Gustave Caillebotte dipinse a soli 27 anni questo meraviglia, "Les raboteurs de parquets", che oggi potete ammirare a Parigi al Musée d'Orsay. Mai nessuno prima di lui aveva reso protagonisti, con tanta forza e intensità, in un dipinto dei modesti artigiani proletari; tanto meno nessun artista in precedenza era mai riuscito a rendere con tale maestria gli effetti che la luce, vera protagonista della scena, provoca nell'anima dello spettatore. Caillebotte rese con il suo dipinto l’immagine più reale del reale, dal punto di vista umano, con una tale potenza e verità da andare ben oltre al successivo (e fatemelo dire, spesso banale) iperrealismo dilagante del XX secolo. Non vediamo semplicemente ciò che c’è ma ciò che si sente.

Questo era il vero obiettivo del movimento impressionista, in questo consiste la grandezza della nuova visione che ha rivoluzionato la storia dell’arte. Un piccolo consiglio: se state organizzando un viaggio a Parigi, oltre alle solite note mete museali strapubblicizzate e frequentate, dedicate una mattina o un pomeriggio alla visita del museo Marmottane Monet, un’autentica meraviglia nata dalla collezione e dalla dimora di Paul Marmottan, uno dei più grandi collezionisti esistenti di capolavori impressionisti: vi dico solo che il celeberrimo “Impression soleil levant” di Claude Monet e tante delle sue opere che hanno cambiato il mondo sono lì, a mostrare la propria meraviglia, così come tanti tesori dello stesso Caillebotte, di Renoir, Degas, Manet e tanti altri. Sono sicuro che, se già non l’avete già visitato e se siete come me animali affamati di bellezza, non ve ne pentirete.

Dopo aver conosciuto proprio Monet, Degas e Renoir, Gustave Caillebotte si unì al gruppo degli Impressionisti e ne divenne uno dei principali pilastri, non solo dal punto di vista artistico ma anche in qualità di mecenate; infatti Caillebotte era ricco, proveniente da una famiglia di provenienza altoborghese e imprenditoriale della Parigi del XIX secolo. Le sue capacità economiche furono determinanti: aiutò tutti i rappresentanti del movimento, in primis il caro Monet che spesso si trovava in gravi difficoltà economiche, finanziò molte mostre, acquistò tante opere. Generoso sì ma il talento del giovane andava di pari passo: la grandiosità del Caillebotte artista era indiscutibile, addirittura esaltante. Non esiterei a definirlo per questo il più sottovalutato degli Impressionisti.

Amava girare per le strade di Parigi su una carrozza adibita ad atelier viaggiante, riprendendo le strade, i palazzi e i passanti con una capacità poetica e d'effetto unica e inimitabile. La mano di Caillebotte è eccezionale e talmente originale da essere essa stessa la sua firma. Morì a soli 46 anni. Lascio' un vuoto impossibile da colmare sui suoi amici impressionisti. Anche su di noi, non vi è dubbio: immaginare cosa avrebbe potuto ancora produrre il suo genio nella seconda parte della vita è un esercizio doloroso che sconsiglio vivamente di affrontare se si è deboli di cuore. Capita con tutti i grandi geni scomparsi precocemente.

Quando si esaltano solo gli "artisti maledetti" ci si dimentica che di farlo anche con gli "artisti benedetti", come Gustave Caillebotte, coloro che hanno fatto la storia dell'arte in prima persona e, allo stesso tempo, ne hanno permesso il fluire attraverso le proprie azioni, la propria generosità, i propri ideali. Con le loro capacità umane, oltre che con il loro immenso talento artistico, hanno fatto meglio e più di tanti cani randagi egoisti e mitomani, considerati in modo errato dei geni, che riempiono gli scaffali delle nostre vite, la storia dell'arte e l’umana enciclopedia della cultura.

Lode a Caillebotte, uno dei nomi meno noti dei meravigliosi e rivoluzionari Impressionisti e, allo stesso tempo, una delle folgori più accecanti di meraviglia del nostro passato.