020, ne rivela il loro potenziale candidandoli a «diventare laboratori attraverso cui le memorie e le identità individuali e collettive si incontrano, si riconoscono, si ibridano, si depositano, co-costruendo insieme nuove narrazioni comuni; sono hub intorno a cui si tessono relazioni fra memorie, identità del territorio, ovvero tra la tradizione e la comunità vivente».

L’accostamento del racconto alle epigrafi si rivela di grande aiuto, poiché in grado di unire l’utile al dilettevole e riuscire a trasmettere le nozioni basilari presenti nelle dediche. Di seguito un esempio di storytelling a partire da un’iscrizione volta ad enfatizzare il ruolo di una balia, di un bambino e del rapporto instaurato tra loro a fronte dell’assenza della madre di quest’ultimo. I ricordi e le speranze del piccolo ripercorrono il racconto, lasciando trasparire come molto spesso nel mondo romano del I- II sec. d.C. l’evanescenza della mamma era pressoché usuale.

D(is) M(anibus).
L̲icinniae (!)
Processae,
matri pìae,
nutrici dul=
cissimae Cres=
c̲ens fecit.

Mi chiamo Crescens, un bambino molto fortunato, così mi ritengo. Credo di aver avuto un amore speciale e raro, di cui non si sente parlare spesso. Mia zia mi parla spesso della mamma e mi riferisce come quest’ultima le aveva confidato quale fortuna la vita le aveva dato nell’aver avuto un bambino come me, e che, nonostante il matrimonio non stesse andando nei migliori dei modi, questo grande regalo le era stato donato.

Processa si differenziava dalle altre madri e non si capacitava di come molte madri riuscissero quasi a scomparire dalla vita dei loro figlioletti. Non si capacitava come alcune lasciassero che altre donne, per di più di bassa estrazione sociale, potessero accudire, crescere e persino allattare! Non sopportava che il primo pensiero, i primi momenti della mattina venissero dedicati alla balia. Non si sarebbe perdonata che il suo profumo non venisse riconosciuto da sua figlia. Certo era una mamma, ma viziava anche il suo bambino...

Chissà come sarebbe stato non poter vivere questo legame con te, mamma? Ah, sì… a tal proposito mi viene in mente un episodio che mi suscita ancora quelle poche lacrime che mi restano. Fu un giorno in cui, ammalata, ti assentasti, cosicché, non potendoti occupare di me, ci fu una balia molto anziana, vecchio stampo, rigida, preoccupata unicamente dalle regole da far rispettare. Ricordo che provai invidia verso le altre nutrici. Dal suo letto, mio padre aveva pregato, offerte promesse, affinché ti curassero anche solo per quel poco, tale da farti riassaporare la vita. Io aspettai, aspettai che le mie richieste si esaudissero, e promisi in ogni caso di ricordarti sempre con gli occhi pieni di gioia, amore e orgoglio. Finché il mio cuore esplose di gioia ed ebbi nel petto un insieme di emozioni che solo gli occhi riuscivano ad esprimere. La casa si riempì di luce, di odori, di voci: sentii come se fosse la prima volta, il cinguettio degli uccelli, il profumo dei fiori in strada, l’odore del pane appena sfornato. Eri guarita, eri viva. Esculapio aveva ascoltato le preghiere della tua famiglia. Da qual momento recuperammo il tempo perso, ma fu un’illusione. Un giorno, venisti da me e mi desti un bracciale. Vidi che ne indossavi uno uguale, lo notai per via di quel rosso fuoco che ti adornava il polso. Poco dopo mi sussurrasti: “Con questo potrai sempre ricordarmi”. Mi piacque talmente tanto che lo indossai subito, ma ebbi un nodo in gola per via delle tue parole. C’era qualcosa in cuor mio che seppi tu non mi stessi dicendo, mi arrabbiai… ma con il tempo capii e rispettai questo tuo non dire.

Ti assentasti nuovamente. Lo accettai. Piano, lentamente, il dolore scivola via…

Dopo aver banchettato in tuo onore, sulla tua tomba, mi ricordai di quel bracciale rosso che presi dopo la tua morte dal tuo piccolo polso, lo conservai e lo unii al mio.

Come un legame costante, un filo rosso che ci unisce.

Linee guida per un corretto uso dello storytelling1

Nel campo della comunicazione culturale e museale è necessario, perciò, che la narrazione si attenga ad una serie di linee guida, in modo tale da stimolare le reazioni e parlare al pubblico, creare connessioni fisiche nella vita reale e soprattutto muovere emozioni.

Lessico

  • Preferire l’uso di parole familiari che appartengono al linguaggio di base
  • Evitare parole inutili
  • Non utilizzare soggetti impliciti
  • Evitare l’uso dei sinonimi
  • Evitare i pronomi clitici
  • Evitare termini tecnici o termini che appartengono a forme dialettali
  • Prestare attenzione all’uso degli articoli (se dico “pago la bolletta entro un mese” oppure “pago la bolletta entro il mese” il significato cambia)
  • Preferire nelle datazioni il numero cardinale al numero romano (1300 anziché XIV sec.).

Sintassi

  • Mantenere ordine nella struttura soggetto-verbo-complementi
  • Evitare frasi lunghe con relazioni a lunga distanza
  • Evitare proposizioni subordinate o costruzioni sintattiche complesse
  • Evitare frasi con molte dipendenze pronominali
  • Evitare la forma passiva
  • Evitare le forme impersonali
  • Evitare le proposizioni implicite
  • Evitare le ambiguità sintattiche
  • Evitare le metafore
  • Evitare gli incisi
  • Evitare parti superflue che appesantiscono il testo
  • Usare solo la punteggiatura indispensabile.

Note

1 A. Fontana, Dieci anni di storytelling in Italia: scenario, valore, visione, in Supplemento a «Harvard Business Review Italia», Giugno 2019, pp. 6-15.