Incontro Antonio Syxty sul tetto del Litta. Un posto insolito per un’intervista. Ma il co-direttore artistico del Teatro di Corso Magenta ha uno studio proprio sopra la volta della bellissima Sala Grande dove c’è il lampadario. Chi lo avrebbe mai immaginato? Il teatro è davvero un luogo magico e misterioso. Dietro le quinte, e pure sopra, esistono mondi da scoprire. Come lo studio di Antonio Syxty. Un nido d’artista. Una soffitta al riparo da tutti.

Ma perché sono venuta fin quassù? Per parlarvi di The BellaVita, la mostra personale di Antonio Syxty allo Spazio Oberdan appena conclusasi. Intorno a me ci sono opere imballate, altre ancora appese ai muri o sdraiate su tavoli tra pennelli e colori. La prima sulla quale poso gli occhi è una carta di credito ingrandita ben 9 volte (il sogno di ogni donna!) con un’immagine di Banksy, re della street art londinese, ispirata a Pulp Fiction. E poi trittici che mi guardano e si trasformano in rebus: uno squalo, un kalashnikov e uno scaldino. E ancora un antidepressivo, un gomitolo di lana e un imbuto. Per finire una falce, un martello e una lampada a olio. E poi dettagli ingranditi di carte di credito, numeri seriali con robuste pennellate rosse. Sangue forse?

“Questa mostra nasce da un discorso sul denaro inteso come vettore che scatena emozioni e comportamenti” - spiega Syxty. “Ho ripreso l’argomento dell’arte a cui mi sono dedicato prima di fare teatro. Sono passato dall’indagine di identità e comportamento alterato che è il teatro a quello d’identità e economia che è il tema di questa mostra”. Scopro così che The Bella Vita è un grande catalogo di azioni economiche in cui appaiono opere realizzate fra il 2013 e il 2014, appartenenti a un più ampio progetto artistico iniziato nel 2007 e denominato Money Transfer. “Ogni nostro gesto – continua Syxty – puo’ essere economico o antieconomico perché l’Economia ha fatto una grossa intrusione nella nostra vita soprattutto da quando il denaro è diventato virtuale. I suoi simboli, le sue metafore e le sue relazioni hanno finito col renderci irriconoscibili perfino a noi stessi”.

Mentre Syxty mi parla mi sento un codice a barre. Proprio così. E voi non pensate di essere migliori, vi siete visti allo specchio? Avete notato che faccia da Iban vi è venuta? La verità e che oggi non è facile supportarsi magneticamente. Ma quando siamo diventati così ? Come ci siamo trasformati in insopportabili sequenze numeriche?